Il tizio che mi ha venduto l'appartamento l'aveva comprato a 115.000 euro, ma siccome il valore catastale dell'immobile era più alto, nel suo rogito è stata inserita la clausola relativa ad un "valore convenzionale dell'appartamento" di 130.000 euro, e ad uno sconto di 15.000 euro come riscatto parziale di 4 anni di pigioni (prima di comprare era stato in affitto per 4 anni).Da molto tempo ho dei dubbi che non ho mai espresso e forse non ha mai espresso nessuno e sono i seguenti:
Per chi volesse vendere a prezzo imposto l'acquirente dovrà pagare le tasse sul valore catastale che potrebbe essere superiore al prezzo imposto, cosa non proprio equa, inoltre, per come stanno le cose non proprio chiare, quelli dell'Agenzia delle Entrate potrebbero attivare una verifica, che magari dopo ulteriori rotture di scatole, forse, uno potrà giustificare ma in tanto bisognerà farlo e se i signori dell'Agenzia delle Entrate fossero come i signori del Comune, cosa molto ma molto probabile, non credo che sarà cosa facile.
Forse bisognerà spendere altri soldi !!!!!
Che ne pensate ?
Figuriamoci se lo vado a vendere al prezzo massimo di cessione di 50.000 euro...
In compenso il comune mi fa pagare tutte le tasse per un valore catastale di 129.000 euro, e sia l'agenzia del territorio che la commissione tributaria hanno respinto la mia domanda di riclassamento (da A2 classe 6 ad A2 classe 3, che è quella che hanno la maggior parte degli altri appartamenti dello stesso condominio; purtroppo il primo poprietario non si curò di chiedere il riclassamento insieme agli altri, agli inizi del 2000).