Si, finalmente un cliente scontento.
E' la solita storia di chi fa il passo più lungo della gamba e poi scarica le colpe sugli altri.
A Luglio una famiglia decide di fare offerta per acquistare un immobile visitato con me. Pochi giorni prima un'altra famiglia aveva provato un'offerta condizionata all'ottenimento del mutuo prontamente rifiutata dal venditore in quanto non aveva la minima intenzione di rischiare di perdere tempo. Fatto sta che pochi giorni dopo si presentano questi clienti ai quali, prima di procedere alla sottoscrizione dell'offerta, ho fatto ben presente che la proposta condizionata al mutuo era da escludersi per chiare direttive da parte del proprietario, quindi gli proponevo tre strade:
1) rinunciare a sottoscrivere offerta;
2) in caso di incertezza sul mutuo, ottenere una delibera reddituale e poi procedere alla proposta di acquisto;
3) in caso di certezza sul mutuo sottoscrivere una semplice proposta incondizionata.
I clienti subito rispondono che il mutuo non è un problema, già sanno che gli verrà concesso, hanno già parlato con la banca. Si impegnano addirittura a stipulare una seguente scrittura con integrazione di caparra a settembre appena rientrati dalle ferie. Proposta accettata con prima caparra di 5 mila euro.
A settembre non s'è fatta alcuna scrittura: i proponenti dicono che a causa di motivi familiari e impossibilità di accordi con il notaio per sottoscrizione e trascrizione di preliminare chiedono lo spostamento dei termini per la successiva scrittura a metà ottobre.
Arriva ottobre e nessuno mi chiede documenti, dati e altro, la storia inizia a puzzare! Convoco i proponenti per avere spiegazioni e riferiscono che prima di procedere devono sapere quanto mutuo otterranno, quindi si presenta una variabile che al momento della proposta non era fonte di problemi. Ok, le cose capitano, poverini.
Ora, a pochi giorni dalla scadenza per la sottoscrizione della scrittura con ulteriore versamento di denaro, mi scrivono candidamente una email in cui dichiarano di non voler procedere all'acquisto in quanto il tutto risulterebbe troppo oneroso, al di là della risposta della banca. Sono sicuri di riavere indietro l'assegno di 5 mila versato alla proposta e ovviamente di stringermi la mano con tanto affetto, perchè "è ovvio che se non compro la casa l'affare non si è concluso, non l'ho comprata!!". Spiegare che l'affare in termini di mediazione si sia concluso all'avvenuta conoscenza dell'accettazione della proposta e che trattandosi di caparra il venditore non restituirà loro (già lo so) i 5 mila euro versati mi ha solo procurato 30 minuti di telefonata con suoni tipo "Alien" che uscivano dalla cornetta. Soprattutto la versione definitiva per loro è che li ho fregati, rimangiandosi tutto quello che ci eravamo detti prima della proposta.
Ora darò la bella notizia al venditore.
Mi sono stufato di capire la gente, alla fine noi agenti siamo sempre quello che truffano, quelli che sono scorretti, quelli incompetenti. Stavolta mi tengo il cliente insoddisfatto e se deve essere guerra, guerra sarà.
E' la solita storia di chi fa il passo più lungo della gamba e poi scarica le colpe sugli altri.
A Luglio una famiglia decide di fare offerta per acquistare un immobile visitato con me. Pochi giorni prima un'altra famiglia aveva provato un'offerta condizionata all'ottenimento del mutuo prontamente rifiutata dal venditore in quanto non aveva la minima intenzione di rischiare di perdere tempo. Fatto sta che pochi giorni dopo si presentano questi clienti ai quali, prima di procedere alla sottoscrizione dell'offerta, ho fatto ben presente che la proposta condizionata al mutuo era da escludersi per chiare direttive da parte del proprietario, quindi gli proponevo tre strade:
1) rinunciare a sottoscrivere offerta;
2) in caso di incertezza sul mutuo, ottenere una delibera reddituale e poi procedere alla proposta di acquisto;
3) in caso di certezza sul mutuo sottoscrivere una semplice proposta incondizionata.
I clienti subito rispondono che il mutuo non è un problema, già sanno che gli verrà concesso, hanno già parlato con la banca. Si impegnano addirittura a stipulare una seguente scrittura con integrazione di caparra a settembre appena rientrati dalle ferie. Proposta accettata con prima caparra di 5 mila euro.
A settembre non s'è fatta alcuna scrittura: i proponenti dicono che a causa di motivi familiari e impossibilità di accordi con il notaio per sottoscrizione e trascrizione di preliminare chiedono lo spostamento dei termini per la successiva scrittura a metà ottobre.
Arriva ottobre e nessuno mi chiede documenti, dati e altro, la storia inizia a puzzare! Convoco i proponenti per avere spiegazioni e riferiscono che prima di procedere devono sapere quanto mutuo otterranno, quindi si presenta una variabile che al momento della proposta non era fonte di problemi. Ok, le cose capitano, poverini.
Ora, a pochi giorni dalla scadenza per la sottoscrizione della scrittura con ulteriore versamento di denaro, mi scrivono candidamente una email in cui dichiarano di non voler procedere all'acquisto in quanto il tutto risulterebbe troppo oneroso, al di là della risposta della banca. Sono sicuri di riavere indietro l'assegno di 5 mila versato alla proposta e ovviamente di stringermi la mano con tanto affetto, perchè "è ovvio che se non compro la casa l'affare non si è concluso, non l'ho comprata!!". Spiegare che l'affare in termini di mediazione si sia concluso all'avvenuta conoscenza dell'accettazione della proposta e che trattandosi di caparra il venditore non restituirà loro (già lo so) i 5 mila euro versati mi ha solo procurato 30 minuti di telefonata con suoni tipo "Alien" che uscivano dalla cornetta. Soprattutto la versione definitiva per loro è che li ho fregati, rimangiandosi tutto quello che ci eravamo detti prima della proposta.
Ora darò la bella notizia al venditore.
Mi sono stufato di capire la gente, alla fine noi agenti siamo sempre quello che truffano, quelli che sono scorretti, quelli incompetenti. Stavolta mi tengo il cliente insoddisfatto e se deve essere guerra, guerra sarà.