Se la proposta fosse stata indirizzata ad entrambi i proprietari, la sua efficacia presupporrebbe l'accettazione di tutti i proprietari, a meno che non sia presente una procura che deleghi l'accettazione ad un unico firmatario.
..La firma di un avente titolo e’ valida ed efficace sempre ed in ogni caso.
Ancor più se da una sottoscrizione incauta ne scaturisca un danno.
La firma di un proprietario, e’ valida nei rapporti con l’amministratore, in quelli col comune concessionario, con i fornitori dei servizi, con i tecnici e con i professionisti, di qualunque categoria, incaricati ad intervenire.
La firma e’ valida, come lo sarebbe versamento/incasso della caparra.
Perche’ l’avente titolo ne risponde.
La proposta di acquisto è stata fatta a tutte e due, e anche la fattura che ho ricevuto della provvigione è intestata anche a mia sorella. La citazione è per entrambe. Ma è possibile che possano richiedere provvigione? siamo noi nel torto?
L'acquirente che ha acquistato la casa, non ha nulla a che fare con chi aveva fatto proposta. la casa è stata venduta tramite altra agenzia.
Tali pastrugni sovente accadono.
Quando si tende a voler mantenere i piedi in due scarpe.
Sia chiaro fin dal principio, che per me, avanzare con un decreto ingiuntivo appresso ad un venditore, sia una prassi da brocchi.
Quell’intermediario, avrebbe dovuto incassare sportivamente la sua sconfitta, subita da quell’altra agenzia, che gli ha soffiato la vendita che aveva sul tavolo, sorpassandolo.
Del resto, in tali contesti, la probabilita’ di un fallimento o di un danno, e’ altissima.
Avrebbero dovuto pensarci prima di accettare la sfida, invece che lagnarsi dopo, ad essersi prestati assecondando, le richieste di Voi venditori.
La circostanza, che la vicenda sia limitata all’intervento del giudice di pace, quantifica la sua ridotta entità, certificando l’intermediario per quel brocco che e’.
Dal giudice di pace si finisce a tarallucci e vino.
Con offerte falciate della meta’, con facolta’ di dilazione in tempi del babbo morto.
Tolte le spese, in saccoccia rimarranno cifre, che non superano i due zeri.
Se fossero furbi, accetterebbero una transazione di cinquecento euro, per rinunciare all’azione legale.
Fatta in via espressa potresti risparmiare i quattrini per far intervenire l’avvocato.
Che ti farebbe sconfinare nel territorio degli esborsi a tre zeri.
Detto questo, la vostra responsabilita’ ed il vostro dolo, appaiono evidenti.
Probabilmente, pensavate conveniente, far scornare tra loro le due e chissa’ quante altre agenzie, al fine di vendere al primo, che arrivasse con una proposta in bocca.
A cio’ si aggiunge tutto il grottesco della vicenda.
Che nemmeno vi sia accordo tra di voi.
Che cascate nel fosso con tutte quante le scarpe.
Una firma e l’altra no.
Disattendendo gli obblighi contrattuali.
Cagionando danno l’una all’altra, all’acquirente e di conseguenza, a chi intermedia.
Da qui la concessione dell’autorita’ giudiziaria, ad accogliere e poi emettere, il provvedimento coattivo.
Al palio dei ciabattini, sono tutti quanti pronti e solleciti con i loro contratti, da far firmare alla svelta, per svendere ai peggiori offerenti.
Che, puntualmente, si sono presentati in file di due.
Prova a pensare alla figura del cioccolataio, fatta da quel primo intermediario, quando ha comunicato all’acquirente di aver raccolto la prima firma di accettazione e di essere in prossima attesa, della formalità ’ dell’altra.
Avete voluto tenere i piedi in due scarpe in una accozzaglia di ciabattini..?
Tu e tua sorella siete state accontentate.