francesca63

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Il codice civile dice che "devo le provvigioni ad un'agenzia se vedo la casa con essa e decido di comprarla"?
Qui mi pare si affermi questo.
Ed è più o meno esatto, con pochi distinguo.
Ma non possiamo fare qui un trattato di diritto.
Ti posto questa sentenza della Cassazione:
Cass. 16-01-2018, n. 869 : “il diritto del mediatore alla provvigione sorge tutte le volte in cui la conclusione dell'affare sia in rapporto causale con l'attività intermediatrice, non occorrendo un nesso eziologico diretto ed esclusivo tra l'attività del mediatore e la conclusione dell'affare, poiché è sufficiente che il mediatore - pur in assenza di un suo intervento in tutte le fasi della trattativa ed anche in presenza di un processo di formazione della volontà delle parti complesso ed articolato nel tempo - abbia messo in relazione le stesse, sì da realizzare l'antecedente indispensabile per pervenire alla conclusione del contratto, secondo i principi della causalità adeguata (nella specie, la suprema corte ha escluso che l'intervento di un secondo mediatore interrompa, di per sé, il nesso di causalità tra l'attività del primo e la conclusione dell'affare)”.

ANTECEDENTE INDISPENSABILE, questo è il succo.
In generale, se tu sai dal mediatore che un certo immobile è in vendita, e poi lo compri , devi a lui le provvigioni.
 

Luther

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Prendo atto, e riporto qui un intervento di @PyerSilvio di 5 anni fa, qui il thread






La seconda agenzia detiene l'incarico.

Questa conduce la vendita e non altri.

Quindi semmai la domanda e' un'altra:

Vale la pena rischiare di non aggiudicarsi l'affare, per il timore, del tutto infondato, che la prima agenzia possa avanzare pretese...?

Personalmente a me vien da ridere.

Quando venite a dire, che vincete cause sbandierarando ai quattro venti, quei vostri fogliettini di presa visione.

Non ci credo.

Come non credo a quanto ci e' venuto a raccontare Gianluca checasa.

A meno che il tribunale a cui si e' rivolto non abbia la sua sede sulla Luna.

La fattispecie prevista dall’art. 1758 cod. civ. va tenuta distinta da due diverse ipotesi:

I°) i diversi mediatori abbiano operato in modo indipendente gli uni dagli altri e in questo caso solo colui che concluderà l’affare avrà diritto alla provvigione;
II° i mediatori abbiano ricevuto incarico chi da una parte (es. venditore) chi dall’altra parte (es. acquirente), in tal caso ognuno avrà diritto alla provvigione solo dalla parte che gli abbia conferito l’incarico (Cass. civ. sent. 17/11/1978 n. 5375).

Massime relative all'art. 1758 Codice civile

Cass. n. 16157/2010
Il diritto alla divisione della provvigione tra più mediatori sorge, a norma dell'art. 1758 c.c., soltanto quando essi abbiamo cooperato simultaneamente e di comune intesa, ovvero autonomamente, ma giovandosi l'uno dell'attività espletata dall'altro, alla conclusione dell'affare, in modo da non potersi negare un nesso di concausalità obiettiva tra i loro interventi e la conclusione dell'affare, e sempre che si sia trattato dello stesso affare, sia sotto il profilo soggettivo, che oggettivo; non sussiste, invece, ,il diritto al compenso quando, dopo una prima fase di trattative avviate con l'intervento del mediatore senza risultato positivo, le parti siano successivamente pervenute alla conclusione ,dell'affare per effetto d'iniziative nuove, in nessun modo ricollegabili con le precedenti o da queste condizionate, sicché possa escludersi l'utilità dell'originario intervento del mediatore.

Cass. n. 1507/2007
In tema di mediazione, quando l'affare sia concluso con l'intervento di più mediatori (congiunto o distinto, contemporaneo o successivo, concordato o autonomo, in base allo stesso incarico o a più incarichi) a norma dell'art. 1758 c.c., ciascuno di essi ha diritto ad una quota di provvigione. (Nella specie la S.C. ha cassato la sentenza di merito che aveva negato l'applicabilità dell'art.1758 c.c. poiché i due mediatori avevano agito l'uno all'insaputa dell'altro, non cooperando di comune intesa fra di loro, né giovandosi ciascuno dell'attività dell'altro per la conclusione dell'affare).

