Egregio sig. Luciano,
io non ho timore in generale dei cambiamenti e, anzi, auspico che la professione, ripeto professione ( perché tale è ) dell' Agente Immobiliare sia, nel futuro , sgravata da tutte quella serie di adempimenti e obblighi burocratici che la rendono il MIGLIOR ALLEATO dello Stato, dopo la Polizia e la Guardia di Finanza, per quanto riguarda la lotta alla criminalità economica;
auspico pure, finalmente, l’attuazione della parte della legislazione della legge n.39 e successive modifiche che prevede l’instaurazione del percorsi professionale ch passa tramite il praticantato e prova finale di verifica;
ma dopo la ferita, sì proprio una ferita ancora sanguinante e difficile da rimarginare, dell'abolizione del ruolo, procurata alla categoria dalla PUGNALATA ALLE SPALLE della nostra classe politica, che sia di destra ( vero Scaloja?) che di sinistra ( le “lenzuolate” di Bersani ancora tutti le ricordano con “affetto” ), dopo che questa, ED E’ QUI LA GRAVITA DELLA QUESTIONE, si era fatta in quattro, anzi in otto se non in sedici! per giurare all’intera categoria degli A.I che, mai e poi mai, si sarebbe toccato il ruolo e che la stessa direttiva Bolkenstein non prevedeva obbligatoriamente questa soppressione, ebbene, dopo tale sceneggiata, non credo affatto che sarebbe prudente rivolgersi di nuovo ad una classe politica di tal fatta e di tal pasta ( a costo di passare per qualunquista…) per chiedere un abolizione ,ancorché parziale, dell’incompatibilità a TOTALE VANTAGGIO dei mediatori e, allo stesso tempo, esigere che questa rimanga come una diga a TOTALE SVANTAGGIO delle altre professioni ordinistiche, che dati statistici alla mano, cominciano a vedere gramo nel proprio futuro per l’eccessiva ressa degli iscritti.
Tutto qua.
Vorrei evitare una seconda pugnalata alla spalle. Con relativa seconda lesione sanguinante.
Anche gli A.I ci tengono alla pelle e, essendo lavoratori indefessi ma non fessi, non desiderano morire dissanguati.
Poi in un secondo momento, se cambia il vento, se muta il clima, ( questo lo si misurerà, , dalla formulazione, quando sarà, dei decreti attuativi al Decreto di recepimento della Direttiva servizi se, naturalmente, confermeranno e conserveranno i requisiti professionalizzanti e d’ accesso della categoria degli agenti d’affari…) si potrà tentare di instaurare un dialogo utile con la parte politica e con il Ministero dello sviluppo economico per cercare di far entrare nella testa della nostra classe politica che agli oneri che appesantiscono l’attività quotidiana del mediatore NON CORRISPONDONO pertinenti e proporzionali ONORI ( chiamiamoli così…) e che tale palese squilibrio è materialmente e moralmente intollerabile, gravoso economicamente e, per la classe politica, indifendibile. Oneri che soprattutto gli appartenenti ad ordini ed albi non possiedono e non sostengono.
E, dato che il ruolo è stato inopinatamente abolito, sarebbe equanime e opportuno per il Parlamento correggere il proprio errore sfoltendo, quanto è più possibile, la foresta di nodi, viluppi, lacci, e laccioli che lardellano la professione dei mediatori.
Per evitare di istaurare in Italia una famiglia di figliastri.