Io non credo sia una questione di quante parole si usano, ma da come si usano e cosa si dice.
No esistono regole precise, tranne il rispetto degli altri.
Poi come dice maurizio c'è lo spirito di collaborazione.
Cosa è?
A parere mio,s e mi è concesso, è condividere ciò che ognuno sa, e discuterne, in modo da poter insieme avvicinarci il più possibile a una idea di "conoscenza"....
Chiaro che per raggiungere questo si devono condividere infomrazioni, qualcuno devo scriverle, se le conosce, se no ci si trova solo a condividrere al massimo le "preoccupazioni" o i "sentimenti"... pratica lecita ma probabilmente meno utile di condividere notizie.
Quando si parla di argomenti come ad esempio le leggi, è chiaro che servono le parole per spiegarle, la sintesi non è sempre ottimale, specie quando si deve capirci.
Se tutti postassimo frasi tipo "anche per me è così" senza che qualcuno esponga per primo il concetto da avallare, cosa troveremmo qua dentro?
Non è questione di professori o di allievi, è semplice questione di spirito di servizio e di mettersi in gioco, senza aspettare di trovare gli altri in fallo.
E quando si trova qualcuno in fallo, cercare di non ridicolizzarlo sarebbe ancora meglio, visto che accade a tutti prima o poi, si può controbattere a una affermazione magari dicendo "secondo me non è così..." che potrebbe limitare di molto i fraintesi... ma a tutti piace ergersi a giudici, sia ai professori che agli allievi