EmiVal

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Privato Cittadino
Tante chiacchiere....ahi noi... Ma pochi fatti...qui non si vede luce!!!

Volendo tirare le somme, per quanto difficile, si può dire che, nel corso di quasi un anno dalla sentenza, non ci siano state solo chiacchiere, ma anche fatti.

Tuttavia, questi fatti sono consistiti, per lo più, in interventi correttivi da parte del comune che, lungi dal correggere alcunché, hanno confuso ancora di più la situazione, rasentando un lavoro irresponsabile di macelleria sociale che sta mietendo troppe vittime.

Sin dai primi giorni dopo la sentenza abbiamo preteso che comune e notai assumessero la responsabilità di una situazione ingarbugliata che avevano creato coi loro nulla osta inutili e avallando compravendite nulle per quanto riguarda il prezzo.

Inutile prendersela con venditori o acquirenti o AI, i principi evidenti, sin da subito, erano che:
1) Se acquisto in regime di edilizia agevolata non posso rivendere a prezzo di mercato
2) Se ho acquistato a prezzo libero, non posso di punto in bianco ritrovarmi vincoli che prima non c'erano.

Qualcuno doveva prendersi la responsabilità della violazione di queste semplici regole, nell'interesse di tutti i cittadini: se qualcuno aveva speculato violando le regole, andava cercato e fatto pagare. In ultima analisi, come si prospettava, era il comune a doversi prendere la responsabilità di questo ingente danno erariale.

Al contrario, come al solito, siamo stati lasciati soli, soli a farci causa tra noi.

Al contrario, nel corso di quest'anno, al comune si è lavorato seguendo due principi:
1) Pararsi il c**o
2) Fare cassa

Evidentemente, non sta a cuore l'interesse e il disagio dei propri cittadini.
Tanto, non c'è mai nessuno che paga in prima persona.

È così che, a coloro che hanno bruciato anni di sacrifici vedendosi dimezzare il valore di casa, si sono aggiunti quelli che hanno fatto la trasformazione e ora sono in possesso di una nuova convenzione che li dichiara pieni proprietari, però adesso devono fare anche l'affrancazione.
È così che si sono aggiunti tutti quelli che, aspettando che lavorino le pratiche di affrancazione, hanno perduto il proprio acquirente e, insieme con lui, anche la salute personale.

È così che si è bloccata la compravendita di immobili che, ricordiamolo, se non fosse per il comune, sarebbero case normali, come tutte le altre.

Probabilmente, nei prossimi anni, il comune riuscirà ad allinearsi alle disposizioni di legge, e chi vorrà vendere un immobile in edilizia agevolata dovrà pagare un obolo, come è normale nel resto d'Italia.
Peccato che a tutto questo si arriverà a spese del benessere e della serenità di troppe persone, e aenza pagare la responsabilità del caos pregresso.

Al comune devono ringraziare solo che questa vicenda non abbia avuto - chissà perché - la giusta pubblicità, che molti ancora non sappiano nulla, che siamo in Italia e non, per dirne una, in Francia.
 
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Utente Cancellato 67182

Ospite
Volendo tirare le somme, per quanto difficile, si può dire che, nel corso di quasi un anno dalla sentenza, non ci siano state solo chiacchiere, ma anche fatti.

Tuttavia, questi fatti sono consistiti, per lo più, in interventi correttivi da parte del comune che, lungi dal correggere alcunché, hanno confuso ancora di più la situazione, rasentando un lavoro irresponsabile di macelleria sociale che sta mietendo troppe vittime.

Sin dai primi giorni dopo la sentenza abbiamo preteso che comune e notai assumessero la responsabilità di una situazione ingarbugliata che avevano creato coi loro nulla osta inutili e avallando compravendite nulle per quanto riguarda il prezzo.

Inutile prendersela con venditori o acquirenti o AI, i principi evidenti, sin da subito, erano che:
1) Se acquisto in regime di edilizia agevolata non posso rivendere a prezzo di mercato
2) Se ho acquistato a prezzo libero, non posso di punto in bianco ritrovarmi vincoli che prima non c'erano.

Qualcuno doveva prendersi la responsabilità della violazione di queste semplici regole, nell'interesse di tutti i cittadini: se qualcuno aveva speculato violando le regole, andava cercato e fatto pagare. In ultima analisi, come si prospettava, era il comune a doversi prendere la responsabilità di questo ingente danno erariale.

Al contrario, come al solito, siamo stati lasciati soli, soli a farci causa tra noi.

