A parte l'elettrico che mi ha chiesto 5700€ ivati,
i restanti sono per il gas, non mi chiedere con esattezza, ma l'ho scritto poc'anzi.
Alcuni tubi sono fuori dal muro e distano dal camino 10-15cm e altre problematiche di cui non ho chiesto nel dettaglio.
Per non parlare dell' impianto idraulico, che abbiamo visto problematico.
Gira la rotellina dell' acqua anche quando non vi è perdita dai rubinetti e le vasche dei bagni sono piene.
Probabilmente l'elettricista con quella cifra ti farà un adeguamento alle norme attuali: male non fa, ma non è obbligatorio. E soprattutto non puoi addebitare la cosa ai venditori. La norma infatti, per immobili di quell'epoca, non obbliga affatto al rispetto della normativa attuale ma prevede semplicemente un salvavita, con differenziale e protezione sovracorrente. Roba da un migliaio di euro o giù di lì.
Sull'impianto idraulico, poi, dubito seriamente che sia davvero fuori norma, se con la norma intendiamo quella vigente all'epoca del fabbricato.
Probabilmente entrambi gli artigiani, idraulico ed elettricista, si riferiscono alla normativa attuale.
Ma, stando alla legge, salvo modifiche intervenute in seguito, l'immobile deve rispettare le norme vigenti all'epoca di costruzione. Testualmente:
"Attualmente questi obblighi (inseriti nell' articolo 13 del DM 37/08) sono stati abrogati con l'art. 35 del DL 112/08. Le disposizioni sono state valide per solo tre mesi dal 27/3/2008 al 25/6/2008.
Quindi in caso di rogito il compratore ed il venditore non sono obbligati a dichiarare la conformità o la "non conformità" degli impianti e il certificato non va obbligatoriamente allegato. Tuttavia, al fine di evitare contestazioni da parte dell'acquirente è preferibile specificare nell'atto lo stato degli impianti, la loro rispondenza alle norme e l'eventuale presenza o assenza della "conformità".
Dunque...