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Il Comune ha scatenato il casino permettendo il libero mercato, rilasciando "chiarimenti" e facendo cadere tutti vittima di questa situazione. Il Comune ha impiegato oltre 1 anno per risolvere qualcosa (ma ha risolto?) a seguito della famosa sentenza, lasciando nel panico i cittadini. Il Comune adesso pretende denaro per un casino che ha lui ha creato, applicando tariffe folli approfittandosi della situazione delicata, per rimpinguare un po le casse comunali.
Alcuni calcoli arrivano a 30-40.000 euro di affrancazione, che non sono mica bruscolini, chiunque dovrà pagarli si farà dei ragionamenti ponderati prima di procedere. Mi domando se gli stessi ragionamenti verrebbero fatti per range di prezzo di 5-10.000 euro.
Le responsabilità di notai e cittadini personalmente non riesco a vederle...
Se fosse come dici allora mi sembra giusto che l'affrancazione venga pagata al 50% dal venditore e al 50% dal notaio, così aumenta anche la possibilità che si risolva tutto in via stra-giudiziale. Chiedere 30-40.000 al venditore potrebbe far tornare in voga l'escapologia...Sui cittadini concordo, sui notai non ne sarei così sicuro. Io sono ingegnere (purtroppo dipendente metalmeccanico, non sono ferrato in campo civile/urbanistico), se omettessi di informarmi adeguatamente e di tenermi aggiornato, di consegnare un progetto omettendo il rispetto di leggi che altrove vengono applicate (quindi senza la scusa della difficile interpretazioe/applicabilità pratica), mi ritroverei in mezzo alla strada da un momento all'altro! A maggior ragioni i notai, il cui compito è appunto tener conto di tutte le leggi. La legge non ammette ignoranza? a maggior ragione vale per un notaio, diamine!
Questo, purtroppo, sarà il tribunale a deciderlo. Silenzio assordante anche dai notai. Aspettiamo settembre e vediamo...Se fosse come dici allora mi sembra giusto che l'affrancazione venga pagata al 50% dal venditore e al 50% dal notaio, così aumenta anche la possibilità che si risolva tutto in via stra-giudiziale. Chiedere 30-40.000 al venditore potrebbe far tornare in voga l'escapologia...
Sarebbe poi da capire questo 20-25% in base a che criterio esca.... con queste percentuali altro che valori venali gonfiati.... peggio dei calcoli attuali....Salve Presidente ho letto la pubblicazione di Rizzi e Trentin su ERP e viene detto che in base all'art. 31, c. 48 legge 448/1998 il prezzo di cessione del terreno in diritto di superficie viene determinato dall'ufficio tecnico del Comune con gli stessi criteri stabiliti per il calcolo dell'indennità di espropriazione.
Volevo sapere se la delibera 40/2016 adotta tale criterio o se ne hanno inventato uno nuovo.
Anche il criterio da lei proposto del 20-25 per cento sarebbe contro il precitato articolo della 448.
So che è in ferie , ma mi promette di rispondermi al suo rientro?
Si potrebbe inserire tale punto nel ricorso al Presidente della Repubblica?
è una pubblicazione Formez.Sarebbe poi da capire questo 20-25% in base a che criterio esca.... con queste percentuali altro che valori venali gonfiati.... peggio dei calcoli attuali....
Ecco perché Di Piero sostiene tale criterio al posto del valore di trasformazione.è una pubblicazione Formez.
La delibera 40/2016, a pg. 16 indica l'art. 31, c. 48 legge 448/1998, come modificato dall'art. 1, comma 392 della legge 147/2013 (legge di stabilità 2014) che:
Comma 392
- Si riporta il testo vigente del comma 48,
dell'articolo 31, della legge 23 dicembre 1998, n. 448,
recante "Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione
e lo sviluppo", come modificato dalla presente legge:
"Art. 31. (Norme particolari per gli enti locali)
1-47 (Omissis).