Al contrario, nel corso di quest'anno, al comune si è lavorato seguendo due principi:
1) Pararsi il c**o
2) Fare cassa

Evidentemente, non sta a cuore l'interesse e il disagio dei propri cittadini.
Tanto, non c'è mai nessuno che paga in prima persona.

È così che, a coloro che hanno bruciato anni di sacrifici vedendosi dimezzare il valore di casa, si sono aggiunti quelli che hanno fatto la trasformazione e ora sono in possesso di una nuova convenzione che li dichiara pieni proprietari, però adesso devono fare anche l'affrancazione.
È così che si sono aggiunti tutti quelli che, aspettando che lavorino le pratiche di affrancazione, hanno perduto il proprio acquirente e, insieme con lui, anche la salute personale.

È così che si è bloccata la compravendita di immobili che, ricordiamolo, se non fosse per il comune, sarebbero case normali, come tutte le altre.

Probabilmente, nei prossimi anni, il comune riuscirà ad allinearsi alle disposizioni di legge, e chi vorrà vendere un immobile in edilizia agevolata dovrà pagare un obolo, come è normale nel resto d'Italia.
Peccato che a tutto questo si arriverà a spese del benessere e della serenità di troppe persone, e aenza pagare la responsabilità del caos pregresso.

Al comune devono ringraziare solo che questa vicenda non abbia avuto - chissà perché - la giusta pubblicità, che molti ancora non sappiano nulla, che siamo in Italia e non, per dirne una, in Francia.
Volendo tirare le somme, per quanto difficile, si può dire che, nel corso di quasi un anno dalla sentenza, non ci siano state solo chiacchiere, ma anche fatti.

Tuttavia, questi fatti sono consistiti, per lo più, in interventi correttivi da parte del comune che, lungi dal correggere alcunché, hanno confuso ancora di più la situazione, rasentando un lavoro irresponsabile di macelleria sociale che sta mietendo troppe vittime.

Sin dai primi giorni dopo la sentenza abbiamo preteso che comune e notai assumessero la responsabilità di una situazione ingarbugliata che avevano creato coi loro nulla osta inutili e avallando compravendite nulle per quanto riguarda il prezzo.

Inutile prendersela con venditori o acquirenti o AI, i principi evidenti, sin da subito, erano che:
1) Se acquisto in regime di edilizia agevolata non posso rivendere a prezzo di mercato
2) Se ho acquistato a prezzo libero, non posso di punto in bianco ritrovarmi vincoli che prima non c'erano.

Qualcuno doveva prendersi la responsabilità della violazione di queste semplici regole, nell'interesse di tutti i cittadini: se qualcuno aveva speculato violando le regole, andava cercato e fatto pagare. In ultima analisi, come si prospettava, era il comune a doversi prendere la responsabilità di questo ingente danno erariale.

Al contrario, come al solito, siamo stati lasciati soli, soli a farci causa tra noi.

Al contrario, nel corso di quest'anno, al comune si è lavorato seguendo due principi:
1) Pararsi il c**o
2) Fare cassa

Evidentemente, non sta a cuore l'interesse e il disagio dei propri cittadini.
Tanto, non c'è mai nessuno che paga in prima persona.

È così che, a coloro che hanno bruciato anni di sacrifici vedendosi dimezzare il valore di casa, si sono aggiunti quelli che hanno fatto la trasformazione e ora sono in possesso di una nuova convenzione che li dichiara pieni proprietari, però adesso devono fare anche l'affrancazione.
È così che si sono aggiunti tutti quelli che, aspettando che lavorino le pratiche di affrancazione, hanno perduto il proprio acquirente e, insieme con lui, anche la salute personale.

È così che si è bloccata la compravendita di immobili che, ricordiamolo, se non fosse per il comune, sarebbero case normali, come tutte le altre.

Probabilmente, nei prossimi anni, il comune riuscirà ad allinearsi alle disposizioni di legge, e chi vorrà vendere un immobile in edilizia agevolata dovrà pagare un obolo, come è normale nel resto d'Italia.
Peccato che a tutto questo si arriverà a spese del benessere e della serenità di troppe persone, e aenza pagare la responsabilità del caos pregresso.

Al comune devono ringraziare solo che questa vicenda non abbia avuto - chissà perché - la giusta pubblicità, che molti ancora non sappiano nulla, che siamo in Italia e non, per dirne una, in Francia.

