Non credo: se il venditore dichiara qualcosa di errata, la responsabilità è sua.
Sapevi dall’inizio che l’agente aveva poche info, infatti hai messo diverse condizioni sospensive.
Prima che il contratto sia efficace (per ora è sospeso, quindi valido ma inefficace), sarebbe meglio chiarire e risolvere ogni aspetto conflittuale.
D’altronde avete avuto tutti un po’ “fretta” di procedere.
Tienici aggiornati
Puoi farlo, ma solo perché l'accettazione non è giunta in tempo.
Normalmente una proposta è vincolante fino a una certa data e , se accettata, non permette più di ritirarsi.
Secondo me, dopo aver chiesto spiegazioni come tu dici, dovresti decidere se:
- considerare l'accettazione valida nonostante il ritardo, in questo caso non fai altro che confermare quanto scritto nella tua proposta e non puoi limare niente senza l'accordo del venditore;
- considerare l'accettazione come non valida in quanto tardiva, e scegliere tra le ulteriori tre opzioni:
--fare una seconda proposta a prezzo adeguato ala reale situazione dell'immobile e (suggerisco) condizionata alla regolarità urbanistica e alla ricezione dei documenti che il tuo tecnico ti suggerirà di chiedere;
--aspettare la reazione della controparte (se si farà viva);
--cercarti un'altro immobile.
Allora, è finito l’incontro. Ho dovuto fare presente io all’AI la presenza di quella clausola (perché non leggere?), al che si è subito mobilitata per chiamare il proprietario il quale non sa nulla dato che ha delegato i lavori a suo figlio architetto (a quanto pare quindi non ha parlato chiaramente della questione dopo l’incontro in cui abbiamo scoperto questo problema) L’AI ha provato a contattare l’architetto ma non ha risposto, quindi per adesso la proposta è SOSPESA, appena riceverò tutte le spiegazioni del caso ci incontreremo nuovamente o per firmare o per cambiare la proposta.
In oltre durante la visita del perito ho dovuto fare presente all’AI che all’interno di quella che dovrebbe essere la “mia” cantina, sono presenti invece i pannelli di controllo elettrici di TUTTI gli altri appartamenti. Difatti la chiave di questa “fantomatica” cantina e sempre all’interno della serratura il che renderebbe il locale di pertinenza condominiale(?).
Oltretutto, sembrerebbe mancare il collegamento del secondo portoncino di ingresso al citofono dell’appartamento..
Quindi ricapitolando:
- pannelli non presenti ma dichiarati in proposta
- cantina non privata essendo presenti pannelli di controllo e contatori degli altri 4 appartamenti
- collegamento del citofono al secondo portone di ingresso
Sono arrabbiata? Tanto.
Sono ansiosa? Anche di più.
diciamo che ci dovrebbe essere una pratica urbanistica.
Dunque vorrei fare delle precisazioni per meglio spiegarti cosa penso sia avvenuto e aiutarti a fare le domande giuste per sciogliere i tuoi dubbi.
Se il costruttore ha usufruito della legge dei 3 anni per fare poi il recupero, significa che in fase di costruzione ha apparecchiato gli impianti. Il numero dei pannelli non è legato al numero degli appartamenti, immagino ci sia una caldaia centralizzata e un serbatoio di accumulo collegato agli appartamenti i quali aprono i rubinetti e utilizzano prima l'acqua nel serbatoio fino ad esaurimento, così per l'impianto di riscaldamento. La domanda che devi fare è, non se c'è il pannello, ma se i pannelli sono collegati alla tua unità immobiliare. Da quello che immagino, la risposta è si, perché penso che la tua unità immobiliare era collegata all'appartamento di sopra. La legge ha consentito di non attendere i 5 anni ma i tre e il costruttore ha frazionato e fatto il recupero del sottotetto.
Il discorso è che quando io ho parlato con i tecnici che stavano collegando riscaldamento e aria condizionata, loro mi hanno proprio confermato che la casa non è collegata ai pannelli solari.