KappaPi

Membro Junior
Privato Cittadino
per quel che può valere ...
Oggi mi chiama la consulente di mutui onLine per sapere come sta andando la pratica di mutuo richiesta attraverso il portale.
Poichè siamo lontani a formalizzare le trattative ancora non sono passato in agenzia a consegnare i documenti vari.
Mi sono lasciato andare ad un commento " tanto non mi sembra che ci sia la coda, mi sembra un momento di mercato fermo .." e lei " ah certo, confermo "
 

Mil

Membro Senior
Vedo su Milano grande richiesta di mutui al 100% e tante banche che stanno erogando queste cifre ovvio non su importi altissimi ma fino ai 180k ci arrivano. Un bilo in zone non centrali si trova anche a 150k basta avere una classica coppia con due redditi da lavoro dipendente. Tantissimi sono gli extracomunitari che ricevono questi mutui.

ma è ovvio, d'altra parte a chi si pensa di vendere bilocali di periferia a 150k?
Gli italiani non sono più da tempo disposti ad "accontentarsi", quindi spazi risicati, case mediocri se non fatiscenti e prezzi alti non funzionano più da qualche tempo, tantomeno nelle grandi città alle prese con una forte bolla immobiliare da cui stentiamo ad uscire e tassi di disoccupazione a due cifre che non si erano mai registrati.
Gli stranieri invece, ammesso e non concesso che ottengano realmente credito, non hanno assolutamente nulla da perdere, quindi certo che rischiano, senza preoccuparsi se l'immobile valga o no quella cifra, il rapporto reale con il reddito, la durata dell'indebitamento....basta avere un tetto, che d'altronde nessuno vuole quindi sono i benvenuti. Quando poi se ne vanno, in patria o in case popolari di altre nazioni, smettono di pagare le rate.

questo è un articolo dell'anno scorso tuttora valido per capire:
Milano addio e mutui a metà: all'asta le case degli stranieri
 
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eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
ma è ovvio, d'altra parte a chi si pensa di vendere bilocali di periferia a 150k?
Gli italiani non sono più da tempo disposti ad "accontentarsi", quindi spazi risicati, case mediocri se non fatiscenti e prezzi alti non funzionano più da qualche tempo, tantomeno nelle grandi città alle prese con una forte bolla immobiliare da cui stentiamo ad uscire e tassi di disoccupazione a due cifre che non si erano mai registrati.
Gli stranieri invece, ammesso e non concesso che ottengano realmente credito, non hanno assolutamente nulla da perdere, quindi certo che rischiano, senza preoccuparsi se l'immobile valga o no quella cifra, il rapporto reale con il reddito, la durata dell'indebitamento....basta avere un tetto, che d'altronde nessuno vuole quindi sono i benvenuti. Quando poi se ne vanno, in patria o in case popolari di altre nazioni, smettono di pagare le rate.

questo è un articolo dell'anno scorso tuttora valido per capire:
Milano addio e mutui a metà: all'asta le case degli stranieri

è così.
motivi per cui molte banche, che prima erogavano a pioggia sugli extra, adesso ci vanno coi piedi di piombo.
sempre furbe le banche... o 0 o 100. le vie di mezzo... mai.
 

Mil

Membro Senior
è così.
motivi per cui molte banche, che prima erogavano a pioggia sugli extra, adesso ci vanno coi piedi di piombo.
sempre furbe le banche... o 0 o 100. le vie di mezzo... mai.

il problema vero è che oggi sono le persone, i singoli consumatori, ad andare con i piedi di piombo, tranne appunto chi non ha nulla da perdere. Mentre l'informazione ufficiale continua a parlare di strepitosa ripresa dell'immobiliare, della vantaggiosità dei tassi, di assenza di bolla, sostanziale tenuta del settore, aumento dei mutui etc. esiste anche un quantitativo sempre crescente di persone che si informa, si documenta, scopre la realtà vera (variabili demografiche negative, scarsissima attrattività delle grandi città italiane lontane anni luce dagli anni '70, insostenibilità dei valori immobiliari rispetto ai salari e dunque pessima possibilità di ritorno concreto dell' investimento anche per chi pensa poi di affittare...).
Dunque un numero crescente di persone semplicemente sta comportandosi da consumatore ragionevole e rifiuta la sovra esposizione da indebitamento per immobili che palesemente non rispecchiano la realtà, tantomeno per chi ci deve vivere.

