Regola generale: Il logo migliore è quello più semplice. (esempio:logo della Nike)
Il primo logo da te presentato è semplice ed essenziale, chiaro e pulito.
Il primo è incisivo e la sua grafica ben trasmette al cliente il business del’azienda.
Il secondo, invece, è stracarico di elementi, risulta “pesante” e, secondo me, confonde le idee al cliente.
Altro elemento da tenere presente nella progettazione di un logo: la sua scalabilità.
Un logo ben ideato e ben disegnato deve “scalare” cioè deve mantenere intatte le sua caratteristiche grafiche di riconoscibilità e di incisività quando viene ridimensionato nettamente ( es. nei biglietti da visita, sui moduli personalizzati dei contratti…).
Il primo logo presente questa caratteristica importantissima ma prova a ridimensionare il secondo logo da te presentato alla dimensione di un 1cm. – 1.5 cm… Risulterà assortamente illeggibile con tutti quei svolazzi e con tutti quei fronzoli.
Altro elemento da tenete presente che non bisogna fare affidamento sul colore per trasmettere il messaggio che un logo vuol dare. Ormai il logo è destinato a mille usi diversi, ad essere stampato, ad essere fotografato, ad essere inserito in un’insegna, a viaggiare sul web in forma digitale…
La cosa migliore è realizzare un logo quanto mai “pratico” e razionale che trasmetta efficacemente il suo messaggio basandosi essenzialmente sulla scale dei grigi o sul bianco o sul nero con una limitata presenza di colori.
E per questo, con i tuoi logo, ci siamo.
E ora attenzione! Parliamo della longevità del logo.
Hai presente il logo della Coca Cola?
Ormai è ultracentenario…Mai cambiato.
Ricordi quello della Nutella? E’ lì inalterato, nella grafica e nei colori, dal 1964 e cioè dalla nascita e messa in commercio della migliore cioccolata spalmabile del mondo.
Uno dei compiti più “deprimenti” per chi sta per immettere sul mercato un marchio è affrontare il problema della sua lunga durata. Un’ azienda, nella mente del consumatore, viene subito abbinata al suo marchio e il loro rapporto diventa un matrimonio indissolubile. Se l’azienda rimane sempre la stessa nel core business e nelle sue principali peculiarità anche il logo, per coerenza e connessione d’immagine, deve rimanere inalterato. Cambiarlo può risultare fatale per gli affari dell’azienda.
La FIAT che ha cambiato (sebbene parzialmente) negli ultimi decenni il proprio marchio più volte si è, poi, trovata a dover riposizionare il prodotto ed ad incoraggiarne le vendite calanti con massicce e costosissime campagne pubblicitarie. (Naturalmente il calo delle vendite automobilistiche della Fiat non sono dipese unicamente dal cambio del marchio…).
Quindi, prima di decidere per una determinata forma grafica bisogna pensarci bene. Una volta presa una decisione non si torna indietro per almeno 50 anni.
Quindi il marchio deve avere una forma classica, il suo stile deve sfidare il passare del tempo e rimanere sempre attuale e, quindi, non deve essere legato a mode e layout troppo riconoscibili e transeunti.
Il primo logo, cosi semplice pulito ed essenziale sembra disegnato apposta per sfidare i secoli!
( Però attenzione alle denominazione: IMMOBIL BROKER; chiediti se fra 10 - 20 - 30 anni andrà ancora di moda gli inglesismi dentro la lingua italiana che poi è …il dialetto toscano del ‘300 – ‘500).
Ultimo fattore da tenete presente è l’originalità del logo che deve essere il più memorizzabile possibile.
Un logo semplice ed originale si fa ricordare, entra nella testa del cliente e non ne esce più. ( Nike, Coca Cola…).
Il secondo logo è originale ma difficilmente si ricorda il primo si ricorda immediatamente ma non mi pare molto originale…
Alla fine del discorso, dico che il primo logo possiede molte buon caratteristiche grafiche e presenta molti fattori positivi e funzionali però ti consiglio di renderlo, con qualche semplice ritocco, un pochino più creativo ed originale, cioè più “tuo”, più “autobiografico”.