L'avvocato di Rosa1968 ha dato una risposta simile a quella che avevo dato in mio precedente post per le ovvie ragioni giuridiche sottostanti.
Stabilito che A prende i suoi soldi è fondamentale che Patrizia-p si tuteli e non cada nel mendacio in atto pubblico, quindi lei deve ottenere un accordo, naturalmente scritto, in cui sia chiaro che paga a titolo di penale.
In caso l'AI si opponesse e non accettasse questa soluzione per non avere pendenze di natura penale, sempre possibili in ipotesi di verifica, se fossi in Patrizia preferirei adire il giudice così che pagherei in ragione di sentenza.
Tenete presente che il legale di Patrizia potrebbe dimostrare il tentativo bonario di Patrizia e l'AI rischia di doversi pagare le spese legali oltre a una consistente riduzione della provvigione.
Inoltre, in questa ipotesi (Tribunale) potrebbe pure succedere che intervenga B e, a parità di commissioni per Patrizia, la divisione tra i due la deciderebbe il Giudice.
Per questo farei un accordo (contratto transattivo) in cui Patrizia riconosce che seppure non ha usufruito dell'opera di A e che ha visitato l'immobile anche con altre agenzie riconosce che la prima visita è stata effettuata con A. Che in ragione della pubblicità di A lei è venuta a conoscenza dell'appartamento e che per tale ragione ritiene, in ragione di equità, di riconoscere un corrispettivo a titolo di penale per interruzione del servizio reso da A pari a x.
Naturalmente X dovrà essere inferiore al totale delle commissioni in quanto non c'è stata la completezza della prestazione.
Anche se come dai numerosi post molti AI non sono d'accordo il legale deve tutelare la sua cliente e riuscire a vincere o, almeno, ridurre al minimo i danni.
Kurt