Grazie anche a te. nel frattempo ho avuto una conversazione con un altro cortesissimo forumista, e ne ho ricavato qualche ulteriore informazione.
Circa il tuo intervento, per correttezza verso chi ci legge, credo occorra quanche puntualizzazione:
trattandosi di un diritto che spetta per legge in questo caso alla moglie di fatto esso non è soggetto ad alcuna particolare imposta, in quanto (proprio perché devoluto al coniuge), è gravato solo dall'imposta che colpisce il valore globale netto dell'asse ereditario.
La frase non mi pare di facile comprensione e nasconde qualche inesattezza: la casa di abitazione sconta l'imposta ipotecaria e catastale in misura fissa (168€ cadauna, almeno fino al 2013...), mentre il valore catastale grava sulla somma eventualmente imponibile per l'imposta di successione (se l'ammontare supera la franchigia)
Questa particolarità ha come conseguenza che, normalmente, il diritto d’abitazione non venga indicato nella denuncia di successione.
Quindi sembrerebbe superfluo indicarlo in quanto è la legge che lo prevede ...
Qui è vera la seconda affermazione: la prima è invece inficiata dall'errore precedente)
Pertanto è necessario, allo scopo di aggiornare correttamente le risultanze catastali, che il diritto di abitazione sia evidenziato nella domanda di voltura dipendente della denuncia di successione. (quindi andrebbe a mio avviso riportato)
Qui concordo: soprattutto è sulla domanda di voltura che occorre specificare bene: ma sembra emergere una cosa curiosa. (mi riferisco a quanto mi ha postato il forumista cortese...): a valle della voltura, fatta tenendo conto del diritto di abitazione, sulla visura appare per il coniuge la frazione totale di proprietà piena più il 100% di diritto di abitazione.
Ma ai figli viene attribuita la proprietà (senza nozione di
nuda) per la rispettiva frazione: domani avrò credo l'occasione di parlarne ad un geometra. Spero di avere qualche ulteriore informazione su come catastalmente è bene trattare questo diritto del coniuge, e come specificare la natura della quota del figlio.
"l'accettazione tacita d'eredità" con un atto pubblico o scrittura privata autenticata e poi trascritta ...
cosa che in pochi fanno anche perchè ignari se non costretti quando si troveranno a vendere ... quando il notaio gli chiederà circa 400 eurini tra diritti e compensi.
Su questo punto ho letto spesso qui sul forum, e ti ringrazio per avermelo ricordato: mi stai dicendo che posso facilmente evitare anche qui il notaio e "far da me?"
p.s.: Per la cronaca mi sto approcciando a far da me successione e voltura, visto che sono in ballo con una recentissima parcella per analogo servizio dove ai tuoi 400 eurini hanno pensato di aggiungere .... uno zero.
(E' corretto remunerare le prestazioni professionali, ma ci dovrebbe essere un limite: il valore della prestazione potrà essere riconosciuto con un adeguato costo orario, ma il costo finale dovrebbe essere in relazione con il tempo-impegno dedicato)
Invece i nostri bravi "parassiti della burocrazia" si sono inventati la formula della proporzione diretta al valore della pratica: la parcella sembra legata alla dimensione del tributo, o della negoziazione, il che non ha giustificazione alcuna.
(per la cronaca non mi riferisco alle vostre provvigioni, dove invece vedrei il legame ..)