Io ho acquistato a prezzo libero (e nel mio atto nn c e nessun riferimento alla convenzione )
dallo stesso notaio che oggi nn vuole farmi l atto di vendita con un altro acquirente! Ma come mi tutelo con la parte della convenzione che dice che " ogni pattuizione che nn rispetta vincolo prezzo e' nullo x la parte eccedente"? Nn voglio chiedere i soldi ai vecchi proprietari ne rischiare che andando al comune e pagare lo svincolo si accorgono della vendita in violazione avvenuta nove anni fa. Pero hai ragione sul comune...tre anni fa quando ho trasformato il diritto di superficie in diritto di proprietà era scritto che avevo acquistato da vecchi proprietari...
 
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Santi60

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Professionista
Io nn ho mai avuto in mano questa convenzione. Pero sembra essere di 30 anni. Quindi sta x scadere ( dal 1987) nel riscattare la superficie c era vincolo di nn cedere immobile a prezzo libero come da convenzione, ma avendo io acquistato senza problemi e sapere della convenzione nn mi sono preoccupata anche perche ne hanno vendute tante negli anni passati senza chiedere come ora di riscattare il vincolo. Ma se adesso volessi riscattare x poter vendere...cosa succede a me che ho invece acquistato in violazione del vincolo????
Il mio consiglio é di procurarsi copia della convenzione di trasformazione per essere sicuri sia della durata sia della clausola che ne descrive le conseguenze alla scadenza.
Basta chiedere copia al notaio che la ha stipulata. Solo cosi si puo capire la situazione.
 
U

Utente Cancellato 67182

Ospite
Il mio consiglio é di procurarsi copia della convenzione di trasformazione per essere sicuri sia della durata sia della clausola che ne descrive le conseguenze alla scadenza.
Basta chiedere copia al notaio che la ha stipulata. Solo cosi si puo capire la situazione.


Ti ho ripreso la clausola che c e scritto sull atto di trasformazione da superficie a proprieta. Richiamando art.18 dpr 380. Convenzione che scade nel 2017. Tuttavia avendo acquistato io 9 anni fa ...cosa succede al mio vecchio atto? E' il comune che puo chiedere sanzione ai vecchi proprietari o cmq dovrei andare in giudizio x il prezzo eccedente? ( cosa che nn faro mai) poiche stavo x fare il compromesso con i nuovi acquirenti come mi tutelo?
 
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Santi60

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Volendo tirare le somme, per quanto difficile, si può dire che, nel corso di quasi un anno dalla sentenza, non ci siano state solo chiacchiere, ma anche fatti.

Tuttavia, questi fatti sono consistiti, per lo più, in interventi correttivi da parte del comune che, lungi dal correggere alcunché, hanno confuso ancora di più la situazione, rasentando un lavoro irresponsabile di macelleria sociale che sta mietendo troppe vittime.

Sin dai primi giorni dopo la sentenza abbiamo preteso che comune e notai assumessero la responsabilità di una situazione ingarbugliata che avevano creato coi loro nulla osta inutili e avallando compravendite nulle per quanto riguarda il prezzo.

Inutile prendersela con venditori o acquirenti o AI, i principi evidenti, sin da subito, erano che:
1) Se acquisto in regime di edilizia agevolata non posso rivendere a prezzo di mercato
2) Se ho acquistato a prezzo libero, non posso di punto in bianco ritrovarmi vincoli che prima non c'erano.

Qualcuno doveva prendersi la responsabilità della violazione di queste semplici regole, nell'interesse di tutti i cittadini: se qualcuno aveva speculato violando le regole, andava cercato e fatto pagare. In ultima analisi, come si prospettava, era il comune a doversi prendere la responsabilità di questo ingente danno erariale.

Al contrario, come al solito, siamo stati lasciati soli, soli a farci causa tra noi.

Al contrario, nel corso di quest'anno, al comune si è lavorato seguendo due principi:
1) Pararsi il c**o
2) Fare cassa

Evidentemente, non sta a cuore l'interesse e il disagio dei propri cittadini.
Tanto, non c'è mai nessuno che paga in prima persona.

È così che, a coloro che hanno bruciato anni di sacrifici vedendosi dimezzare il valore di casa, si sono aggiunti quelli che hanno fatto la trasformazione e ora sono in possesso di una nuova convenzione che li dichiara pieni proprietari, però adesso devono fare anche l'affrancazione.
È così che si sono aggiunti tutti quelli che, aspettando che lavorino le pratiche di affrancazione, hanno perduto il proprio acquirente e, insieme con lui, anche la salute personale.

