Ho una situazione simile a quella descritta da Moro, a fronte di RdC e Millesimi contrattuali. La discussione si protrae da anni. Personalmente ho acquistato verificando quanti mm comportava la spesa ordinaria ed ero poco disponibile a rivedere le tabelle. Ho cercato di documentarmi e sono giunto alla conclusione che (al solito) se si accede al giudice gli esiti sono i più disparati. Ma con alcuni punti fermi (cassazione):
1- I valori delle tabelle nascono al momento della costituzione, e non sono suscettibili di revisione a posteriori
2- Lo stesso cambio di destinazione non è considerato motivo valido per la revisione.
Nonostante tali premesse, a seconda di come sono presentati i casi è le istanze, gli esiti, specie nei gradi inferiori della magistratura, sono i più disparati.
La definizione di errore si presta ad una certa soggettività, specie giocando sui coefficienti soggettivi. (Esposizione, luminosità, piano, destinazione, ecc).
Gli stessi coeff e relativi valori sono soggettivi, non stabiliti da alcuna norma.
Alla fine mi sono fatto promotore di una ipotesi di revisione, utilizzando pochissimi parametri oggettivi (volumi) e mediando tra i vecchi valori commerciali e nuove ipotesi, ricercando un compromesso mediano: meglio una proposta “condivisa” che una soluzione dettata dal primo CTU e giudice avulsi dalla storia e pregresso condominiale