In breve il caso:
In seguito all'acquisto immobiliare, l’acquirente ha domandato al professionista che ha redatto la certificazione obbligatoria (APE), copia dei documenti e calcoli di stima. In particolare il compratore non ha ricevuto dal cedente il libretto d’impianto e relative conformità di quello del gas, elettrico e scarico fognario e questi davvero non ne consegna e fa sapere che l’edificio, del 1986 sia venduto come nelle condizioni in cui l’ha ricevuto e dunque conforme alle norme all’epoca vigenti. L’effetto suscitato nel compratore dall’affermazione ha generato perplessità sulla classe assegnata come “D” per l’assenza di opere di pregio. Potrà aiutare conoscere che la zona climatica sia “E” e che la costruzione sia realizzata in cemento armato e tamponata con tufo; piano terra con camera vuota sottostante un “gretonato” minore a un centimetro di spessore e con cantina disperdente nel retro; pure che le finestre di legno e vetro doppio, appaiano montate senza controtelaio. La domanda di conoscere i particolari dal professionista non ottiene risposta e il parere dell'ordine a cui il professionista appartiene sembra orientarsi verso concetti legati alla esclusiva committenza, alla proprietà intellettuale. Presupposti volti a indicare l'impossibilità a ottenerli. L'unica cosa da farsi a questo punto è svolgere nuova perizia e dunque subire un altro esborso.
Con effetto successivo che l’apertura di una lite in caso di discordanza non potrà che concludersi nel nulla, per il principio richiamato della personale e libera interpretazione delle voci che regolano la stima.
Una nuova “Ape”, oltretutto condurrebbe a riscrivere la precedente forse cancellandone taluni elementi e forse a confondere refusi...
In seguito all'acquisto immobiliare, l’acquirente ha domandato al professionista che ha redatto la certificazione obbligatoria (APE), copia dei documenti e calcoli di stima. In particolare il compratore non ha ricevuto dal cedente il libretto d’impianto e relative conformità di quello del gas, elettrico e scarico fognario e questi davvero non ne consegna e fa sapere che l’edificio, del 1986 sia venduto come nelle condizioni in cui l’ha ricevuto e dunque conforme alle norme all’epoca vigenti. L’effetto suscitato nel compratore dall’affermazione ha generato perplessità sulla classe assegnata come “D” per l’assenza di opere di pregio. Potrà aiutare conoscere che la zona climatica sia “E” e che la costruzione sia realizzata in cemento armato e tamponata con tufo; piano terra con camera vuota sottostante un “gretonato” minore a un centimetro di spessore e con cantina disperdente nel retro; pure che le finestre di legno e vetro doppio, appaiano montate senza controtelaio. La domanda di conoscere i particolari dal professionista non ottiene risposta e il parere dell'ordine a cui il professionista appartiene sembra orientarsi verso concetti legati alla esclusiva committenza, alla proprietà intellettuale. Presupposti volti a indicare l'impossibilità a ottenerli. L'unica cosa da farsi a questo punto è svolgere nuova perizia e dunque subire un altro esborso.
Con effetto successivo che l’apertura di una lite in caso di discordanza non potrà che concludersi nel nulla, per il principio richiamato della personale e libera interpretazione delle voci che regolano la stima.
Una nuova “Ape”, oltretutto condurrebbe a riscrivere la precedente forse cancellandone taluni elementi e forse a confondere refusi...