Alessandraa

Membro Ordinario
Agente Immobiliare
Ciao a tutti,
mio cognato ha fatto una proposta d'acquisto per un appartamento qui a Roma consegnando all'agenzia immobiliare un assegno di 3.000 euro.

in un primo momento la sua proposta è stata rifiutata perchè c'era un compratore che offriva di più.

Poi è stato ricontattato dall'agenzia e la sua proposta è stata accettata.

Di lì a 3 giorni i 3000 euro sono stati ritirati dal venditore.
(ma si può fare? non dovrebbe restare in mano all'agenzia fin quando non viene firmato il compromesso?)

Cmq , prima di fissare il giorno del compromesso, mio cognato ha contattato un notaio per fare delle verifiche ed è uscito fuori che sulla casa c'è una causa in corso : la casa è stata lasciata in eredità a 3 fratelli e uno di loro (il venditore appunto) si è offerto di comprarla per intero dando ai fratelli il corrispettivo in soldi. Solo che ha fatto valutare la casa 200 mila euro, dando ai fratelli circa 67mila euro a testa. Ma i fratelli hanno fatto valutare la casa da un perito scelto da loro che l'ha valutata almeno 320 mila uero e quindi vogliono più soldi.

Insomma, la proposta di acquisto ha perso di validità, visto che il signore non è il reale proprietario dell'immobile.

Che succede ora? Devono restituire i 3000 euro?
L'agenzia non poteva fare questi controlli prima di mettere l'annuncio?

Grazie a chi vorrà rispondere
il problema di fondo forse è un altro...se il coerede ha fatto o meno l'atto notarile di divisione ereditaria con conguaglio oppure no...ovvero se ha versato questi soldi e non è stato fatto alcu passaggio di proprietà.Il Notaio a tal proposito che ha detto nello specifico?Che questo coerede è UNICO titolare dell'immobile, su cui pende il giudizio oppure vi sono ancora TUTTI I COEREDI titolari dell'immobile???Nel secondo caso è come ben hanno detto gli altri, nel primo caso ciò significa che le rogne verranno dopo nel momento in cui dal giudizio si evidenzierà una lesione di legittima o giù di lì...dovrei approfondire bene..e allora è giusto che l'assegno sia intestato ad un unica persona ma non toglie il resto.....
 

Kira

Membro Attivo
Privato Cittadino
Grazie a tutti per le risposte.

L'unico proprietario è il venditore, ma se i coeredi vincono la causa potrebbero rivalersi sulla casa e aprire un'ipoteca.

Io non ne capisco molto, ma spero che l'agenzia non voglia davvero chiedere le provvigioni a mio cognato.

Vi terrò informati.

Grazie per i vostri consigli.
 

studiopci

Membro Storico
L'unico proprietario è il venditore, ma se i coeredi vincono la causa potrebbero rivalersi sulla casa e aprire un'ipoteca.
Forse , mi sono perso qualche passaggio ma mi è sembrato di capire che l'unico proprietario è il venditore, quindi c'è un atto che lo attesta? questo atto è la conseguenza di una rinuncia/ donazione/vendita di quota ? Pertanto il venditore ne ha piena titolarità ? Beh se le cose stanno così e gli eredi hanno accettato la cosa, dubito sull'esito positivo di una loro causa. Fabrizio
 

Alessandraa

Membro Ordinario
Agente Immobiliare
Immaginavo infatti che la storia fosse questa e non quella del coerede che vende all'insaputa o giù di li degli altri...poi di come è stata descritta la situazione era quasi chiaro ma meglio sempre stare nel dubbio deitro ad una tastiera...
Studiopci a questo punto lui è unico proprietario in base alla divisione ereditaria con conguaglio effettuata con atto notarile e che ora viene impugnata per irrisorietà del conguaglio...Morale comunque che i problemi come ha detto Kira potranno sorgere dopo....ma quanto alla fase della vendita mi sembra tutto regolare...Comunque il proprietario con i soldi della vendita potrebbe tacitare i coeredi e ciò non comporterebbe ulteriori conseguenze negative per l'acquirente....
 

studiopci

Membro Storico
Se le cose stanno cosi -- il coerede ha acquisito la piena proprietà e titolarità dell'immobile per atto di trasferimento di proprietà o rinuncia all'eredità - credo che possano fare molto poco , invocare una presunta irrisorietà nella liquidazione delle quote lascia il tempo che trova, se hai accettato la liquidazione è stata questa una decisione che hai preso senza che nessuno ti obbligasse non puoi fare opposizione a giochi fatti , non ci sono i termini, e come se un proprietario dopo aver venduto l'appartamento ricorresse in tribunale perchè ... fatto valutare l'immobile a posteriori ... chiedesse un conguaglio alla cifra avuta. Ben diverso se invece la proprietà fosse stata acquisita , per esempio , per atto di testamento non valido , allora ci sarebbero i requisiti per ricorrere. Nel caso specifico , stando cosi le cose , non credo ci sia nessun problema . Fabrizio
 

Kira

Membro Attivo
Privato Cittadino
Grazie a tutti per le risposte.

