Mi è capitato ancora di fare un dritto per lavoro (24+12 ore), stavolta se pur tristemente lo faccio per svago, effettivamente dopo una settimana da questa esperienza senza presunzione né prosecuzione traggo le mie scientifiche conclusioni, cercando controlli, e perciò non vaccinato di fronte a fatti che mi possano smentire, secondo Popper “Empirica o scientifica è soltanto quella teoria che può essere falsificata dall’esperienza, che cioè può indicare quali fatti, se accadessero, la confuterebbero”.
Chiedo scusa (lo devo agli amici che ho "conoscito" in questi sette giorni). Effettivamente se pur cercando di stare nei limiti sono stato un po' a sbalzo (fuori come un balcone)
In conclusione Non farò altro che continuare a fare il mio lavoro di umile geometra in fondo se prima o poi arriverò alla laurea geometra lo sono ed ad oggi per più di meta della vita, sempre appassionato come uno studente fin dalla "prima elementare" anche quando ho preso il mio primo zero in matematica perché ho confuso il + con il - ed ho sbagliato tutte sottrazioni del compito, ora serenamente ci ragiono sopra e ne valuto affascinato l'errore commesso anche in termini di geometria booleana, anzi ho imparato come dice Eisenman che “L’errore fa parte del fraintendimento. Per questo non è negativo. L’errore è una provvisorietà sulla strada della Non-Verità”.
Prendo seriamente il mio lavoro al pari di come lo fa l'artigiano per Adolf Loos (in "Parole nel Vuoto") parlando di ornamento “ Per l’onesto artigiano questo imbroglio era troppo; non ce la faceva proprio; sapeva benissimo come riporre gli abiti nell’armadio, sapeva benissimo come il suo prossimo vuol riposare; ora invece per i suoi clienti, a seconda della loro vocazione spirituale, doveva creare armadi e sedili greci, romanici, gotici, moreschi, italiani, tedeschi, barocchi e classici”.
Pur dopo anni abbiamo ancora bisogno di essere rimproverati e così, come successo nel "povero ricco" di Loos, anche con Koolhaas "…Il Junkspace è post-esistenziale; ti rende incerto su dove sei, rende poco chiaro dove stai andando, distrugge il luogo dove eri. Chi pensi di essere? Chi vorresti essere? (Nota per gli architetti: pensavate di poter ignorare il Junkspace, visitarlo di nascosto, trattarlo con sdegnosa non curanza o goderne indirettamente… poiché non potevate capirlo, avete buttato via le chiavi… Ma ora anche la vostra architettura è infetta, è diventata anch’essa levigata, onnicomprensiva, continua, contorta, piena di attività, infestata di atrii…)"
Anch'io l'Archeometra (o meglio il Geotetto) a questo punto cerco RiScatto e come il Dandy in, "Il pittore della vita moderna”, di Baudelaire riconosco che la moda è DeFormazione e sforzo permanente di RiForma che è RiScatto della corrotta natura umana.
Senza termini di paragone mi piace il pensiero Koolhaasiano dove il contemporaneo pittore baudelaireano, è l’uomo di mondo, è l’uomo delle folle, che si fonde con le folle, è un viaggiatore ed estrae dall’esperienza nell’aeroporto la quinta essenza della vita moderna. Nell’aeroporto individua l’epicentro (nel termine geografico, è l’incrocio fra i nodi di infrastrutture strategiche in contrapposizione al centro) ed è "il cavo piranesiano" DeGradato a tutte le velocità dei pensieri che si incontrano nella congestione dei movimenti di coloro che vanno in macchina, sulla metropolitana, in treno e sulle scale mobili ed, in questo ambiente, Koolhaas si fonde con le folle così come il convalescente baudelaireano si fonde con il pensiero a tutti i pensieri che si agitano intorno a lui, tornato, di recente, dalle ombre della morte, aspira, con delizia, ogni germe, ogni effluvio della vita e, siccome è stato sul punto di dimenticare tutto, ricorda e vuole ricordare tutto. Un "io insaziabile del non–io" che, prima di esprimere quel non–io, lo diventa.
