Roberto21

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Nella planimetria di primo impianto del NCEU (1939) un negozio su strada era censito insieme all’abitazione del negoziante in categoria A/4, la quale abitazione comunicava col negozio sul retro (ed aveva anche accesso autonomo dall’androne dell’edificio).
Negli anni Sessanta i due locali vennero separati e resi autonomi.
Poco dopo l’ultimo vano dell’abitazione (che aveva anche un accesso autonomo dal cortile dell’edificio) venne separato dall’unita’ abitativa e divenne un negozio.
Negli anni Ottanta fu condonato il passaggio da abitazione a locale commerciale per questo vano, e nella stessa occasione fu aggiornata e frazionata la planimetria catastale (che è ancora quella attuale) con:
1) unità c/1 negozio su strada (senza che ci fosse un condono, presumo perché il negozio si poteva dimostrare era già tale nel 1939 e anche prima);
2) unità abitativa A/4;
3) unità c/1 nel cortile, condonata.

Oggi rinunciando al condono ottenuto per la terza unità, è possibile riaccorparla e fonderla all’abitazione in categoria A/4 (ora A/2), riaprendo la comunicazione chiusa, senza ritornare allo status-quo del 1939 quando nell’unica unità era compreso anche il negozio su strada (e per il quale non c’è stato mai condono perché era già tale)?

Si hanno a disposizione vari documenti (contratti di locazione registrati, scritture private) che testimoniano i vari passaggi descritti intervenuti nel tempo.
 

Roberto21

Nuovo Iscritto
Privato Cittadino
Il condono del negozio nel cortile si è chiuso correttamente con il rilascio della concessione edilizia in sanatoria.

Oggi tuttavia si vorrebbe rinunciare al condono ottenuto, e riaccorpare l’attuale negozio nel cortile all’abitazione (rinunciando cioè al fatto che sia un negozio). Quindi avere due u.i distinte e non comunicanti: i) il negozio C/1 su strada; ii) l’abitazione (ingrandita di un vano)

Volevo capire se questo è possibile oppure è necessario (per riaccorpare il negozio nel cortile all’abitazione) tornare alla situazione originaria della planimetria di primo impianto (in cui anche il negozio su strada è censito insieme), cosa che appunto non sarebbe né possibile né voluta
 

brina82

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A questo non potrai comunque tornare neppure se lo volessi, oggi sarebbero sempre due u.i. distinte anche se comunicanti.
Non ho capito se il condono è stato chiuso con una concessione edilizia in sanatoria o meno.
Ripristinare lo stato originario dovrebbe essere sempre possibile, no?
 

Jan80

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Ripristinare lo stato originario dovrebbe essere sempre possibile, no?
Catastalmente non è possibile oggigiorno censire due immobili con differenti destinazioni d'uso capaci di generare autonomamente reddito in un'unica u.i.

Non è neanche possibile "rinunciare" a un titolo edilizio quando questo è stato regolarmente chiuso.

@Roberto21 come ti è stato già consigliato dovrai rivolgerti a un tecnico di fiducia per risolvere il tuo problema; probabilmente la via più semplice è quella di presentare una nuova pratica edilizia per le modifiche che si vogliono apportare, sempre che siano conformi a norme e regolamenti.
 

brina82

Membro Storico
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Catastalmente non è possibile oggigiorno censire due immobili con differenti destinazioni d'uso capaci di generare autonomamente reddito in un'unica u.i.

Non è neanche possibile "rinunciare" a un titolo edilizio quando questo è stato regolarmente chiuso.

@Roberto21 come ti è stato già consigliato dovrai rivolgerti a un tecnico di fiducia per risolvere il tuo problema; probabilmente la via più semplice è quella di presentare una nuova pratica edilizia per le modifiche che si vogliono apportare, sempre che siano conformi a norme e regolamenti.
A prescindere dal catasto, se fosse urbanisticamente possibile, poi una "soluzione" catastale si trova, no?
 

Jan80

Membro Senior
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Certo, seguono norme differenti, tutto qua.

Nel caso in esame lo stato legittimo è quello rappresentato nella concessione edilizia in sanatoria e non quello precedente poiché il condono è stato chiuso. A mio avviso per tornare in toto allo stato precedente senza presentare una nuova pratica edilizia con tutto quello che ne può conseguire, il Comune dovrebbe poter perseguire un interesse pubblico venuto a meno da una rappresentazione non veritiera nel condono, poiché sono passati i termini del potere di annullamento in autotutela di quest'ultimo.
A meno di particolari norme regionali dubito che l'intestatario del titolo abilitativo possa rinunciarvi una volta chiuso e consolidato, mentre è un'opzione sempre possibile durante la validità del titolo stesso.
 
Ultima modifica:

brina82

Membro Storico
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Nel caso in esame lo stato legittimo è quello rappresentato nella concessione edilizia in sanatoria e non quello precedente poiché il condono è stato chiuso.
Certo, però è probabile che anche lo stato relativo al '39 fosse all'epoca legittimo (a meno di presenza di un progetto e regolamenti precedenti disattesi), quindi teoricamente sarebbe possibile tornare anche allo stato del '39: cosa ne pensi?

Tuttavia è chiarissimo come da un forum sia impossibile analizzare il tutto, quindi vale questo:
Consulta un tecnico, che dopo sopralluogo e analisi documenti e regolamenti comunali saprà dirti cosa è possibile fare, e con che costi
 

Jan80

Membro Senior
Professionista
Certo, però è probabile che anche lo stato relativo al '39 fosse all'epoca legittimo (a meno di presenza di un progetto e regolamenti precedenti disattesi), quindi teoricamente sarebbe possibile tornare anche allo stato del '39: cosa ne pensi?
Per me solo se il Comune annullasse l'ultimo titolo edilizio sarebbe possibile tornare allo stato legittimo del 1939, che, nel caso specifico, conterrebbe anche il passaggio tra negozio e abitazione a livello urbanistico, mentre catastalmente sarebbero sempre due u.i. distinte sebbene comunicanti.
 

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