Non la sostanza, che è un cambiamento delle regole.Buona parte di quanto richiesto è già esistente da tempo.
Poi possiamo discutere su cosa vogliamo ottenere e quali sono i cambiamenti delle regole per ottenerlo, ma questa è un'altra faccenda.
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Non la sostanza, che è un cambiamento delle regole.Buona parte di quanto richiesto è già esistente da tempo.
ci sono già regole nuove, da tempo, e sono in corso lavori per altre regole nuovecambiamento delle regole
non puoi andare contro i mulini al vento...
So a cosa ti riferisci: mio padre mi dice sempre che se avesse voluto, all'epoca le lauree in architettura (per dire) le regalavano, tuttavia credo che fu una "finestra" di qualche anno, oggi invece è una tendenza, più che una finestra...Guarda che che per le lauree devi risalire a 30/40 anni fa e anche allora gli esami in certe facoltà (architettura, scienze politiche, filosofia etc.) erano spesso una farsa.
Trucida è a stelle e strisce. Il PH qui dipende dalla tua produzione scientifica non basta fare anche ricerca. Sulla base di cosa è DOVE hai pubblicato con una procedura simile ad un concorso si accede al Ph che di solito da anche la qualifica di medico docente. Da lì il titolo di Professoressa che ha in Italia è che stupisce lei stessa. Poi con il PhD si concorre per il primaria to. Una volta che sei primario come lei oltre che a operare dovete continuare a pubblicare formare nnovare e ricercare.. da lì i congressi.. O Ti MANDANO A CASA. E difficile essere primario? Si.. ma si pensa SOLO ad affrire ai pazienti IL MEGLIO E qui vogliamo dare validità perpetua ad un esame di abilitazione concepito per un pasticciere professionale ? Ora credo di averti chiarito come funziona nel mondo che funziona.
Ps usa meno Wikipedia ..e monta una sveglia. Grossa
non c'entra assolutamente nulla con quello che è il phd in sè.Dirò a Trucida che c è uno che le spiega come e diventata primario. Sabato notte sarai in sala operatoria con lei.
Bene,
Io mi sono laureata in filosofia nel 1972 e l'università, nonostante fossimo in pieno post '68, l'università è stata serissima.Guarda che che per le lauree devi risalire a 30/40 anni fa e anche allora gli esami in certe facoltà (architettura, scienze politiche, filosofia etc.) erano spesso una farsa.
Allora ..scusa stiamo uscendo sarò rapido..Partiamo da un presupposto: sono a favore della formazione e non solo nel nostro settore.
Ma la formazione deve essere un'esigenza e non un obbligo.
Troppo spesso ho assistito a discenti sonnacchiosi, presenti in aula solo per ottenere un attestato od un credito.
Devo però ammettere quanto sia difficile reperire corsi di formazione tecnica destinati alla nostra categoria.
I corsi di "vendita" spuntano come funghi ma quelli tecnici sono rari e sporadicamente organizzati dalle associazioni di categoria, coinvolgendo alcuni professionisti della zona.
La formazione serve: Il diritto tributario prevede cambiamenti molto rapidi e spesso, sulla fiscalità immobiliare, si può fare la differenza rispetto a commercialisti non sempre dotati della corretta competenza.
Ma anche gli stessi articoli del codice civile concernenti la nostra professione, pur non essendo oggetto di modifica, hanno prodotto una giurisprudenza che si evolve nel tempo e, magari, richiede aggiornamenti anche sul piano della modulistica in uso.
Locazioni, nuove costruzioni, affitto con riscatto... tanti sono gli elementi oggetto di aggiornamenti...
Poi ci sono le novità tecnologiche... gestire le fotografie digitali, imparare ad utilizzare un programma di editing per foto e filmati, saper utilizzare una reflex... tutti elementi che possono essere appaltati ad un esterno o devono essere il frutto di competenze acquisite...
Insomma... non si finisce mai di imparare...
Mha la gloriosa Università di Milano aveva più facoltà MA a giurisprudenza l aria era pesantissima. Si sentiva il peso della tradizione, della cultura profonda dei li ti impolverati. Si sognavano i principi del foro e l essere figlio di uno con i ball era visto più un peccato che un vantaggio. Tutti i cattedratici conoscevano il mio babbo Truce ..e tutti dicevano “vediamo se il figlio…”.Io mi sono laureata in filosofia nel 1972 e l'università, nonostante fossimo in pieno post '68, l'università è stata serissima.
Anche troppo.
Forse sarebbe più semplice aggiornare gli obblighi del mediatore (in termini ad esempio di responsabilità di quanto messo in vendita), la categoria si adeguerebbe automaticamente.Ma la formazione deve essere un'esigenza e non un obbligo.
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