Ora per chi opera nel settore le soluzioni sono due: continuare a lamentarsi del fatto che la gente "non si accontenta, non ha soldi" etc.(come se non sapessimo che il nodo è avere un panorama edilizio che vale un quarto di ciò che è tuttora pubblicizzato) oppure iniziare a capire che l'iperindebitamento sarà sempre meno richiesto, la desertificazione industriale e gli spostamenti demografici colpiranno sempre più anche le grandi città e che l'insostenibilità dei prezzi sarà sempre più evidente a mano a mano che la domanda diminuisce (perchè quando il gap è eccessivo cala la domanda anche se i mutui li regali).
Oltre ad adeguare i prezzi ai redditi sarà quantomai necessario ripensare ad un edilizia "sensata", a costruzioni belle e competitive economicamente, immobili che sappiano almeno intercettare i sempre minori acquirenti.
Vivere di slogan, contare su riprese che non ci sono o confidare davvero nel fatto che gli immobili non seguano necessariamente la crisi reale non aiuta: ci sarà una sempre più tremenda selezione degli immobili e un dimezzamento delle quotazioni, molti immobili non avranno semplicemente un mercato. Ma continuiamo ad illuderci che Roma, Milano, etc. siano esenti, quasi delle oasi...
 
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brina82

Membro Storico
Professionista
Dunque un numero crescente di persone semplicemente sta comportandosi da consumatore ragionevole e rifiuta la sovra esposizione da indebitamento per immobili che palesemente non rispecchiano la realtà, tantomeno per chi ci deve vivere.

Credo però che l'italiano medio abbia ancora il sogno di una casa (almeno della prima casa): per arrivare a ciò che dici tu forse sarà necessario almeno un decennio...

Le tue convinzioni (che in fondo sono anche le mie), sono ancora lontane dalla realtà, specie per i grandi centri e soprattutto nelle zone di pregio: credo ad esempio che alcuni quartieri di Roma non perderanno mai la propria appetibilità...
 

eldic

Membro Storico
Privato Cittadino
io la "tua realtà" non la conosco.
quello che so è che, da quando praticamente ogni intermediario creditizio ha deciso che deve tornare a fare impieghi (e per ogni dico tutti: banche, società di credito al consumo, poste...) agli sportelli c'è la fila.
poi va da sè che la fila è al 90% di gente che non ha merito creditizio.
 

Mil

Membro Senior
Credo però che l'italiano medio abbia ancora il sogno di una casa (almeno della prima casa): per arrivare a ciò che dici tu forse sarà necessario almeno un decennio...

Le tue convinzioni (che in fondo sono anche le mie), sono ancora lontane dalla realtà, specie per i grandi centri e soprattutto nelle zone di pregio: credo ad esempio che alcuni quartieri di Roma non perderanno mai la propria appetibilità...

che determinate zone siano appetibili è giusto. Il problema è che si tratta di un 10% degli immobili (comprese grandi città e zone di particolare pregio). Su tutto il resto c'è oggettivamente un gravissimo problema di sopravvalutazione. Che l'italiano medio non se ne renda conto in fondo è, in parte, una salvezza, anche se occorre essere trasparenti a parer mio.
Ciò non toglie che anche l'italiano medio gradualmente capisce molte cose, quindi non conterei più di tanto sull'indebitamento eterno (che sta già diminuendo), ma su costruzioni di qualità a prezzi notevolmente inferiori.
 

Mil

Membro Senior
io la "tua realtà" non la conosco.
quello che so è che, da quando praticamente ogni intermediario creditizio ha deciso che deve tornare a fare impieghi (e per ogni dico tutti: banche, società di credito al consumo, poste...) agli sportelli c'è la fila.
poi va da sè che la fila è al 90% di gente che non ha merito creditizio.

ma questo non contraddice ciò che ho detto: è evidente che chi fa meno ragionamenti è anche chi ha meno disponibilità economiche oppure semplicemente rischia perchè non ha nulla da perdere (vedi extracomunitari di cui sopra). Tra i solvibili però il guaio è che c'è sempre più informazione e meno disponibilità a comprare, causa mancato incontro domanda offerta e pochissima intenzione di colmare il gap salario/rata a suon di indebitamento trentennale.
Dal punto di vista di un intermediario che può spalmare i rischi sulla collettività interessa poco chi è il mio interlocutore... in generale però per chi opera nel settore è pura utopia pensare che davvero ci sia sempre la fila "buona", ecco. Servono cambiamenti (di qualità degli immobili, che fanno schifo, di prezzi etc.). Credo si salvi in parte il sud che ha avuto una bolla più marginale.
 
