Buongiorno a tutti,
sono un agente immobiliare che si è iscritto da poco perché trovo molto interessante questo forum e ho pensato di iniziare dando un contributo in questa discussione.
Dopo essermi letto tutte le oltre 100 pagine di post, sento in primis di dover esprimere il mio pensiero sotto il profilo etico.
Trovo assurdo utilizzare termini come "truffa" o "speculatori" per stigmatizzare in termini generali tutta la vicenda, sparando a zero nel mucchio contro molte persone che, lungi dall'avere alcuna colpa, sono le ennesime povere vittime di uno Stato che, sempre più incapace di regolare correttamente la vita dei cittadini, finisce con il far pagare a questi ultimi (cioè a noi) le colpe della propria inefficienza (o corruttela)...pensate tanto per fare un altro triste esempio di questi giorni allo scempio della vicenda del salvataggio delle 4 banche, fatto in danno di poveri risparmiatori che hanno visto azzerarsi in alcuni casi i risparmi di una vita intera.
Nel caso di specie, occorre tenere presente alcuni punti fermi:
- l'edilizia agevolata nasce con finalità sociali, che consistono nel dare la possibilità, a chi altrimenti non l'avrebbe, di avere accesso ad un'abitazione, che tuttavia non viene "regalata", ma venduta a prezzi calmierati;
- il mercato immobiliare non è statico, ma dinamico e quindi le variazioni nei prezzi delle abitazioni dipendono da diversi fattori, che nulla hanno a che vedere con la differenza originaria tra i prezzi imposti e i prezzi di mercato e ancor meno con gli indici di rivalutazione Istat (sarebbe assurdo imporre ai possessori di abitazioni in edilizia agevolata di dover vendere sempre allo stesso prezzo, indipendentemente dall'andamento del mercato...basti pensare alle variazioni lira-euro);
- i primi acquirenti della proprietà o del diritto di superficie hanno spesso compiuto grossi sacrifici per comprare quelle case (se davvero rientravano nelle categorie reddituali previste), sulle quali nel frattempo hanno pagato tasse, fatto migliorie e, in alcuni casi, persino effettuato procedure amministrative per modificare in meglio la situazione urbanistica degli stessi (piano casa, condono, DIA, etc.);
- sino alla sentenza delle SU il Comune di Roma rilasciava su carta intestata dichiarazioni ufficiali inequivocabili sulla commerciabilità del bene a prezzo di mercato, tanto che i notai stipulavano regolarmente;
- non è affatto vero, come sostenuto da Area167, che si erge a portatore unico della verità e della moralità, che la questione fosse pacifica, tanto è vero che sono le stesse Sezioni Unite ad affermare che "il problema della vendita degli alloggi di edilizia convenzionata soggetti al vincolo sulla determinazione del prezzo è stato oggetto, nel tempo, di
un'interpretazione ondivaga, che ha risentito della successione anche ad intervalli di tempo molto brevi, di emendamenti della disciplina legale" e ancora che "la ricostruzione ermeneutica nella disciplina normativa è resa
particolarmente laboriosa per effetto della ricordata stratificazione, ripetuta e ravvicinata nel tempo, di interventi legislativi che ne hanno modificato profondamente l'impianto originario. Come rivelato del resto, dalle stesse
oscillazioni giurisprudenziali sul tema.
Se dunque la stessa Cassazione a Sezioni Unite, il massimo organo italiano giurisdizionale nella interpretazione delle leggi, dà atto della estrema difficoltà nella ricostruzione della disciplina e della diversità degli orientamenti giurisprudenziali, non vedo come
@Giuseppe Di Piero possa con tanta veemenza affermare il contrario.
Il problema vero è che ci sono migliaia di famiglie coinvolte in una situazione creata in primis dal Legislatore, che ha normato malissimo la materia dell'edilizia agevolata, e di alcuni Comuni, tra cui quello du Roma, che hanno affrontato con estrema superficialità la problematica prima e che adesso non intervengono con la celerità che la questione meriterebbe.
Inutile dire che la questione generale, nella quale secondo me i principali responsabili sono il legislatore ed il Comune, va distinta dalle questioni particolari, dove sì che si può parlare di speculazione, quando ad esempio alcuni soggetti, che non avrebbe avuto i requisiti richiesti, hanno trovato un intestatario fittizio e si sono rivenduti l'immobile subito dopo la scadenza del vincolo quinquennale o decennale (o persino aggirando gli stessi con espedienti ad hoc). Ma di fronte alla incapacità o alla mancanza di volontà politica di andare a ricercare e colpire i veri speculatori, non è possibile creare questa aberrazione giuridica e sociale, in base alla quale migliaia di famiglie rischiano di vedersi portare via la propria casa o di non riuscire a comprarla, rimanendo incastrate in contratti espressione della volontà delle parti, avallata da atti ufficiali del Comune di Roma, dalla prassi degli studi notarili e da una parte della giurisprudenza.
Sotto questo profilo devo dire che sono rimasto molto colpito dalla umanità e dalla signorilità della posizione di alcuni membri della comunità come
@EmiVal @Cesco76 che non se la sentono, se non come ultima ratio, di rivalersi verso il proprio dante causa, che altro non è che un altro poveraccio incolpevole della vicenda. Così come trovo molto discutibile l'atteggiamento niente affatto costruttivo portato avanti da area 167, qui nella persona di
@Giuseppe Di Piero , che sta portando avanti una sorta di crociata con toni inaccettabili (assurda la minaccia a
@Avv Luigi Polidoro che stava cercando di dare il proprio contributo), nell'assoluta indifferenza di fronte al dramma che stanno vivendo tutti coloro che sono direttamente coinvolti nella vicenda, anzi minacciando sin da adesso la possibilità di presentare ricorsi contro delibere di cui neanche si conosce il contenuto e sobillando gli acquirenti ad intentare cause asserendo tempistiche e modalità processuali assolutamente improbabili (1 anno per la prima fase del giudizio e che non si perderebbe in alcun grado di giudizio).
In sintesi, scusandomi per la lunghezza dell'intervento, ma dopo aver sopportato la lettura di oltre 100 pagine, mi sono dovuto sfogare
, ritengo che non abbia senso farsi una "guerra tra poveri", nella quale gli acquirenti, a cui nessuno ha obbligato ad accettare un prezzo, dovrebbero evitare di farsi tentare di "speculare" (in questo caso si) sulla buona fede del venditore, che nella stragrande maggioranza dei casi sta vendendo una casa per poterne comprare un'altra per esigenze familiari, ma si dovrebbe fare squadra comune per cercare di avere dalle istituzioni della risposte definitive per far sì che il problema si possa risolvere.