Cass. n. 5766/2005
In caso di pluralità di mediatori, che abbiano operato simultaneamente e di comune intesa alla conclusione dell'affare, ovvero abbiano agito successivamente in modo autonomo ma giovandosi l'uno dell'utile apporto degli altri con contributo di tipo anche meramente integrativo ai fini del raggiungimento dell'accordo, in modo da non potersi negare un nesso di concausalità obiettiva tra i singoli e separati interventi dei vari mediatori e la conclusione dell'affare, occorre distinguere a seconda che tutti o alcuni soltanto siano entrati in relazione con le parti o almeno una di esse, nel primo caso ciascun mediatore avendo azione diretta per il pagamento della provvigione e, nel secondo, il mediatore che non ha preso contatto potendo agire in rivalsa nei confronti del mediatore o dei mediatori che hanno ottenuto il pagamento dell'intera provvigione. Poiché l'art. 1758 c.c. pone la regola della ripartizione pro quota della provvigione, con implicita esclusione della solidarietà, ciascun mediatore ha diritto ad una quota della medesima e l'obbligato può considerarsi liberato solo quando abbia corrisposto a ciascuno la quota spettantegli, a meno che non sia stata pattuita la solidarietà dell'obbligazione dal lato attivo, nel qual caso è liberatorio il pagamento dell'intera provvigione ad uno solo dei mediatori, avendo gli altri azione esclusivamente contro quest'ultimo per ottenere la propria par: te; nell'ipotesi, peraltro, in cui solo alcuni siano iscritti al ruolo istituito con. legge n. 39 del 1989, non spetta ai non iscritti la provvigione.

Cass. n. 2898/1987
In materia di mediazione l'art. 1758 c.c. non ha carattere di disposizione speciale rispetto al precedente art. 1755, per cui, anche quando la conclusione dell'affare sia stata determinata dalla attività intermediatrice di più persone, soggetto obbligato al pagamento della provvigione è sempre e soltanto ciascuna delle parti che hanno concluso l'affare, mentre la pluralità dei mediatori comporta, data la divisibilità dell'obbligazione, l'applicazione della regola di cui all'art. 1314 c.c. Pertanto, poiché ciascuno dei mediatori, ai sensi del citato art. 1758, ha diritto ad una quota della provvigione, l'obbligato può considerarsi liberato solo quando abbia corrisposto a ciascuno la quota spettantegli, salvo che sia stata espressamente pattuita la solidarietà della obbligazione dal lato attivo, nel qual caso è liberatorio il pagamento dell'intera provvigione ad uno solo dei mediatori e gli altri hanno, azione esclusivamente contro quest'ultimo per ottenere la propria parte.

Cass. n. 2657/1974
L'intervento di più mediatori nell'affare non attribuisce ad ognuno di essi il diritto ad una quota eguale di provvigione, dovendo la misura di detta quota essere, invece, rapportata all'entità ed all importanza dell'opera prestata da ciascuno dei mediatori intervenuti.
 

francesca63

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Privato Cittadino
Prendo atto, e riporto qui un intervento di @PyerSilvio di 5 anni fa, qui il thread
Una rondine non fa primavera.
Ognuno porta qui le proprie conoscenze ed esperienze.

Come avrai capito un dettaglio ( prezzo, tempo, modalità dell’affare) può fare la differenza, ed anche i giudici non hanno visione univoca.
Per questo, se possibile, meglio chiarire prima di qualsiasi firma; ma rivolgersi alla prima agenzia secondo me è sempre la scelta più corretta.
 

Luther

Membro Attivo
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Una rondine non fa primavera.
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Come avrai capito un dettaglio ( prezzo, tempo, modalità dell’affare) può fare la differenza, ed anche i giudici non hanno visione univoca.
Per questo, se possibile, meglio chiarire prima di qualsiasi firma; ma rivolgersi alla prima agenzia secondo me è sempre la scelta più corretta.
Grazie per il chiarimento.
Resto dell'idea che nel malaugurato caso di contenzioso giudiziario, la proposta rifiutata sia un argomento "forte".
 

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