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brina82

Membro Storico
Professionista
...Credo si salvi in parte il sud che ha avuto una bolla più marginale.

Ma a questo punto non credete che siamo in qualche modo "rientrati" dalla bolla? I problemi dei valori bassi di compravendita non penso siano connessi al fattore bolla, ma a problemi socio-economici (appunto come diceva @Mil a deindustrializzazione ecc...). Anni fa commentavo con mio padre in merito a quante mensilità fossero necessarie al fine di acquistare un certo immobile in una certa zona... E ovviamente (in piena bolla), c'era una differenza notevole rispetto agli anni '80... Non pensate che ora siamo rientrati, e anzi, in certe zone si ha il paradosso di avere valori di compravendita più bassi rispetto al costo di costruzione...???

Invece, notizia che ho acquisito da qualche settimana in relazione alla bolla immobiliare in atto in paesi come Germania, Olanda, Svezia e Inghilterra... Vi risulta?
 

Mil

Membro Senior
Ma a questo punto non credete che siamo in qualche modo "rientrati" dalla bolla?

Assolutamente no, in almeno metà delle regioni italiane con picchi nelle metropoli o città capoluogo. Sono tuttora in bolla Lombardia, Liguria. Toscana, Emilia, Veneto, Piemonte, Lazio, Marche per non parlare delle regioni autonome (Val d'Aosta in testa) e di alcune zone costiere e turistiche dove si pensa forse di essere ancora negli anni '70 con la gente che compra seconde casette, oggi vendute a peso d'oro e che infatti non intercettano clientela.
Il prezzo è sì forse leggermente diminuito, ma a fronte di aumenti precedenti nell'ordine del 120-130% (bolla) i ribassi anche del 20% non hanno cambiato assolutamente le cose e anzi, fatto ancor più rilevante, la crisi si è nel frattempo inasprita nonostante i proclami assolutamente infondati di ripresa da cui siamo bombardati.
Nelle regioni del centro sud è un po' diverso, la minore propensione all'eccessivo indebitamento unita a tutta una serie di altre problematiche ha impedito un' esplosione immotivata delle quotazioni.
Per capire quante siano le zone in forte bolla basta guardare la distribuzione del ricorso al mutuo casa: è quasi triplo nelle zone del nord ovest rispetto al sud e contrariamente a ciò che si pensa questa non è un indicazione di benessere, (riprova ne è l'aumento delle compravendite che c'è stato proprio al sud) ma semplicemente la spiegazione lampante di quanto il mutuo spesso di durata eccessiva vada in realtà a compensare artificialmente il gap tra redditi reali e valori degli immobili gonfiati dalla speculazione.
Ora l'unica cosa che sta avvenendo è che anche questo fenomeno sta gradualmente rientrando, anzi in alcune zone c'è proprio stata l'inversione di tendenza (perchè la crisi reale morde ovunque e il numero di famiglie disposte ad indebitarsi per immobili che varrebbero un quarto sta diminuendo, da qui si inizia a parlare di "sboom"dei mutui nonostante le condizioni un po' più favorevoli).
L'edilizia deve sanarsi e reinventarsi necessariamente. Senza una reale diminuzione di prezzi non si esce dallo stallo.

