silviavr001

Membro Ordinario
Sto stipulando un contratto di locazione commerciale con delle persone che si trovano all'estero.

Il loro avvocato ha inseririto la seguente clausola nel contratto:

2.4 Qualora in data 30.04.2020 la consegna non fosse possibile e/o la Parte Conduttrice non potesse recarsi presso l'immobile in base alle normative vigenti anche a livello internazionale in relazione all'emergenza Covid-19 , le Parti si danno atto, sin d’ora, che concorderanno in buona fede una data successiva per la consegna dell'immobile e contestuale inizio della locazione ( di seguito la "Proroga").

Inserire " anche a livello internazionale" vorrebbe dire vincolare l'immobile potenzialmente per mesi senza percepire un canone di locazione e non avere la possiabilità di locare l'immobile a qualcun altro nel momento in cui ci permetteranno di farlo.

La persona incaricata di ritirare le chiavi e citata nel contratto è in Italia.

Inoltre il contratto era già stato firmato da entrambe le parti 1 mese fa e poi si è deciso di modificarlo per ovvie ragioni.

Cosa ne pensate?
 

francesca63

Moderatore
Membro dello Staff
Privato Cittadino
Devi sapere tu se ti conviene correre il rischio di dover rimandare a lungo, oppure se è più facile trovare altri interessati a breve ( ma non credo).
Dipende da tante variabili, in primis da quanto è appetibile l'immobile.
L'unica cosa che mi pare consigliabile è di definire già una data successiva, o una modalità per la proroga, se il 30/4 non sarà possibile, piuttosto che lasciare all'"accordo in buona fede delle parti"; anche, ad esempio rimandando di mese in mese, oppure definendo che la consegna avverrà entro 10 giorni dal primo giorno utile in cui sarà possibile per il conduttore venire in Italia.
 

silviavr001

Membro Ordinario
Giocare sul fatto che in questo momento non è possibile locare l'immobile, anche se non è detto, non lo trovo corretto.

Anche se il conduttore non è in Italia ha delegato una persona in Italia, la sua assistente, che provvederà al ritiro delle chiavi.

Mi serve un parere sulla clausola nuda e cruda, non sulle variabili e sulla situazione attuale.

Si può stipulare un contratto tenendo in considerazione le normative internazionali? la società che lo vuole locare è Italiana, loro sono stranieri.

Grazie
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Sto stipulando un contratto di locazione commerciale con delle persone che si trovano all'estero.

Il loro avvocato ha inseririto la seguente clausola nel contratto:

2.4 Qualora in data 30.04.2020 la consegna non fosse possibile e/o la Parte Conduttrice non potesse recarsi presso l'immobile in base alle normative vigenti anche a livello internazionale in relazione all'emergenza Covid-19 , le Parti si danno atto, sin d’ora, che concorderanno in buona fede una data successiva per la consegna dell'immobile e contestuale inizio della locazione ( di seguito la "Proroga").

Inserire " anche a livello internazionale" vorrebbe dire vincolare l'immobile potenzialmente per mesi senza percepire un canone di locazione e non avere la possiabilità di locare l'immobile a qualcun altro nel momento in cui ci permetteranno di farlo.

La persona incaricata di ritirare le chiavi e citata nel contratto è in Italia.

Inoltre il contratto era già stato firmato da entrambe le parti 1 mese fa e poi si è deciso di modificarlo per ovvie ragioni.

Cosa ne pensate?
io in un contratto fatto a distanza con dei conduttori napoletani ad inizio quarantena ho scritto (vado a memoria) "qualora a seguito di normative nazionali o regionali, anche di carattere temporaneo, fosse impedito al conduttore prendere possesso dell'immobile ecc ecc .e poi più e meno come quella che hai scritto.
Comunque da adesso in poi un bel "salvo causa di forza maggiore" dopo le scadenze lo inserisco
 

davideboschi

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Comunque da adesso in poi un bel "salvo causa di forza maggiore" dopo le scadenze lo inserisco
Fai bene, anche se a mio avviso la clausola è ridondante, nel senso che è sempre vero, anche se non espressamente riportato, che l'impossibilità a dare esecuzione a un contratto, dovuta a circostanze oggettive o anche a stato di necessità di una delle parti, non rende inadempiente nessuna delle parti e quindi non dà luogo ad attribuzioni di responsabilità o a risarcimenti.
Certo scriverlo espressamente è meglio ed evita potenziali discussioni.
 

Giuseppe Di Massa

Membro Senior
Agente Immobiliare
Fai bene, anche se a mio avviso la clausola è ridondante, nel senso che è sempre vero, anche se non espressamente riportato, che l'impossibilità a dare esecuzione a un contratto, dovuta a circostanze oggettive o anche a stato di necessità di una delle parti, non rende inadempiente nessuna delle parti e quindi non dà luogo ad attribuzioni di responsabilità o a risarcimenti.
Certo scriverlo espressamente è meglio ed evita potenziali discussioni.
Esatto, del resto metà dei nostri contratti è composto da clausole già previste per legge, vedi lo spiegone sull'assengo di deposito o sul momento in cui si conclude un contratto, ma se viene scritto si evitano più facilmente inizi o tentativi di controversie
 

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