Può farlo un elettricista solo se in linea con la 37/08.
Intanto, il problema è l'interpretazione delle norme, per chi le conosce: cosa vuol dire che un impianto è a norma? Tale frase può essere interpretata in 2 modi, a mio avviso:
1) impianto che rispetta le 37/08, e può essere tale SE E SOLO SE lo stesso sia stato rifatto COMPLETAMENTE, dopo il 2008;
2) impianto che rispetta le normative in vigore all'epoca della sua esecuzione, ovvero, se realizzato tra il 1990 e il 2008, la normativa 46/90, oppure, se antecedente, deve essere comunque dotato di salvavita.
Delle 2, una, ma mi sono persuaso che la risposta corretta è la seconda, come indicato da @Bastimento
La dichiarazione di conformità, per impianti antecedenti alla 37/08, si chiama dichiarazione di rispondenza e può essere fatta solamente da un tecnico progettista di impianti (nella fattispecie, trattandosi di impianto elettrico, ci vuole o un Ingegnere o un Perito Industriale Elettrotecnico), e non 250e date ad un elettricista.
Quindi, a prescindere dalla buona o mala fede, l'impianto è norma quando:
1) se realizzato prima del 1990, deve avere il salvavita e può essere certificato oggi da un tecnico elettrotecnico (e non da un elettricista);
2) se realizzato tra il 1990 e il 2008, deve avere la conformità di allora, oppure deve poter essere certificato oggi da un tecnico elettrotecnico (e non da un elettricista);
3) se realizzato dopo il 2008, deve avere il certificato di conformità rilasciato dall'elettrocista (il tecnico non può farlo).
Quindi, probabilmente, se il venditore fornisce questa dichiarazione di rispondenza, la questione è chiusa.
Se non può fornirla, allora quel che è certo è che l'impianto non è norma (nè secondo le 37/08, nè secondo le norme precedenti), ma potrebbe diventarlo con un semplice salvavita inserito ora per allora, se l'impianto ovvero la costruzione fosse antecedente al 1990 (e non con 2000e di lavori elettrici; questi probabilmente sarebbero necessari per adeguare l'impianto alle 37/08, ma è altra cosa).
"Peso el tacon del sbrego"
Ossia e' peggio il rattoppo dello strappo.
In Veneto questa espressione viene usata quando si vuole significare che il rimedio è peggiore del fatto che si voleva rimediare.