Concordo con Enzo6, ci sono professionisti e professioni in tutte le professioni (scusate il gioco di parole) e non possiamo prendere un solo soggetto per stigmatizzare tutta la categoria.
Non concordo invece con Ponz quando scrive che per un preliminare non servono le competenze di un notaio perché il preliminare è, per le parti, forse più importante ancora. Il rogito non può contenere altre clausole che quelle contenute nel compromesso; se in questo una clausola è scritta male, dal punto di vista giuridico, poi non posso più cambiarla se non con l'accordo delle parti.
Ne consegue che le parti - non tecniche - possono interpretare quanto scritto secondo la loro intenzione il che non significa che la stessa sia comune e che sia conforme alla legge.
Per dare un esempio. Anni fa, quando c'era ancora l'INVIM, in un compromesso le parti avevano scritto che tutte le tasse dell'atto erano a carico dell'acquirente. Al momento del rogito il venditore si aspettava che il compratore pagasse l'INVIM il compratore si rifiutò, perché l'INVIM era un'imposta. In conclusione di fronte alla scelta se restituire il doppio della caparra ricevuta o di pagare l'INVIM il venditore optò per quella meno onerosa ma il risultato fu che incassò meno del previsto.
Trovo invece contraddittorio per la sua tesi quando scrive che il notaio non agisce (rogito o preliminare) in assenza di relazione tecnica (geometra/architetto/ingegnere ecc.). Lo trovo contraddittorio perché alla fine concorda con me che scrivevo che il notaio ha la capacità professionale di fare un compromesso blindato e la possibilità d'avvalersi di tecnici che facciano gli approfondimenti necessari. Possibilità che nella realtà viene sempre esercitata in quanto nel preliminare l'oggetto della vendita viene ben identificato completo di tutte le evidenze, tra cui le urbanistiche.