Essere ottimisti e darsi da fare è una cosa, andare in giro con le fette di salame sugli occhi, un'altra.
Non ho mai detto di vendere villette come il pane...come il pane si vende solo...il pane appunto.
La mia era una risposta lucida a chi mi diceva di essere facilone e superficiale solo perchè ritengo che i dati sull'invenduto a questo punto siano ormai solo da considerarsi in termini statistici ma che in se non racchiudano alcuna ricetta magica o soluzione...
...anzi...
anzi possono distogliere l'attenzione dal lavoro vero, quello che si fa con gli appuntamenti e non con le tabelle.
In questo paese ce n'è già fin troppa di gente che lavora solo"sulla carta"ma l'economia reale si basa sul prodotto non sui documenti che al limite sono un'inevitabile contorno.
E' ancora presto per vendere le villette greche ai nordici, meglio aspettare l'esito delle elezioni e la reazione dell'europa...
Tentare di vedere la realtà per quello che è e non per come vorremmo che fosse però mi sembra un buon punto di partenza da cui decidere la direzione futura da dare alle nostre attività e valutare l'invenduto numericamente come dato cardine per attribuire un connotato di qualsiasi voglia natura alla situazione, bhè...mi pare riduttivo e fuorviante.
Parere personale s'intende...
poi vorrei capire...
Cosa ti infastidisce tanto in quello che dico e scrivo?
Quando dico che il lavoro perseverante e costante, svolto con attenzione nelle scelte da fare senza perdere tempo nel compiacere uno stato di abbattimento e delusione, aiuta a realizzare (non sempre ma spesso è così) il risultato, allora sono ottimista e non realista.
Quando dico che comunque la situazione attuale è frutto dell'incancrenirsi di un sistema che difficilmente potrà mutare autonomamente senza ulteriori e maggiori sacrifici da parte di tutti (e quindi anche da coloro che sono troppo interessati a difendere una posizione onestamente ormai indifendibile e insostenibile) divento sprezzante, (implicitamente antipatico) e operatore di un settore di nicchia che, chissà per quale elucubrazione mentale, dovrebbe celare al mio sguardo la visione nitida della realtà nazionale.
A parte che cercare un settore di nicchia e operarvici è al limite frutto di una scelta perpetrata e creduta anche quando la realtà del settore sembrava voler maggiormante premiare l'approssimazione...non una condizione divina ed innata.
Comunque provate a chiedere al caro e sempre condivisibile Boschini, visto che sembra godere di maggior credibilità e considerazione del sottoscritto, se e quanto è divertente dover salire e scendere da un'aereo o percorrere lunghi spostamenti in auto per andare a ricercare situazioni e mercati più performanti e meglio regolamentati del nostro e se alla fine questa scelta paga.
Ultimamente ho iniziato ad apprezzare sempre più i commenti di iscritti come pensoperme, garbuio, lo stesso boschini e immpittaro, tutte persone con le quali all'inizio ho avuto discussioni anche al limite della cortesia e con visioni che inizialmente mi parevano opposte per rendermi poi conto che discutevamo solo dei due lati di una medesima medaglia.
Tutte persone che noto sono piuttosto dibattute e contestate dai sempre politicamente corretti (a mio avviso personale, forse a volte troppo) frequentatori di queste pagine
Immpittaro ha addirittura abbandonato il settore per decidere di occuparsi di arredamento...non cambio casa perchè sono preoccupato o perchè in questo momento la situazione non me lo permette ma, magari, ristrutturo lievemente e cambio la mobilia, potrebbe non essere una scelta illogica e comunque, magari un po' meno ma sicuramente gratifica.
A questo punto se fossi in lui penserei di costituire una squadra di artigiani (non dipendenti quindi) da coordinare in modo da offrire un servizio completo, facendo quelle piccole variazioni che consentano al mio arredamento nuovo di avere il miglior risultato e aumentare i miei margini...
Pensare al da farsi e darsi degli obbiettivi non è solo un'esercizio di stile...l'importante è non pretendere che tempi e risultati non risentano della situazione attuale e quindi considerarlo prima.
Lasciarsi trasportare però dagli eventi al pari di quei passeggeri saliti sul mezzo di locomozione senza neanche essersi presi la briga di chiedere al conducente la destinazione finale del viaggio...bhè...
Molto meglio guidare il proprio mezzo tenendo conto dei limiti e della direzione della carreggiata e tentare di raggiungere la meta che ci siamo imposti.
L'importante è ricordarsi di accelerare in autostrada e rallentare quando la strada diviene stretta, disconnessa e sdruciolevole come lo è ora.