platypus81

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Privato Cittadino
Ciao a tutti, una settimana fa ho firmato una proposta di acquisto vincolata al perfetto allineamento tra stato di fatto, situazione urbanistica e situazione catastale. Da una prima visione degli atti (consegnati dalla controparte solo dopo accettazione della proposta....) emerge che il certificato di conformità edilizia e agibilità è stato rilasciato a seguito di un sopralluogo del tecnico del comune che, pur avendo riscontrato alcune difformità, ha dichiarato che le stesse rientrano nella soglia di tolleranza del 2%. Tuttavia l'elaborato grafico delle difformità evidenzia differenze ben superiori al 2% (ad esempio l'altezza minima del sottotetto è 122 e non 135). Mi viene da pensare che il tecnico del comune abbia deciso di chiudere un occhio, evitando di essere fiscale. Tuttavia mi chiedo se questa situazione non possa crearmi dei problemi in un secondo momento. Mi spaventano principalmente le difformità del sottotetto, non vorrei che con le altezze da stato di fatto la frazione di superficie accessoria aumenti, generando difformità non sanabili nel caso in cui la cubatura massima sia stata già raggiunta. Ovviamente il tecnico della controparte e l'agenzia dicono che i documenti sono tutti a posto e mi trattano come se fossi un paranoico. Cosa mi consigliate di fare? Grazie e buona giornata
 

brina82

Membro Storico
Professionista
Ciao a tutti, una settimana fa ho firmato una proposta di acquisto vincolata al perfetto allineamento tra stato di fatto, situazione urbanistica e situazione catastale. Da una prima visione degli atti (consegnati dalla controparte solo dopo accettazione della proposta....) emerge che il certificato di conformità edilizia e agibilità è stato rilasciato a seguito di un sopralluogo del tecnico del comune che, pur avendo riscontrato alcune difformità, ha dichiarato che le stesse rientrano nella soglia di tolleranza del 2%. Tuttavia l'elaborato grafico delle difformità evidenzia differenze ben superiori al 2% (ad esempio l'altezza minima del sottotetto è 122 e non 135). Mi viene da pensare che il tecnico del comune abbia deciso di chiudere un occhio, evitando di essere fiscale. Tuttavia mi chiedo se questa situazione non possa crearmi dei problemi in un secondo momento. Mi spaventano principalmente le difformità del sottotetto, non vorrei che con le altezze da stato di fatto la frazione di superficie accessoria aumenti, generando difformità non sanabili nel caso in cui la cubatura massima sia stata già raggiunta. Ovviamente il tecnico della controparte e l'agenzia dicono che i documenti sono tutti a posto e mi trattano come se fossi un paranoico. Cosa mi consigliate di fare? Grazie e buona giornata
Il sopralluogo è stato fatto addirittura dal tecnico comunale? Per quale motivo? Mi pare una cosa singolare: se i tecnici comunali dovessero andare a misurare tutte le unità immobiliari dei Comuni, in Italia non ci sarebbero più disoccupati.

Da progetto doveva essere 135 e invece è 122?
 

platypus81

Membro Attivo
Privato Cittadino
Si confermo, il sopralluogo è stato fatto da un tecnico comunale, non saprei dire perché francamente. 136 da progetto e 122 stato di fatto, anche altre misure difformi ma sempre entro un limite del 10%. E' tutto molto strano, durante una delle visite all'immobile avevo preso le misure e a me sembrava che fosse addirittura 150...è possibile che abbia sbagliato, infatti ho intenzione di fare un sopralluogo prima del preliminare con un tecnico di mia fiducia e riprendere tutte le misure...
 

PyerSilvio

Membro Storico
Agente Immobiliare
mi trattano come se fossi un paranoico.

..e fanno bene.

Aldila' delle misurazioni/verifiche effettuate "al fai da te", andare a confutare il comune concessionario che ha assentito su quelle tolleranze, è come andare dalla gallina a spiegargli come doveva fare l'uovo.

Se tutta la documentazione necessaria, è stata regolarmente ed ufficialmente rilasciata dal comune concessionario che pure in presenza di incongruenze, ha decretato la piena conformità urbanistico catastale dell'oggetto, non si comprende cosa vai cercando.

Dando retta all'ISTAT, oltre la metà dell'intero patrimonio immobiliare italiano è stato costruito tra il 1940 e il 1980.

Per questa motivazione, la stragrande maggioranza delle case gravanti sul nostro territorio, presenta difformita' ed abusi dei generi più svariati.

Ciò si riscontra, perché molto semplicemente, i tecnici dell'epoca non potevano certo sognarsi norme, leggi o strumenti urbanistici, quando a quel tempo, non erano neppure stati concepiti.

Per cercare di contrastare questo mostro dalla forza imbattibile che è il tempo, i comuni e il legislatore, per non dover dichiarare abusivi e demolire tutti quei fabbricati a suo tempo regolarmente autorizzati, compresi quelli che non rispettano né le normative dell'epoca e nemmeno quelle attuali, per ragionevolezza, non possono fare altro che mettere in campo altri strumenti e leggi, per dichiarare e certificare come regolarmente conforme, ciò che in realtà non è, non potrebbe o non poteva esserlo.

Leggi ponte, condoni, sanatorie, fiscalizzazioni edilizie e chi più ne ha più ne metta.

Se è la gallina a fare l'uovo non si capisce chi sei tu per dire che così non va bene.
 

brina82

Membro Storico
Professionista
La minor dimensione del fabbricato è sempre in tolleranza
Scusa ma se tu fai il progetto di una trifamiliare (100mq x 3) e poi ne fai solamente 2 (quindi 100mq x 2), per giunta non rispettando ovviamente neppure lo strutturale che prevedeva una struttura unica (la terza non la fai proprio), come fai a dire che sei in tolleranza? Non mi torna...
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Scusa ma se tu fai il progetto di una trifamiliare (100mq x 3) e poi ne fai solamente 2 (quindi 100mq x 2), per giunta non rispettando ovviamente neppure lo strutturale che prevedeva una struttura unica (la terza non la fai proprio), come fai a dire che sei in tolleranza? Non mi torna...
Non è un pò esagerato il tuo esempio ?
Dico da profana ovviamente.
 

Jan80

Membro Senior
Professionista
Voglio sperare che prima del collaudo venga presentata una variante non sostanziale, altrimenti il collaudatore dubito proceda data la totale discrepanza.
 

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