@ robertobosco
Sicuramente sul punto 1 , in terminologia "legalese", hai ragione: in effetti il concetto di accrescimento è trattato nel c.c. al 674 e fa riferimento ad un testamento.
Posso condividere che ogni disciplina abbia una sua terminologia con specifico significato: figuriamoci il linguaggio legale.
Ma mi piace personalmente far prevalere il senso comune dei lemmi italiani utilizzati: ecco perchè considero il termine "accrescimento" come il sostantivo associiato al verbo "accrescere", usato nel 522 che si riferisce alle successioni in generale. Ragione per dire che l'accrescimento in senso lato avviene quando ...
E' una mia pignoleria: sono allergico ai linguaggi degli "iniziati", che spesso si nascondono proprio dietro questi paraventi, come il buon Azzeccagarbugli. Non era il tuo caso e me ne scuso.
Aggiunto dopo 6 minuti :
Da notare che al post 4 Gioperla ha precisato che "Nonno A e nonna B hanno entrambe dei fratelli viventi".
Pertanto al Nonno A andrà la quota dei 2/3 mentre la restante quota di 1/3 andrà ai fratelli del de cuis.
Quindi, succederà che al decesso del vostro Nonno A, non troverete l'intero patrimonio ma solo ed esclusivamente 2/3. Tanto per fornire una precisa informazione applicata al quesito iniziale posto.
Scusa Antonello: avevo già dubitato dell'esattezza della tua affermazione che avevi già formulato.
Ribadisco la mia convinzione:
Ai fratelli, in caso di discendenti legittimi non va assolutamente niente.
Su questo punto vorrei delle conferme e precisazioni con riferimenti al c.c.
Ai fratelli andrebbe se non ci fossero discendenti: questi ci sono, se rinunciano il 522 dispone l'accrescimento in favore dei coeredi, cioè il nonno. Non mi pare riporti alla situazione di assenza di discendenti.
E' , credo, la sostanza della domanda inizialmente posta, di cui gioperla chiedeva conferma.