Bene Tommytuz, quasi ci siamo.
Sono contento.
Il logo disegnato e postato da Tobia è quasi perfetto;
formato geometrico, logica cartesiana, “dinamicamente” sintetico, possiede una chiarezza cristallina e annuncia immediatamente il tipo di business dell’azienda…
Poi, altro elemento che esteticamente rende funzionale questo marchio di Tobia è l’uso di due caratteri diversi. Infatti, la scelta migliore nel costruire graficamente un logo è quello di utilizzare due tipi di caratteri possibilmente in contrasto tra di loro per catturare immediatamente l’attenzione di chi guarda. Un moderato “conflitto grafico” rende il marchio vivo, fresco e mai banale o noioso.
Anche l’accostamento del colore rosso e del colore nero su sfondo bianco non infastidisce ma imprime un ulteriore “scarto” dinamico al marchio.
Un logo con queste caratteristiche sicuramente non è legato a gusti correnti che possono passare di moda e renderlo vecchio e sorpassato. Sono sicuro che fra 30 o 40 anni (lunga vita alla tua ditta e alla mediazione immobiliare!...) quel marchio, con quelle forme, con quella chiarezza geometrica e vettoriale, sarà ancora fresco e moderno.
(A questo proposito, un problema potrebbe crearsi se un cliente ti dice che vuole stampare il tuo marchio sulla sua t-shirt rossa. Ma averceli questi problemi;:significherebbe che la tua azienda ha avuto un grande successo commerciale e che fa, addirittura, tendenza…).
Però c’è un inconveniente nel tuo marchio (il primo) e anche in quello postato da Tobia: la ridondanza.
In un piccolo spazio e nelle stesso tempo, esso esprime, per ben due volte, lo stesso concetto:
IMMOBIL BROKER (mediatore immobiliare) e, immediatamente dopo
MEDIAZIONI IMMOBILIARI.
Secondo me, è un errore al quale dovresti presto rimediare.
Ripetere in un marchio lo stesso concetto non significa potenziarlo e renderlo più chiaro ma significa comunicare al cliente (che per te, non dimenticarlo mai, è il “re Sole”) un’informazione non veritiera, predisporlo ad immaginare che dietro il marchio ci sia una realtà aziendale diversa da quella effettiva.
La controprova a questa mia ultima affermazione si trova nel post n.23 dell’ottima Limpida che, con la sensibilità che la contraddistingue, dice chiaramente che il tuo marchio “sembra” quello di un franchising.
Ecco l’errore da evitare: quello di confondere i clienti. Nessun dubbio che, in questo caso, Limpida giudicasse e parlasse nella vesta di cliente e non in quella di addetta ai lavori.
Un cliente che si rivolge ad un franchising (forma imprenditoriale alquanto in crisi, adesso...) vuole un certo tipo di servizio ( beh, chiamiamolo così…), un acquirente o un venditore che si rivolge ad un mediatore del luogo e, comunque, più radicato in una realtà locale evidentemente desidera privilegiare un rapporto più personale e meno asettico.
Se operi, almeno all’inizio, come ditta personale perché non farlo sapere al pubblico?
Perché confonderlo con un logo ridondante?
E qui voglio affrontare apertamente la “ciccia” della questione: per quale motivo rifiutarsi di rendere strettamente “autobiografico” il logo, negando ad esso la propria identità, rifiutando di legarlo al proprio nome e cognome?
Sarebbe la soluzione più facile, più logica e anche quella che ancorerebbe definitivamente al concetto di longevità e di immodificabilità il tuo logo: un nome e cognome durano tutta la vita.
Ma leggo che questo non è il tuo pensiero e la tua intenzione; e del tuo marchio sei tu il padrone.
Quindi, non insisto ma la ripetizione di cui sopra bisogna, in un modo o in un altro, eliminarla.
Pertanto, siccome la dicitura “ Mediazioni Immobiliari” è perfetta, mi domando: quale scritta collocare al posto di “ Immobil Broker”?
Io, ripeto, avrei fatto sapere all’universo mondo il nome e il cognome del titolare dell’azienda di mediazione, esempio: TOMMASO TUZZO ( sto scrivendo un nome a caso), MEDIAZIONI IMMOBILIARI , ma se questa non è la tua intenzione devi inventarti un’altra espressione COERENTE E CONNESSA con la tua ditta e con il suo core business e che sia tale da rimanere impressa nella mente dei clienti: un’indicazione geografica o cittadina, un’informazione funzionale, o anche una creazione della tua fantasia; l’importante e che si colleghi senza difficoltà all’attività di mediazione immobiliare senza contraddirla e senza sovrapporsi ad essa.
Sinceramente non ho la soluzione in tasca e, d’altronde, nessuno meglio di te sa quale sia la strada giusta da prendere ma, senza entrare nel merito del problema, ma solo come metodo di esercizio mentale, ti dico che, durante la progettazione di un logo, è molto importante osservarlo da diversi punti di vista:allora, prendilo e comincia a ruotarlo, a rovesciarlo, a rifletterlo in uno specchio. Comincia a "viverlo" e, quasi, a "respirarlo".
In questo modo si potranno creare, nella tua mente, nuove idee e avresti la possibilità di dare un look più originale al tuo marchio.
Buono al 75% ma, adesso, occorre puntare al 100%...