pinacio

Membro Attivo
Professionista
Non mi riferivo all'utilizzo abitativo e mi scuso dell'imprecisione, pensavo ad uno residuale quale può essere il deposito di attrezzi o simili poichè i vecchi casali hanno delle piccole superfici di terreno.
 

elisabettam

Membro Senior
Agente Immobiliare
Scusate, mi intrometto.
Io penso che l'unica cosa che possa fare sia una proposta scritta (come prelazione) verso i cooeredi sulla sua parte di quota. Se non accettata la stessa puo' essere messa in vendita verso terzi.

A me suona strano che se uno dei compropietari non riesca a sopportarne le spese lo stesso stabile possa :
-essere messo in vendita (anche contro la volonta' di compropietari) verso terzi
-obbligare 1 compropirietario all'acquisto delle intere altre quote del fabbricato.

Posso essere nella situazione di sopportarne le spese annue ma non di acquistarlo per intero.
Non capisco. Perche' e chi mi dovrebbe obbligare a rilevare delle quote che per mie ragioni, insindacabili, non voglio acquisare? Cosi mi pare di aver capito nella sentenza.
Grazie in anicipo. :)
a me sembra logico, invece, che il giudice decida di vendere il tutto se i comproprietari non vogliono acquistare la quota
 

Kurt

Membro Attivo
Professionista
Trattandosi di norme di diritto non importa la nostra sensibilità od opinione individuale, serve capire le ragioni che hanno portato alla formazione di una norma e poi come deve essere applicata.

Il nostro codice civile nasce dalla revisione ed unione dei precedenti codici, non ultimo per importanza quello del commercio. Avendo tra le sue radici anche questa ne mutua il principio di agevolare la circolazione dei beni e capite che se non ci fossero delle norme precise chiunque potrebbe provocare situazioni di stallo in cui una o più parti non potrebbero disporre del bene o del ricavato della sua vendita.

Quindi fatti salvi i diritti di tutti, in base ai quali nessuno può obbligare un altro un comportamento che lecitamente questi non vuole tenere, è altresì vero che doveva consentire un'uscita dalla comunione tanto più quando questa è involontaria come l'eredità.

La norma pertanto prevede un percorso:
a) accordo tra le parti (divisione volontaria;
b) ricorso unanime a un notaio (divisione volontaria per così dire "assistita")
c) ricorso alla via giudiziaria su richiesta di una o più parti.

In ipotesi di ricorso al Giudice, questi prima valuta la possibilità tecnica di divisione e d'assegnazione di quote individuali a ognuno degli eredi (con eventuali conguagli di denaro), se tale suddivisione non è possibile o troppo onerosa, sentite le parti, procede con la vendita a terzi assegnando pro quota il ricavato (netto spese).

Questo modo di operare consente a tutti di non dovere subire i capricci e le coercizioni di un altro.

L'intervento di wiwaxia dimostra che il possesso di un bene ha risvolti emotivi che superano quelli prettamente economici, le sue proposte infatti ripetono (più o meno) le posizioni assunte dagli altri eredi. Quello che non viene considerato è che vendere una quota di un bene è sempre stata una missione impossibile, difficoltà ben conosciuta dal Legislatore. Per questo ha voluto scoraggiare la comunione di lunga durata e ha previsto norme agevolative per uscirne.

Spero di non avere annoiato con questa spiegazione ma ho cercato di fare comprendere le ragioni della norma.
 

ludovica83

Membro Vintage
Privato Cittadino
Trattandosi di norme di diritto non importa la nostra sensibilità od opinione individuale, serve capire le ragioni che hanno portato alla formazione di una norma e poi come deve essere applicata.

Il nostro codice civile nasce dalla revisione ed unione dei precedenti codici, non ultimo per importanza quello del commercio. Avendo tra le sue radici anche questa ne mutua il principio di agevolare la circolazione dei beni e capite che se non ci fossero delle norme precise chiunque potrebbe provocare situazioni di stallo in cui una o più parti non potrebbero disporre del bene o del ricavato della sua vendita.

Quindi fatti salvi i diritti di tutti, in base ai quali nessuno può obbligare un altro un comportamento che lecitamente questi non vuole tenere, è altresì vero che doveva consentire un'uscita dalla comunione tanto più quando questa è involontaria come l'eredità.

La norma pertanto prevede un percorso:
a) accordo tra le parti (divisione volontaria;
b) ricorso unanime a un notaio (divisione volontaria per così dire "assistita")
c) ricorso alla via giudiziaria su richiesta di una o più parti.

