Vado contro tendenza.
La superficie commerciale si misura in modo univoco, calcolando parte dei muri perimetrali condivisi, tutti i muri perimetrali non confinanti con altre proprietà, tutti i muri interni, una percentuale stabilita per balconi/terrazzi/giardini, e un’altra ( sempre stabilita) per cantine, solai etc.
E da sempre nelle compravendite si usa convenzionalmente parlare di metratura commerciale, e su quella generalmente si valuta il prezzo al mq; se misurata correttamente , non ci possono essere fraintendimenti, né tantomeno tentativi di bidonare il cliente acquirente.
Ovviamente al cliente interessa anche conoscere la metratura calpestabile, e nessuno gli vieta di misurarla: sarà più o meno inferiore in funzione dello spessore dei muri, e della presenza degli altri spazi su menzionati.
Non mi sembra questo il problema.
Non nego però che capita che qualche agente spari alto, cioè racconti di metrature inesistenti, e nella mia carriera ho visto anche aumentare la scala delle planimetrie, per far sembrare le cose diverse dalla realtà: questo ovviamente è truffaldino e deprecabile , anche per la sfiducia che getta sull’intera categoria.
Ma come si guarda che un paio di scarpe sia della misura giusta, a maggior ragione si dovrebbe controllare che la casa scelta abbia le misure decantate; in fondo normalmente si fa più di una visita, e c’è sempre l’opportunità di far verificare da un tecnico di fiducia, se si hanno dubbi.
Male, malissimo.
E’ diritto di chi compra pretendere risposte certe.
Ma se non arrivano, si cerca di averle altrove; in fondo sono dati oggettivi, facilmente rilevabili.
Resta il fatto che a te la casa è piaciuta, e ti è andata bene per le tue esigenze; a meno di acquisto a misura, ora c’è (purtroppo) poco da recriminare.
E comunque specifico che condanno sempre e senza appello qualsiasi agente che non sia trasparente.