48. Il corrispettivo delle aree cedute in proprieta' e'
determinato dal comune, su parere del proprio ufficio
tecnico, in misura pari al 60 per cento di quello
determinato attraverso il valore venale del bene, con
facolta' per il comune di abbattere tale valore fino al 50
per cento, al netto degli oneri di concessione del diritto
di superficie, rivalutati sulla base della variazione,
accertata dall'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per
le famiglie di operai e impiegati verificatasi tra il mese
in cui sono stati versati i suddetti oneri e quello di
stipula dell'atto di cessione delle aree. Comunque il costo
dell'area cosi' determinato non puo' essere maggiore di
quello stabilito dal comune per le aree cedute direttamente
in diritto di proprieta' al momento della trasformazione di
cui al comma 47".
A fine pg.16 la delibera dice che per stimare il valore venale non è possibile ricorrere a comparazione con quello di mercato (ovvero Osservatorio Mobiliare Italiano) e sono ricorsi al valore di trasformazione calcolato nel modo tragico di cui sappiamo.
Il 20-25% stimato dal Formez,, quale stima del terreno come percentuale del costo dell'immobile, all'ufficio del Comune non andava bene in quanto, secondo loro, non esiste un mercato degli immobili cui fare riferimento, pure nel caso di alcuni PdZ oramai lottizzate in maniera completa!!!!!!.
@Santi60 vedo su facebook che l'avv Perticaro è molto attivo su questi temi. E' andato anche a report sulla questione case ex INPDAP. Perché non gli mandiamo la tua bozza per vedere se riesce a organizzare un bel ricorso collettivo?Ecco perché Di Piero sostiene tale criterio al posto del valore di trasformazione.
C'è da dire che l'OMI stima gli appartamenti di classe superiore (civile abitazione) al nostro (economico e popolare) per cui, per noi, la percentuale dovrebbe essere inferiore oppure prendere a riferimento un costo dell'appartamento inferiore rispetto all'OMI.
è una pubblicazione Formez.
La delibera 40/2016, a pg. 16 indica l'art. 31, c. 48 legge 448/1998, come modificato dall'art. 1, comma 392 della legge 147/2013 (legge di stabilità 2014) che:
Comma 392
- Si riporta il testo vigente del comma 48,
dell'articolo 31, della legge 23 dicembre 1998, n. 448,
recante "Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione
e lo sviluppo", come modificato dalla presente legge:
"Art. 31. (Norme particolari per gli enti locali)
1-47 (Omissis).
48. Il corrispettivo delle aree cedute in proprieta' e'
determinato dal comune, su parere del proprio ufficio
tecnico, in misura pari al 60 per cento di quello
determinato attraverso il valore venale del bene, con
facolta' per il comune di abbattere tale valore fino al 50
per cento, al netto degli oneri di concessione del diritto
di superficie, rivalutati sulla base della variazione,
accertata dall'ISTAT, dell'indice dei prezzi al consumo per
le famiglie di operai e impiegati verificatasi tra il mese
in cui sono stati versati i suddetti oneri e quello di
stipula dell'atto di cessione delle aree. Comunque il costo
dell'area cosi' determinato non puo' essere maggiore di
quello stabilito dal comune per le aree cedute direttamente
in diritto di proprieta' al momento della trasformazione di
cui al comma 47".
A fine pg.16 la delibera dice che per stimare il valore venale non è possibile ricorrere a comparazione con quello di mercato (ovvero Osservatorio Mobiliare Italiano) e sono ricorsi al valore di trasformazione calcolato nel modo tragico di cui sappiamo.
Il 20-25% stimato dal Formez,, quale stima del terreno come percentuale del costo dell'immobile, all'ufficio del Comune non andava bene in quanto, secondo loro, non esiste un mercato degli immobili cui fare riferimento, pure nel caso di alcuni PdZ oramai lottizzate in maniera completa!!!!!!.
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