Buongiorno sarei curioso di sentire un vostro parere su quanto mi sta capitando nel corso di un acquisto immobiliare:
un paio di mesi fa mio figlio, che sta cercando casa, crede di aver trovato l'appartamento che gli interessa: è già stato a vederlo ma vuole anche il mio parere: lo accompagno insieme ad un amico architetto al quale, se l'acquisto andrà a buon fine, affideremo la necessaria ristrutturazione: in loco troviamo l'agente e il proprietario dell'immobile: visitiamo assieme la mansarda, l'architetto identifica le opere necessarie per rimettere in ordine l'appartamento (che negli ultimi anni è stato dato in affitto a studenti della vicina università) e ci accordiamo per passare in agenzia l'indomani.
Andiamo in agenzia, proponiamo una piccola ( 3%) riduzione del prezzo proposto, e lasciamo una proposta d'acquisto accompagnata da un assegno: il giorno stesso l'agente mi conferma l'accettazione della proposta, e quindi fissiamo la data del compromesso e il nominativo del notaio: il caso vuole che si tratti dello stesso professionista che a suo tempo aveva rogitato a favore dell'attuale venditore.
Nel frattempo l'architetto, a cui è stato chiesto di appurare se sarebbe possibile modificare l'inclinazione dello spiovente, si reca all'ufficio condoni e chiede di visionare gli atti presenti (il venditore aveva accennato ad un condono richiesto per una parte dell'immobile quando la proprietaria era sua moglie): all'uffico condoni risullta che la richiesta di condono è regolare, gli oneri relativi sono stati pagati, ma gli oneri di urbanizzazione a suo tempo richiesti dal Comune NON sono stati versati: niente di che, si tratta di poco più di duemila euro che il venditore, avvertito del fatto assicura di pagare prima del rogito,
Nel frattempo siamo andati al compromesso, pagata una seconda tranche del prezzo e la percentuale dell'agenzia: fin qui nulla di particolare se non il fatto che il mancato pagamento deglli OU non fosse stato rilevato dai due notai che avevano già rogitato l'immobile, però, ad un esame della documentazione che accompagnava la richiesta di condono, si arriva a concludere che solo per una parte dell'immobile è stato chiesto il condono, mentre una parte viene considerata "regolare" senza necessità di condono: il dubbio che a questo punto si pone è il seguente: la parte "originale ", in pratica il mansardato sul lato sinistro del sottotetto viene dato "per buono", mentre per il lato destro è stato chiesto il condono, ma la regolarità della parte sinistra da cosa viene dedotta? Sapendo che "il catasto non è probatorio" non vorrei trovarmi ad acquistare un "abuso edilizio", per il quale non c'è possibilità di condono, ma solo il rischio di una richiesta di ripristino allo "status quo ante"...magari quando si presenterà la richiesta per la ristrutturazione.
Per dare un quadro più chiaro, l'immobile è una casa della fine dell' 800, la trasformazione del solaio in mansarda (solo due locali inizialmente) parrebbe risalire al dopoguerra (anni '45-'50), l'allargamento alla totalità del solaio (con richiesta di condono e acquisto da parte della moglie dell'attuale proprietario) risale al 1985.
Come valutate questa situazione:
a) Cose che capitano e che poi si aggiustano
b) Se non salta fuori la licenza edilizia del primo nucleo salta tutto ,"nottata pirsa e figghia fimmina" come dice Camilleri
c) mettere il notaio davanti alle sue responsabilità
d) ...........................................................................
Grazie! L.A.
un paio di mesi fa mio figlio, che sta cercando casa, crede di aver trovato l'appartamento che gli interessa: è già stato a vederlo ma vuole anche il mio parere: lo accompagno insieme ad un amico architetto al quale, se l'acquisto andrà a buon fine, affideremo la necessaria ristrutturazione: in loco troviamo l'agente e il proprietario dell'immobile: visitiamo assieme la mansarda, l'architetto identifica le opere necessarie per rimettere in ordine l'appartamento (che negli ultimi anni è stato dato in affitto a studenti della vicina università) e ci accordiamo per passare in agenzia l'indomani.
Andiamo in agenzia, proponiamo una piccola ( 3%) riduzione del prezzo proposto, e lasciamo una proposta d'acquisto accompagnata da un assegno: il giorno stesso l'agente mi conferma l'accettazione della proposta, e quindi fissiamo la data del compromesso e il nominativo del notaio: il caso vuole che si tratti dello stesso professionista che a suo tempo aveva rogitato a favore dell'attuale venditore.
Nel frattempo l'architetto, a cui è stato chiesto di appurare se sarebbe possibile modificare l'inclinazione dello spiovente, si reca all'ufficio condoni e chiede di visionare gli atti presenti (il venditore aveva accennato ad un condono richiesto per una parte dell'immobile quando la proprietaria era sua moglie): all'uffico condoni risullta che la richiesta di condono è regolare, gli oneri relativi sono stati pagati, ma gli oneri di urbanizzazione a suo tempo richiesti dal Comune NON sono stati versati: niente di che, si tratta di poco più di duemila euro che il venditore, avvertito del fatto assicura di pagare prima del rogito,
Nel frattempo siamo andati al compromesso, pagata una seconda tranche del prezzo e la percentuale dell'agenzia: fin qui nulla di particolare se non il fatto che il mancato pagamento deglli OU non fosse stato rilevato dai due notai che avevano già rogitato l'immobile, però, ad un esame della documentazione che accompagnava la richiesta di condono, si arriva a concludere che solo per una parte dell'immobile è stato chiesto il condono, mentre una parte viene considerata "regolare" senza necessità di condono: il dubbio che a questo punto si pone è il seguente: la parte "originale ", in pratica il mansardato sul lato sinistro del sottotetto viene dato "per buono", mentre per il lato destro è stato chiesto il condono, ma la regolarità della parte sinistra da cosa viene dedotta? Sapendo che "il catasto non è probatorio" non vorrei trovarmi ad acquistare un "abuso edilizio", per il quale non c'è possibilità di condono, ma solo il rischio di una richiesta di ripristino allo "status quo ante"...magari quando si presenterà la richiesta per la ristrutturazione.
Per dare un quadro più chiaro, l'immobile è una casa della fine dell' 800, la trasformazione del solaio in mansarda (solo due locali inizialmente) parrebbe risalire al dopoguerra (anni '45-'50), l'allargamento alla totalità del solaio (con richiesta di condono e acquisto da parte della moglie dell'attuale proprietario) risale al 1985.
Come valutate questa situazione:
a) Cose che capitano e che poi si aggiustano
b) Se non salta fuori la licenza edilizia del primo nucleo salta tutto ,"nottata pirsa e figghia fimmina" come dice Camilleri
c) mettere il notaio davanti alle sue responsabilità
d) ...........................................................................
Grazie! L.A.