Non sono pentito delle miei se pur "folli" risposte (non mi sono posto offensivamente, se non frainteso, nei confronti di nessuno, per lo meno in prima istanza e solo dopo che alla luce dei fatti, …mi sono difeso) ho cercato di mantenere riguardo ai DeCostruttivisti pensieri d’aspetto umanistico, fortemente antropocentrici, ed è risultato difficile affrontarlo con distacco, perché chiamato ad intervenire con idee e rendendomi partecipe "alla" discussione, come personaggio attivo di un suo aspetto: l’affollamento o il vuoto, ed a riscoprire "nella" discussione il gusto per lo svilupparsi di pensieri fondati su esperienze personali, fino ad ora magari preclusi dall’automatismo delle azioni quotidiane.
Potrebbero così le mie assurde risposte (a volte meno "sarcastiche" di altre) non essere state finalizzate ad esprimere semplicemente un personale gusto e perciò un "pensiero a sé stante", ma all’interno di esse, di creare tramite le sensazioni non più ibernate meccanicisticamente in atteggiamenti abitudinari del dialogo, la formulazione di pensieri e teorie, nuovamente rimessi in circolo nella complicata ragnatela di relazioni esistenti tra le varie parti di un unificato intero, che ha costituito anche il passaggio dalla modernità alla contemporaneità.
Entro leggermente nel merito in conclusione al tema principale del forum (il commercio in genere) con le ultime citazioni:
"…L’umanità continua a occuparsi dell’architettura. E se lo spazio cominciasse a occuparsi dell’umanità? Il Junkspace finirà per invadere il corpo?… La terapia genetica preannuncia forse una totale reingegnerizzazione in accordo con il Junkspace? In ognuno di noi, un mini-cantiere?… il cosmetico è il nuovo cosmico…"
"…Poiché è così intensamente consumato, il Junkspace è oggetto di una manutenzione frenetica, il turno di notte ripara i danni del turno di giorno in un incessante replica delmito di Sisifo. Mentre tu ti riprendi dal Junkspace, il Junkspace si riprende da te.
(
Sisifo, figlio di Eolo e fondatore della città di Corinto, fu secondo alcuni il più saggio e prudente dei mortali, secondo altri particolarmente incline al mestiere di brigante. Ciò su cui tutti concordano è la sua particolare dote di astuzia e scaltrezza: era colui che otteneva sempre qualcosa in cambio, tant’è che
fu - si dice - il promotore del commercio. Divenne tristemente famoso per la pena eterna che gli dei gli inflissero quando discese definitivamente nel Tartaro. Così ce lo descrive Omero nell’Odissea: "E poi Sisifo vidi, che spasmi orrendi pativa che con entrambe le mani spingeva un immane macigno. Esso, facendo forza con ambe le mani ed i piedi su su fino alla vetta spingeva il macigno, ma quando già superava la cima, lo cacciava indietro una forza. Di nuovo al piano così rotolava l’orrendo macigno. Ed ei di nuovo in su lo spingeva e puntava; e il sudore scorrea pei membri e via gli balzava dal capo la polvere")
Così come nella conclusione del suo saggio, "Generic City", Koolhaas recita «… Ora togliete l’audio: silenzio… fate scorrere il film all’indietro… Il centro si svuota… Sollievo… è finita. Questa è la storia della città. La città non esiste più. Ora possiamo uscire dalla sala».
A mio parere, emerge chiaramente che, nel silenzio della conclusione di questo film, di cui abbiamo la possibilità di sentire solo la critica, perché la sala era già piena, nel movimento a ritroso che rende evidente lo spazio tra l’uno e l’altro e nella bariestesia c’è l’essenza di Junkspace, che è il gusto della scoperta dello spazio e nello spazio.