Chiariamo che l'immobile pervenuto per donazione è vendibile alla pari di qualsiasi altro immobile, solo che c'è una difficoltà di carattere pratico che ne rende difficile la vendita e mi spiego, la donazione tecnicamente parlando può essere impugnata in qualsiasi momento da un erede legittimo conosciuto o meno al momento... faccio un esempio assurdo, un figlio legittimo che vien fuori tra un anno... questa " spada di Damocle " logicamente influisce sulla vendibilità ( una compratore potrebbe dover restituire e /o dividere l'immobile con l'erede legittimo ) ed inoltre per lo stesso motivo, rende l'immobile difficilmente mutuabile dalle Banche, a questo aggiungici l'usufrutto e fai tu il risultato, beninteso io parlo di difficoltà non di invendibilità, puoi trovare sempre il compratore ma sarebbe difficile e comunque il costo sarebbe alto per te, nel senso che dovresti venderlo a molto poco. La situazione però non è irreversibile, perchè dopo 10 anni dalla morte del donatore o dopo 20 dalla donazione, interviene la prescrizione per una azione di riduzione, per cui nessuno potrà più accampare diritti sull'immobile, per quanto riguarda l'usufrutto questo si estingue con la morte dell'usufruttuario per cui un giorno l'immobile sarà libero da ogni condizionamento...[DOUBLEPOST=1401089403,1401089244][/DOUBLEPOST]
credo si stia parlando della non accettazione dell'eredità pervenuta dal nipote ( il fidanzato di Sianna ) se cosi' non è allora hai perfettamente ragione , nessun accordo, dichiarazione o altro resa premorte è valida.