Secondo me è abbastanza chiaro che è un tacito accordo tra Wolf e il costruttore per coprire la magagna avallata dal perito nel valutare l'immobile che ha periziato attribuendogli un valore tale da far rientrare la perizia in una base di congruità rispetto il rapporto LTV consentito dall'Istituto stesso ....
ovvero se la banca eroga il 75% /80 ... prendendo come riferimento il valore più basso tra preliminare e risultato della perizia ... presupponendo che si è riusciti tramite un preliminare e con la negligenza/accondiscendenza del perito a far quadrare i valori è ovvio che a delibera ottenuta il problema che sorge è quello di far figurare l'avvenuto pagamento del 25%/30% che doveva essere versato al venditore ... la differenta tra LtV Loan To Value ovvero
(importo del mutuo erogato rispetto al valore dell'immobile)
- Scusa Wolf nonostante tu stai dando te stesso per far trasparire la tua buona fede mi resta difficile pensare che la storia che stai descrivendo corrisponda al 100% di verità ..... poi se vogliamo possiamo pure credere che i bambini li porta la cicogna -
Queste sono le situazioni in cui più vai a smuovere e più si sente emergere il cattivo odore .......
Qualsiasi rettifica dell'atto di compravendita tu possa provare a chiedere metterebbe in discussione il successivo (anche se contestuale) atto di mutuo ..
pensandoci meglio forse no da un punto di vista meramente formale riferito all'atto di mutuo ..... in quanto il datore d'ipoteca sei tu ... ma sicuramente l'atto successivo di mutuo sarebbe viziato dal precedente atto che non può essere rettificato su un errore che non è di natura superficiale ( vedi errore nel riportare dei dati riferiti a toponomastica o magari un codice fiscale riportato male) ma bensì un elemento sostanziale che è il prezzo pattuito e le modalità dei pagamenti ...
Della serie ( più vai a smuovere il cioccolato e più si sente odore di vaniglia) ... ache se il detto originario è leggermente diverso.
Diciamo che da un punto di vista meramente fiscale le imposte l'hai/avete regolarmente pagate ...
Il problema sorgerebbe laddove ci dovesse essere un controllo riferito alla tracciabilità dei pagamenti e si riscontrasse che la somma a differenza anche se un titolo in atto è stato riportato, detta somma di fatto non è uscita dal tuo conto per transitare sul conto del venditore .....
Qui potrebbe sorgere il problema di doverne giustificare il motivo ...
(questo giustificherebbe il consiglio dato dall'avvocato nel disporre di una pezza d'appoggio sottoscrivendo una scrittura privata che non ti mette a riparo ma si rivelerebbe per una tesi difensiva utile in caso di probabile accertamento)
La storiella dei lavori non più effettuati ma che dovevano essere eseguiti risulterebbe poco credibile a meno che questa situazione (obbligo di ultimare) non fosse stata preventivamente menzionata in atto.
(ma uno acquista nello stato di fatto in cui l'immobile si trova .. qualsiasi differente pattuizione riferita ad una prestazione non eseguita ma da eseguire a mio dire è inquadrabile in un atto sospensivamente o risolutivamente condizionato da tale evento futuro
(non sono avvocato ma è una mia interpretazione)
L'Iter giusto nel tuo caso sarebbe stato il seguente ....
Il costruttore banca l'assegno da te versato e in questo modo il prezzo della compravendita sarebbe stato effettivamente saldato ...
Causa un inadempienza del venditore costruttore che non ultima i lavori, tu lo metti in mora e lo intimi ad adempiere ... segue un accordo extragiudiziale con il quale il costruttore a fronte di una sua inadempienza ti restituisce una somma x (necessaria alle ultimazioni non fatte e che saranno di tua spettanza) che deve uscire dal suo conto per rientrare nella tua disponibilità ....
tutto tracciato e relazionato .... allora forse si
Altrimenti fossi in te eviterei di smuovere troppo la mousse al cioccolato