La mappa dei mutui


Anni fa commentavo con mio padre in merito a quante mensilità fossero necessarie al fine di acquistare un certo immobile in una certa zona... E ovviamente (in piena bolla), c'era una differenza notevole rispetto agli anni '80... Non pensate che ora siamo rientrati, e anzi, in certe zone si ha il paradosso di avere valori di compravendita più bassi rispetto al costo di costruzione...???

ti riporto il parere di un architetto che ho già citato in un'altra discussione:
"Italia, bolla immobiliare post euro ha divorato redditi famiglie" | Wall Street Italia
“Italia, bolla immobiliare post euro ha divorato redditi famiglie”
6 giugno 2016, di Alberto Battaglia

E se fosse il mercato immobiliare a rendere insostenibili le economie dei Paesi mediterranei nella difficile “partita” della moneta unica? E’ una tesi molto ambiziosa quella dell’architetto Francesco Maria Esposito, che ha trattato i temi del suo libro “Edificabilità bene comune” (Cacucci editore) nella cornice del Festival dell’Economia di Trento, lo scorso 3 giugno. In un passaggio-chiave dell’opera si legge:

La speculazione ha alimentato un ciclico processo-bolla immobiliare che per essere risolto ha innescato un ciclico processo di inflazione dei prezzi, di aumento dei salari, di svalutazione delle monete nazionali; e dopo l’eurochangeover, senza più la valvola del cambio, la speculazione immobiliare ha spintonato le economie in recessione”.

Architetto, qual è la relazione fra il mercato immobiliare dei Paesi mediterranei, l’introduzione dell’euro e la crisi economica?

Con una moneta propria, e quindi con la valvola del tasso di cambio, il processo di aumento dei prezzi immobiliari che generava, poi quello di tutti gli altri, comportava la necessità di riconsolidare l’economia, di far aumentare i redditi, i salari. Ciò rendeva più costosi i prodotti italiani e ostacolava le esportazioni, per questo veniva poi svalutata la moneta per riequilibrare la situazione. E’ un ciclo a quattro fasi: aumento dei valori immobiliari, rialzo di tutti gli altri prezzi, aumento dei redditi, svalutazione della moneta. In Germania il mercato immobiliare non funzionava in questo modo, per cui non si attiva lo stesso processo.

Cosa succede con l’arrivo dell’euro?

Con l’euro è avvenuto che una casa che nel 2000 costava circa 250 milioni di lire, nel 2007 è arrivata a valere 450mila euro; ma, allo stesso tempo, chi guadagnava cinque milioni al mese ed era in condizioni agiate, è passato a un reddito di 2500 euro. Con uno stipendio di cinque milioni si aveva un costo immobiliare medio mensile di circa un milione di rata di mutuo, quindil’incidenza dell’immobile era quasi del 20% sullo stipendio, che scendeva al 15% nel caso dell’affitto. Passati all’euro e aumentato di molto il costo immobiliare a fronte di redditi fermi, si è verificato uno squilibrio fortissimo fra il reddito e il costo abitativo.

E questo squilibrio non può essere ripianato come in passato…

Non potendo più operare svalutazioni, si possono solo rimettere in equilibrio i redditi con i costi delle abitativi. La famiglia che un tempo era ricca con cinque milioni non lo è più con 2500 euro; questa è l’origine della crisi di crescita del nostro Paese, non il debito pubblico. Quando la fascia media della popolazione s’impoverisce, tutta l’economia s’impoverisce. Senza più operare con il tasso di cambio è difficilissimo uscire da questo circolo vizioso.[...]




Invece, notizia che ho acquisito da qualche settimana in relazione alla bolla immobiliare in atto in paesi come Germania, Olanda, Svezia e Inghilterra... Vi risulta?

La bolla è ovunque, ma la differenza sta nella demografia. Un paese come la Germania ha un tasso di disoccupazione minimo, quindi è attrattiva, si prevede che sempre più masse di persone vi si sposteranno considerato anche che il rapporto reddito costo della vita è comunque nettamente migliore. Idem per altre nazioni. Gli immobili dunque sono attrattivi a loro volta e attirano investimenti. Ciò che succede nei Paesi del sud Europa invece è assolutamente l'inverso: non solo esiste una disoccupazione e sottoccupazione spaventosa, ma il gap redditi costo della vita rasenta situazioni terzomondiste. Ergo: il riequilibrio passa per forza dalle migrazioni, sempre meno persone saranno stanziali (basti pensare ai giovani), di qui una inappetibilità di base degli immobili. Tra breve anche a fronte di cali sostanziosi non avremo comunque domanda. In qualunque parte del mondo quando le condizioni per fare impresa, vivere etc. diventano inospitali la gente semplicemente se ne va altrove e gli investimenti diventano molto molto selettivi.
 
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