Salve a tutti, mi ritrovo con una problematica relativa la vendita di un'immobile di mia madre e Vi chiedo un parere, ovvero desidererei sapere quali sono gli obblighi professionali di un'agente immobiliare prima di arrivare alla stesura di un compromesso di vendita.
Mi spiego: mia madre affida la vendita di un'immobile (ammezzato) ad un'agente immobiliare e consegna in due tempi diversi il titolo di proprietà (atto notarile di assegnazione dell'immobile) + visura catastale (ufficio A/10) , successivamente un documento del comune del 1962 che dichiara "abitabili" gli appartamenti dell'edificio tra cui quello di mia madre.
L'agente propone in vendita l'immobile quale ufficio (di comune accordo con noi) e trova un'acquirente che vuole fare uno studio medico che firma la proposta di vendita e rilascia un assegno di caparra.
Successivamente ci si accorge che il documento del Comune parla di abitabilità (appartamento) e quindi l'acquirente minaccia di recedere in quanto l'immobile "non è conforme alle normative in essere" e chiede indietro la caparra con annessi e connessi. Ovviamente noi abbiamo chiesto al comune l accesso agli atti per verificare i documenti dell'epoca (1962). Praticamente abbiamo un'abitabilità del 1962 e una catastazione come ufficio del 1981 .
Secondo Voi prima di arrivare alla firma di una proposta di vendita con caparra l'agente immobiliare aveva o no il dovere di verificare scrupolosamente tutta la documentazione dell'immobile? Si può ritenere responsabile?
Mi spiego: mia madre affida la vendita di un'immobile (ammezzato) ad un'agente immobiliare e consegna in due tempi diversi il titolo di proprietà (atto notarile di assegnazione dell'immobile) + visura catastale (ufficio A/10) , successivamente un documento del comune del 1962 che dichiara "abitabili" gli appartamenti dell'edificio tra cui quello di mia madre.
L'agente propone in vendita l'immobile quale ufficio (di comune accordo con noi) e trova un'acquirente che vuole fare uno studio medico che firma la proposta di vendita e rilascia un assegno di caparra.
Successivamente ci si accorge che il documento del Comune parla di abitabilità (appartamento) e quindi l'acquirente minaccia di recedere in quanto l'immobile "non è conforme alle normative in essere" e chiede indietro la caparra con annessi e connessi. Ovviamente noi abbiamo chiesto al comune l accesso agli atti per verificare i documenti dell'epoca (1962). Praticamente abbiamo un'abitabilità del 1962 e una catastazione come ufficio del 1981 .
Secondo Voi prima di arrivare alla firma di una proposta di vendita con caparra l'agente immobiliare aveva o no il dovere di verificare scrupolosamente tutta la documentazione dell'immobile? Si può ritenere responsabile?