Buongiorno a tutti.sarò lieta se qualcuno rispondera al quesito che mi sta facendo assai arrabbiare....ho fatto una proposta acquisto per un immobile privo di agibilità ante 67..ma dotato di regolare concessione in sanatori relativa alla costruzione di un cucinotto ...non è mai stata richiesta l agibilità per il ricalibro di tutto...luce aria ect ect...sono andata a fare una verifica con tecnico di mia fiducia e mi ha seriamente allarmata su questo dettaglio..perché ritiene che non ci siano le condizioni sopratutto luce e aria ad averla...salvo mendaci dichiarazioni....e ritiene che anche in futuro potrei avere problemi...io voglio tornare indietro e riavere il mio denaro...anche perché ritengo e sono già andata da un legale che ci sia una non conformità di documenti come dichiarato in proposta...oggettivamente manca agibilità. ...ringrazio per eventuali risposte e suggerimenti.
Ti dico come la penso.
Sulla questione agibilità la giurisprudenza si è largamente espressa, a volte non senza contraddizioni. Il succo della questione è il seguente: le parti possono liberamente stabilire l'onere dell'ottenimento del certificato di agibilità in seno all'acquirente dispensando espressamente il venditore da responsabilità al riguardo.
Nel caso in cui il contratto preliminare nulla dica, è responsabilità del venditore recuperare e/o richiedere questa attestazione il cui mancato ottenimento può determinare la richiesta di una riduzione del prezzo o della risoluzione del contratto. Ovviamanente le due conseguenze sono assai diverse tra loro e dipendono dalle motiviazioni che hanno determinato l'assenza del certificato e non dall'espletamento della mera formalità burocratica.
Quindi, è importante capire la formulazione del contratto preliminare prima di poterti dire se ci sono gli estremi utili per procedere giudizialmente oppure se la comunicazione dell'assenza del certificato possa essere considerata sufficiente ad imporre la conclusione del contratto.
Per il resto, ha ragione
@Rudyaventador quando sottolinea il fatto che la questione agiblità non ha alcun legame giuridico con la data del 1° settembre 1967, trattandosi di normativa nata decenni prima del termine che introduce l'obbligo di autorizzazione per tutti i progetti edilizi. Così come devo dire che, operando su diversi comuni, per altro prevalentemente appartenenti a due province di due regioni italiane, ho avuto modo di testare con mano quanto sia differente da comune a comune l'approccio per il rilascio del certificato e che, pertanto, sia indispensabile un abboccamento con l'ufficio tecnico per comprendere quali adempimenti debbano essere svolti.
Infine, una considerazione personale: è singolare che il terrorismo sulla mancanza del certificato di agibilità venga promosso dalla categoria dei tecnici che, negli anni, sono stati i maggiori responsabili della sottovalutazione dell'importanza di questo documento, rispetto alla mancanza del quale, va pur detto, non esisterebbe alcuna limitazione alla effettiva fruizione dell'immobile avendo potuto rilevare, in venti anni di attività, ben poche interferenze degli uffici tecnici sugli immobili sprovvisti di questo certificato, la cui assenza ha quindi, sul piano pratico, una valenza squisitamente economica impattando sulla valutazione economica dell'immobile.