È così che si è bloccata la compravendita di immobili che, ricordiamolo, se non fosse per il comune, sarebbero case normali, come tutte le altre.

Probabilmente, nei prossimi anni, il comune riuscirà ad allinearsi alle disposizioni di legge, e chi vorrà vendere un immobile in edilizia agevolata dovrà pagare un obolo, come è normale nel resto d'Italia.
Peccato che a tutto questo si arriverà a spese del benessere e della serenità di troppe persone, e aenza pagare la responsabilità del caos pregresso.

Al comune devono ringraziare solo che questa vicenda non abbia avuto - chissà perché - la giusta pubblicità, che molti ancora non sappiano nulla, che siamo in Italia e non, per dirne una, in Francia.
Concordo.
A questo punto sarebbe il caso di contare quanti siamo e coordinare una azione comune per una sorta di Class Action e per diffondere la notizia tramite organi di stampa e TV.
 
U

Utente Cancellato 67182

Ospite
Sanzioni?
Il vincolo del prezzo e' la clausola che c e scritta sul mio atto di trasformazione da superficie a proprieta. Richiamando art.18 dpr 380. Convenzione che scade nel 2017. Tuttavia avendo acquistato io 9 anni fa ...cosa succede al mio vecchio atto? E' il comune che puo chiedere sanzione ai vecchi proprietari o cmq dovrei andare in giudizio x il prezzo eccedente? ( cosa che nn faro mai) poiche stavo x fare il compromesso con i nuovi acquirenti come mi tutelo? Help...
 

iteleo

Membro Attivo
Privato Cittadino
Allego DELIBERA N. 36/2016 emessa dalla Giunta Regionale del Lazio.

Leggete con particolare attenzione il punto 10 della delibera avente il seguente titolo: "Applicazione del Piano casa nei piani di zona di cui alla legge 167/1962".
Coinvolgiamo i CdQ 167 e valutiamo azioni legali.. Sarebbe bello se Associazione 167 volesse tutelare anche i proprietari che vogliano pagare il giusto per avere una casa per loro o i figli lasciando alle istituzioni il compito di fare politiche di housing sociale. Mi riferisco sempre ai 3 punti aperti: scomputo OO.UU, svincolo dopo 20 anni e affrancazione quale anticipo del riscatto.
 

lupin3

Membro Attivo
Privato Cittadino
Coinvolgiamo i CdQ 167 e valutiamo azioni legali.. Sarebbe bello se Associazione 167 volesse tutelare anche i proprietari che vogliano pagare il giusto per avere una casa per loro o i figli lasciando alle istituzioni il compito di fare politiche di housing sociale. Mi riferisco sempre ai 3 punti aperti: scomputo OO.UU, svincolo dopo 20 anni e affrancazione quale anticipo del riscatto.

concordo pienamente!!!!! mi sembra la strada piu' sensata
 

Alessio75

Membro Junior
Privato Cittadino
Pochi fatti... Purtroppo non da parte nostra ma da parte di chi, da settembre ad oggi ancora non ha fatto un'emerita ceppa!!! E scusate il francesismo!!
 

Santi60

Membro Attivo
Professionista
Coinvolgiamo i CdQ 167 e valutiamo azioni legali.. Sarebbe bello se Associazione 167 volesse tutelare anche i proprietari che vogliano pagare il giusto per avere una casa per loro o i figli lasciando alle istituzioni il compito di fare politiche di housing sociale. Mi riferisco sempre ai 3 punti aperti: scomputo OO.UU, svincolo dopo 20 anni e affrancazione quale anticipo del riscatto.

Parole più che sensate.
Sarebbe il caso che invece di fare crociate contro i primi acquirenti, in quanto tali, facendo di tutta l'erba un fascio (dato che anche moltissimi di loro sono stati vittime delle Imprese costruttrici e dei Notai, in combutta con i Funzionari di allora del Comune di Roma), ci si concentrasse sulle responsabilità delle atri parte che ho appena citato e si trovasse un modo per inchiodarle alle rispettive responsabilità.
Poi se ci sono dei primi proprietari che, in particolare, nel caso delle cooperative di cui sono stati soci e, avendo un certo potere di controllo, hanno pagato effettivamente un prezzo calmierato, vendendo, successivamente, a prezzo libero, questo è un altro discorso ed, in questo caso, le loro responsabilità si fondono con quelle della Cooperativa che ha realizzato gli alloggi..
 

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