Brina non hai capito assolutamente nulla, leggere non significa capire
Se fai un esempio concreto vedrai che capisci
Ok, allora ti rispondo che essere sicuri di sé stessi non vuol dire aver sempre ragione (scusa ma affermare con estrema certezza (da come ti poni) che "non hai capito assolutamente nulla", lo ritengo offensivo... Magari con un "secondo me" davanti avrei anche potuto interpretare diversamente, anche se è chiaro che trattasi comunque di un tuo punto di vista, e poi, per esser così sicuro del fatto che non abbia capito, avresti comunque dovuto leggere il libro. Non credo tu l'abbia letto, altrimenti non mi diresti di non aver capito).
Comunque, il mio esempio è questo. Poniamo il caso che io oggi contragga 100000e di mutuo, oppure, visto che piace molto in questo forum, 100k ma io direi 100keuro per esser più precisi. Il libro spiega benissimo come contraendo un debito nell'ambito del territorio nazionale (Italia), anche con un istituto bancario estero, vale un certo principio denominato Lex Monetae. Qualora domani si coniasse una nuova moneta, la lira cambiata 1:1 (esempio), il mio debito istantaneamente diventerebbe di 100klire.
Qualora dopodomani la lira si deprezzasse del 30% rispetto all'Euro (cosa che comunque succederebbe, è matematico, si parla appunto di un 15-30%), il mio debito sarebbe sempre pari a 100klire (ovvero, in termini di euro, diciamo 120-130mila euro, ovviamente, ma appunto me ne infischio visto che oramai il mio debito è trasformato in lire!).
Ripeto, questo non lo dico io, ma si deduce leggendo il Prof. Bagnai (che potrebbe sempre sbagliare, per carità!).
Bagnai ricorda invece che i problemi potrebbero accadere allorquando si contrae un debito con un creditore estero, le cose a quel punto sarebbero diverse. E per creditore estero non si intende, come detto e sottolineato più volte anche da lui, la filiale della Deutsche Bank sotto casa mia, ma un'altra cosa ovviamente.
Dunque, io cittadino italiano col mutuo contratto in euro non devo aver paura di alcuno scenario apocalittico.
mica tanto.
senza valutare scenari apocalittici di uscite, facciamo che il mutuo l'hai contratto in franchi svizzeri e che, per comodità, la rata sia fissa: diciamo 1000 franchi.
se il cambio è 2:1 (facciamo finta...) ovvero 2 franchi per un euro, tu ogni mesi cacci 500 euro.
ma se l'euro si svaluta e il cambio va 1:1, tu ogni mesi caccerai 1000 euro.
Ti ringrazio per l'esempio... Ma credo che fin qui c'ero arrivato
Certo, se lo contraggo in franchi svizzeri o in dollari sarei uno sprovveduto (perché per forza di cose non lo contrarrei in territorio nazionale, dunque non vale il principio della Lex Monetae)... Tranquillo, lo contraggo in Euro...
PS, siccome ho il pdf, vi giro un estratto del libro:
La fase tre, debiti e crediti
“Cosa succede al mio mutuo? E il debito pubblico? Nessuno ci presterà più soldi! E dovremo pagare gli interessi all’estero in moneta svalutata, saremo schiacciati dai mercati!”
Ecco: parliamone, ma parliamone in modo razionale. Circola sulla stampa una leggenda metropolitana, un sapiente mix di complottismo e terrorismo, secondo cui dopo che la svalutazione avrà dimezzato il valore degli stipendi (e abbiamo visto, sopra, che questa è una balla), il povero consumatore, pagato in nuove lire, dovrebbe però continuare a pagare la rata del mutuo in euro “perché le banche sono furbe”, con in più l’aggravante di una fiammata dei tassi di interesse (altra balla, smentita dalle precedenti esperienze storiche). Mi ripeto. Ci vuole una bella dose di ignoranza per non capire una cosa piuttosto ovvia: ogni debito di qualcuno è il credito di qualcun altro. Se il rapporto è regolato dal Codice civile nazionale (il che è la regola se i contraenti sono entrambi residenti in Italia, e questa nozione comprende anche le filiali italiane di aziende di credito estero),
la Lex monetae si applica simmetricamente. Chi vi dice che i vostri depositi (presso una banca italiana) saranno
convertiti in lire, ma i vostri mutui (con una banca italiana) rimarranno in euro commette un’inqualificabile operazione di disinformazione terroristica. Nessuno (ripeto: nessuno) degli studiosi che hanno affrontato
operativamente il problema della conversione prende nemmeno lontanamente in considerazione un’ipotesi simile, e il motivo lo abbiamo già detto: se non agisse così, lo Stato condannerebbe all’insolvenza una percentuale enorme
di famiglie e imprese, e perché? Per far lucrare un illecito guadagno alle banche? Ma queste, come vi ho già fatto notare, dato che anche i loro debiti sarebbero stati ridenominati, in fin dei conti avrebbero più da perdere che da
guadagnare dalla bancarotta dei propri clienti, no? Non ci vuole molto a capire che questa prospettiva è assolutamente strampalata.
Vediamo quindi quali sono gli scenari più plausibili, cominciando dai rapporti fra privati residenti, passando poi al debito pubblico, e considerando infine le problematiche connesse ai debiti/crediti esteri (cioè quelli nei quali una controparte è non residente nel Paese), che sono più intricate perché a questi rapporti non è sempre possibile
applicare la Lex monetae.