Non concordo, per nulla (è nuova
).
Dobbiamo smeterla con la favcenda della giusta valutazione che ci serve come alibi per le esclusive.
La giusta valutazione NON è il giusto PREZZO, viene fuori da elaborazione di dati ch tengono gioco forza conto del PASSATO e di trend e di previsioni ch enon calcolano le miriadi di varibili (non si potrebbe) ch eil mercato e le situazioni presentano.
Il presso, quello vero, viene fuori dalla TRATTATIVA, conclusa.
Quindi ci sono tre livelli naturali:
A) Il prezzo richiesto.
B) Il prezzo probabile.
C) Il prezzo ottenuto.
L'Ai, a mio parere, se vuole mantenere la sua ecquidistanza e non diventare ne mandatario per il venditore ne per l'acquirente, deve stare distaccato il più possibile da A (ch enon lo riguarda proprio) , proporre B, agevolare C.
Per fare questo non deve AFFATTO dare un prezzo al propreitario, ma indicargli B, sottolineando che B è probabile e non è affatto vincolante per il MERCATO (che se ne fotte delle stime degli AI) sia in un senso ch ein un altro (più alto o più basso).
Quindi l'ai ch eprende un incarico non prendu un immobile a un determinato prezzo di vendita, ma prende un immobile per il quale il proprietario chiede A.
Qundo si presenta un acquirente interessanto, l'AI porterà la trattativa avanti tenendo in mente B, considerando che C non è necessariamente B, per nulla.
Fare i contratti in esclusiva con PREZZO indicato è pericolosamente vicino a un MANDATO, e dire che un AI fa le stime che devono essere anche PREZZI di realizzo è MOLTO, MOLTO sbagliato, a mio parere.
Da quando sono entrati i frnchising è stat atutta una rincorsa a cercare di forzare i passaggi naturali della trattativa chiudendoli in scatole "deformi" che hanno un solo scopo: accellerare la riscossione dell'AI.
Ma solo il tempo dirà dove sta il vero
e il tempo spesso...