In ipotesi di ricorso al Giudice, questi prima valuta la possibilità tecnica di divisione e d'assegnazione di quote individuali a ognuno degli eredi (con eventuali conguagli di denaro), se tale suddivisione non è possibile o troppo onerosa, sentite le parti, procede con la vendita a terzi assegnando pro quota il ricavato (netto spese).

Questo modo di operare consente a tutti di non dovere subire i capricci e le coercizioni di un altro.

L'intervento di wiwaxia dimostra che il possesso di un bene ha risvolti emotivi che superano quelli prettamente economici, le sue proposte infatti ripetono (più o meno) le posizioni assunte dagli altri eredi. Quello che non viene considerato è che vendere una quota di un bene è sempre stata una missione impossibile, difficoltà ben conosciuta dal Legislatore. Per questo ha voluto scoraggiare la comunione di lunga durata e ha previsto norme agevolative per uscirne.

Spero di non avere annoiato con questa spiegazione ma ho cercato di fare comprendere le ragioni della norma.

La norma pertanto prevede un percorso:
a) accordo tra le parti (divisione volontaria;
b) ricorso unanime a un notaio (divisione volontaria per così dire "assistita")
c) ricorso alla via giudiziaria su richiesta di una o più parti.

A questo aggiungo, anche se non obbligatorio tra il punto B e il C lo strumento della Mediazione in quanto i costi e i tempi di attesa sono inferiori ad una causa.
La durata è 4 mesi (attenzione... nel mio caso son già diventati 7... perchè c'è la volontà di una delle parti ad allungare i tempi... per sfinimento)

Per quanto riguarda il notaio... o è di fiducia... oppure diffida assolutamente se presentato da una delle parti (come tutti i sommi geometri del caso).
 
R

raimondo onnis

Ospite
anche io e i miei fratelli abbiamo lo stesso problema: un immobile che i miei genitori (deceduti) ci hanno lasciato, non e' divisibile , e un terzo coerede (mia sorella), si oppone alla vendita per una non meglio precisata questione di affettivita' (ahahahaha..) nel frattempo, visto anche il non altissimo valore dello stesso immobile , noi fratelli non sappiamo che pesci pigliare, se intentare una causa (salata), o lasciare che per sfinimento nostra sorella lo rilevi un domani ad una cifra irrisoria.. (sara' questo lo scopo?)... Ah, la legge , NON e' uguale per tutti, ma salvaguarda i furbi ...
 

ludovica83

Membro Vintage
Privato Cittadino
anche io e i miei fratelli abbiamo lo stesso problema: un immobile che i miei genitori (deceduti) ci hanno lasciato, non e' divisibile , e un terzo coerede (mia sorella), si oppone alla vendita per una non meglio precisata questione di affettivita' (ahahahaha..) nel frattempo, visto anche il non altissimo valore dello stesso immobile , noi fratelli non sappiamo che pesci pigliare, se intentare una causa (salata), o lasciare che per sfinimento nostra sorella lo rilevi un domani ad una cifra irrisoria.. (sara' questo lo scopo?)... Ah, la legge , NON e' uguale per tutti, ma salvaguarda i furbi ...

Con il decreto del Fare... la situazione è un po' cambiata, restano valide le opzioni ma prima del giudizio c'è la mediazione che è diventata obbligatoria per 4 anni in via sperimentale....

Ora.. diciamo che tua sorella in parte ha ragione... il tempo per vendere non è dei migliori... ma se iniziano ad esserci spese straordinarie... non è forse bene che la rilevi oggi invece di aspettare nel domani...
"Carissima sorella... visto il tuo giustificato affetto e che lo stato italiano eroga fino a fine anno gli incentivi per la ristrutturazione... perchè non pensi di ritirare la nostra parte previa perizia? Così poi ripristini a tuo piacimento il bene recuperando il 50% sulle spese che affettui... Con affetto i tuoi fratelli."
 
R

raimondo onnis

Ospite
Mah, direi che la sua idea e' proprio di rilevarla , ma solo al prezzo che va bene a lei, non certo a quello di mercato... in caso contrario: " rimane li e marcisce" chiaramente con accollo di spese per tutti. Amen
 

od1n0

Membro Senior
Privato Cittadino
Mah, direi che la sua idea e' proprio di rilevarla , ma solo al prezzo che va bene a lei, non certo a quello di mercato... in caso contrario: " rimane li e marcisce" chiaramente con accollo di spese per tutti. Amen
Non vi resta che la via dello scioglimento legale della comunione ereditaria paventando alla sorella che i costi non sono pochi per tutti......fate un prospetto economico cosi' magari di fronte alle cifre che anche lei dovrà spendere rinuncerà ai presunti affetti e verrà a piu' miti consigli.
 

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