Cerco di mettere un pò di chiarezza (per quello che mi è possibile).
Per l'assegnazione della proprietà dell'appartamento è stata fatta una causa. Il giudice ha assegnato la proprietà all'attuale venditore, imponendo il pagamento delle quote che competono agli altri parenti avente diritto. Il venditore ha fatto valutare l'immobile da un suo perito, che gli ha attribuito un valore di 200 mila euro.
Gli altri parenti sono andati in appello, impugnando solo il valore attribuito all'immobile, ritenuto non veritiero. Essi hanno presentato la valutazione di un altro perito che gli ha attribuito un valore di 320 mila euro.

Ora però vorrei porre un ulteriore quesito:

La richiesta di restituzioe della caparra deve essere effettuata entro una determinata scadenza?

Faccio questa domanda perchè il venditore e l'agenzia stanno prendendo tempo con il pretesto di un ipotetico tentativo del venditore di trovare un accordo con le sorellastre. Il mio timore è che, passato il termine entro cui si può chiedere la restituzione della caparra, il venditore si tiri indietro senza restituire nulla.

Vi ringrazio in anticipo per la vostra disponibilità.
Kira
 
S

smoker

Ospite
Il venditore ha fatto valutare l'immobile da un suo perito, che gli ha attribuito un valore di 200 mila euro.
Gli altri parenti sono andati in appello, impugnando solo il valore attribuito all'immobile, ritenuto non veritiero. Essi hanno presentato la valutazione di un altro perito che gli ha attribuito un valore di 320 mila euro.

Il CTU quanto ha valutato l' immobile?

Smoker
 

studiopci

Membro Storico
Beh le cose cambiano , ora capiamo che la titolarità perviene per sentenza e non per atto, e tutto assume un aspetto diverso, la cosa strana è che il giudice non abbia nominato un CTU d'ufficio ed abbia lasciato alla parte vincitrice la possibilità di valutare la compensazione , bisognerebbe leggere la sentenza, comunque in questo caso c'è un appello e se non è stata congelata le vendita, forse arriverà in seguito, comunque è certamente una situazione dalla quale sarebbe opportuno tenersi alla larga , per una serie di motivazioni di carattere pratico, però in linea di massima in mancanza di un ordine del tribunale , fatta la vendita al prezzo giusto di mercato ( per evitare che si configuri la vendita fittizia ) in caso di eventuale condanna del proprietario a liquidare la compensazione per importo superiore , questi dovrebbe rispondere di tasca sua. Spero di essermi spiegato . Fabrizio
 

barox71

Nuovo Iscritto
Professionista
A questo punto mi domando perchè vuole recedere. Forse ha offerto più di 320000€ e teme di fare un pessimo acquisto, oppure ha paura (a questo punto ingiustificata) di qualche rivalsa degli altri parenti (non aventi causa). La caparra non è altissima. Se non se la sente dovrà recedere lasciando alla proprietà i 3000€ a titolo risarcitorio e pagando la provvigione all'agenzia.
Invece Una volta fatto l'atto, il valore dell'immobile è quello dichiarato sull'atto (si presume che venga dichiarato non il falso ovviamente, perchè NON E' LEGALE), non c'e' perizia di tecnico o CTU che tenga.
Poi da perito mi si accappona la pelle quando sento che un tecnico ha fatto una valutazione di parte, che tradotto significa che ha dichiarato il valore che voleva il cliente.
Ma comunque la cosa non interessa il nuovo proprietario, ma al massimo potrebbe intaccare il venditore (ma va dimostrata con i fatti).
 

Kira

Membro Attivo
Privato Cittadino
Ciao a tutti,
riprendo in mano questo post perchè ci sono state dei progressi, purtroppo nona favore nostro.

Mio cognato ha voluto credere nella buona fede del venditore che ha chiesto del tempo per cercare di mettersi d'accordo con i parenti per la vendita della casa.

é passato troppo tempo e mio cognato ha iniziato a richiedere indietro almeno la somma intascata, e cioè i 3000 euro.

Si è rivolto all'agenzia , che , a suo dire, non aveva più informazioni.

Si è rivolto al venditore che se ne è uscito con : ho venduto la casa, e perchè è passato del tempo, la casa ha perso valore ed è stata venduta con 10000 euro in meno dal prezzo iniziale. La casa era quindi vendibile, e poichè tu sei responsabile del tempo perso e della svalutazione della casa, i 3000 euro me li tengo per risarcimento danni.


Che fare?

Ma se hai accettato una proposta d'acquisto, puoi vendere ad altri?
 

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