"...poche operazioni, nessuna esposizione bancaria, e i dati medi servono solo agli operai più giovani per fare i filtrini delle sigarette tarocche quando escono al sabato sera."
Mi spiace Skywalker ma sei il classico stereotipo di "agente immobiliare" facilone e superficiale, certo una volta poteva ancora "lavorare" qualcosa racimolava. Ma nel duro mercato di oggi ci vuole molto di più. Auguri
...sai...sono stato tentato di ignorare il tuo commento come, a volte, ignoro i capricci e le rimostranze senza senso dei miei figli quando ciò che viene detto loro non è gradito.
Per alcuni giorni ci sono anche riuscito ma ritengo di doverti in fondo una spiegazione del fatto che ho così bruscamente trattato la questione dell'invenduto.
L'ho fatto perchè ritengo che nello scenario attuale sia infinitamente meno rilevante di alcuni altri elementi che ultimamente hanno maggiormente catalizzato la mia attenzione.
Forse tu lavori al paesello e sapere quanti immobili invenduti sulla tua piazza può in qualche modo esserti utile (in realtà ti sarebbe più utile sapere in quale modo differenziarti e verso quali mercati meno marcatamente in sofferenza rivolgerti)
A parte qualche attività immobiliare il settore in cui presto la mia consulenza è quello speculativo e di investimento e non si limita al mercato locale, italiano ed europeo.
Giro, vedo, conosco persone, parlo con persone e...ascolto...
Quest'ultima è per la verità la cosa che prediligo...
Il mio testimone di nozze è greco ma vive e lavora in svizzera, io in svizzera sono nato, l'insegnante di mio figlio è argentino, il padrino del maggiore è francese, il mio migliore amico vive ed ha una società negli usa e il mio socio è tedesco.
...ah dimenticavo...molte delle persone che frequento ma sopratutto che ho frequentato in passato sono ebree.
Ognuno ha una sua visione ed una sua implicità realtà che molto spesso si traduce in "personale verità".
Ascolto però volentieri le opinioni di tutti loro e le loro convinzioni quanto ascolto anche quelle di chiunque altro con cui mi sia dato modo di interloquire e che abbia qualcosa di sensato da dire.
Oggi parlando con il mio testimone greco mi diceva che il suo paese d'origine è già in default, secondo lui solo una vittoria della destra in grecia potrebbe posticipare una nazionale risoluzione del problema "euro"...vittoria che stando ai dati attuali è meno propabile della venuta del messia.
Il paese, pur volendolo, non ha i mezzi e non è sostenuto da un'indotto che potrebbe essere dato da una produzione e da un'impresa che possa in qualche modo permettergli di pagare l'enorme debito generato.
La spagna attende con ansia di vedere quanto verrà in questo caso martoriata la grecia per decidere sul da farsi ma il ministro spagnolo intervenuto in europa e al quale sono state chieste misure più rigorose da parte della sua nazione ha detto esplicitamente che lui farà gli interessi del suo paese lasciando sottointendere che il suo paese non è l'europa.
Il default è l'inevitabile conseguenza di una situazione debitoria che non si è più in grado di colmare.
Per gli italiani la causa sarà data dall'impossibilità di sostenere una pressione fiscale che prende da chi dovrebbe sostenere per dare alla spesa pubblica più che dal debito in sè.
Il rapporto debito/pil era del 36,1% nel 1965, nel '91 era del 103,1% passando dal 41% e59,5% del '70 e dell'80.
Oggi in europa ci sono 660,000 mld di derivati in attesa di essere pagati.
Il default di uno stato è sempre preceduto da segnali che presi singolarmente possono avere rilevanza relativa ma congiuntamente sono il preludio di una realtà futura certa.
In linea di massima ricordo che quando il rapporto tra spesa dello stato e pil è maggiore del 40% il prodotto interno lordo non è più sufficiente per risanare il sistema e quindi il rapporto debito/pil inizia a crescere in modo incontrollato.
I segnali che anticipano il fallimento (e chiamiamolo come si chiama davvero) sono:
-mutamenti di governo che permettano il controllo dello stato anche a persone non elette
-crolli borsistici prevalentemente nei settori bancario e credito/assicurativo
-aumento della disoccupazione
-rapido aumento della pressione fiscale
-riduzione dei depositi bancari da parte dei cittadini
-legiferazione di leggi che non consentano la libera circolazione di denaro contante
Quando il fallimento avviene altri fatti divengono immediatamente realtà:
-chiusura degli sportelli bancari per un certo periodo
-blocco dei prelievi
-sospensione per alcuni mesi di stipendi e pensioni
-esaurimento delle scorte alimentari
-erogazione a singhiozzo dell'energia e dell'acqua
-mercato nero con conseguente aumento incontrollato dei prezzi
-scarsità di farmaci e prestazioni ospedaliere
-aumento esponenziale della violenza
Durante gli scontri ad Atene il pane ha toccato i 60€ al kilo.
La fine di ogni periodo di cambiamento spalanca le porte a grandi opportunità per chi ha saputo agire coscientemente e tarare i propri bisogni e i propri investimenti sulla base della situazione attuale.
In una situazione turbolenta l'attualità ha bruschi e repentini cambi di rotta.
Questo è quanto avvenuto sempre in situazioni di fallimento degli stati e i segnali anticipatori sono sempre stati gli stessi indipendentemente dalla diversità di geografia o di appartemenza storica.
Capisci perchè ritengo facilona e superficiale una stima che si basa solo sul conto dell'invenduto?
...è come essere nel mezzo di una burrasca e preoccuparsi di avere le lenzuola pulite sottocoperta.
...contenti voi a me va bene così...