Steve Jobs, chi era costui?
Steve Jobs era un genio; macché era un ladro di idee altrui.
Era un Leonardo da Vinci, no, è stato un ciarlatano e un venditore di fumo.
Ha creato un nuovo mondo, quello virtuale, QUESTO MONDO DAVANTI ALLA TASTIERA, è stato un ingegnere dei sogni, macché si è solo appropriato di penne non sue e si é trasformato in un pavone da gallinaccio che era.
Le persone sono naturalmente divise nei loro giudizi come capita a tutti gli eroi popolari.
La cronaca obiettiva di questi anni ci racconta che Steven Paul Jobs é noto per aver introdotto sul mercato dell’informatica a disposizione del grande pubblico il primo personal computer (Apple II) e prodotti di successo come iPod, iPhone e iPad.
Tutti successi clamorosi. Tutti prodotti rivoluzionari che prima semplicemente non esistevano.
L’informatica data prima di Jobs e dopo di Jobs.
Prima di Jobs non c’era la mela mordicchiata, poi sì.
Prima non c’era l’APPLE inc. dopo sì.
Prima di Jobs il computer era un oggetto indecifrabile e un po’ misterioso, poi, una volta morsicata la mela ( attenzione ai precisi riferimenti biblici…), è diventato una “bazzecola” alla portata di tutti, un oggetto disponibile e amichevole.
Prima del morso, un affare per specialisti, dopo il morso, lo poteva usare anche lo scemo del villaggio. ( Che Steve Jobs anelasse, prometeicamente, a ripetere, in chiave moderna e tecnologica, l’episodio della mela del Paradiso Terrestre? Chissà…Anche se nella Bibbia si parla di “frutto” e non di mela…).
Certamente il computer esisteva; è stato concepito e elaborato in modo primitivo, per la prima volta, durante la seconda guerra mondiale, nell’ambiente spionistico tedesco, mi pare… Ma erano costruzioni straordinariamente ingombranti, grandi come armadi.
Con Jobs il computer diventò un fatto commerciale, un puro oggetto di consumo, un elettrodomestico come un altro, un normale apparecchio con uno schermo, una geniale e curiosa combinazione tra macchina da scrivere e televisione. Una fonte enorme di ricchezza sia per chi lo produceva sia per chi lo usava per lavoro e per produrre reddito a sua volta.
Steve Jobs: un fantasioso mago del rimpicciolimento; egli con la bacchetta magica è riuscito a rimpicciolire un “armadio” fino a trasformarlo, in modo chimerico, in un aggeggio che funziona semplicemente tenendolo nel palmo di una mano. L’I-Pad: un simpatico giocattolino proiettato nel futuro ma dalle viscere molto profonde e arcaiche….
Se ci possiamo parlare a distanza e scambiarci opinioni e critiche, in gran parte, lo dobbiamo a lui.
Jobs ha voluto dire febbre visionaria.
Jobs ha voluto dire fantasia in gioco.
Jobs ha voluto dire fantasia al lavoro e al potere.
Jobs ha voluto dire una straordinaria scuola di sapere che ha attratto e mobilitato centinaia di brillanti ricercatori e studiosi.
Jobs ha voluto dire imprenditoria pioneristica di successo.
Jobs ha voluto dire ricerca e dialogo col mercato.
Jobs ha voluto dire successo planetario.
Ma che si vuole di più? Un Lucano?
Steve Jobs era un genio; macché era un ladro di idee altrui.
Era un Leonardo da Vinci, no, è stato un ciarlatano e un venditore di fumo.
Ha creato un nuovo mondo, quello virtuale, QUESTO MONDO DAVANTI ALLA TASTIERA, è stato un ingegnere dei sogni, macché si è solo appropriato di penne non sue e si é trasformato in un pavone da gallinaccio che era.
Le persone sono naturalmente divise nei loro giudizi come capita a tutti gli eroi popolari.
La cronaca obiettiva di questi anni ci racconta che Steven Paul Jobs é noto per aver introdotto sul mercato dell’informatica a disposizione del grande pubblico il primo personal computer (Apple II) e prodotti di successo come iPod, iPhone e iPad.
Tutti successi clamorosi. Tutti prodotti rivoluzionari che prima semplicemente non esistevano.
L’informatica data prima di Jobs e dopo di Jobs.
Prima di Jobs non c’era la mela mordicchiata, poi sì.
Prima non c’era l’APPLE inc. dopo sì.
Prima di Jobs il computer era un oggetto indecifrabile e un po’ misterioso, poi, una volta morsicata la mela ( attenzione ai precisi riferimenti biblici…), è diventato una “bazzecola” alla portata di tutti, un oggetto disponibile e amichevole.
Prima del morso, un affare per specialisti, dopo il morso, lo poteva usare anche lo scemo del villaggio. ( Che Steve Jobs anelasse, prometeicamente, a ripetere, in chiave moderna e tecnologica, l’episodio della mela del Paradiso Terrestre? Chissà…Anche se nella Bibbia si parla di “frutto” e non di mela…).
Certamente il computer esisteva; è stato concepito e elaborato in modo primitivo, per la prima volta, durante la seconda guerra mondiale, nell’ambiente spionistico tedesco, mi pare… Ma erano costruzioni straordinariamente ingombranti, grandi come armadi.
Con Jobs il computer diventò un fatto commerciale, un puro oggetto di consumo, un elettrodomestico come un altro, un normale apparecchio con uno schermo, una geniale e curiosa combinazione tra macchina da scrivere e televisione. Una fonte enorme di ricchezza sia per chi lo produceva sia per chi lo usava per lavoro e per produrre reddito a sua volta.
Steve Jobs: un fantasioso mago del rimpicciolimento; egli con la bacchetta magica è riuscito a rimpicciolire un “armadio” fino a trasformarlo, in modo chimerico, in un aggeggio che funziona semplicemente tenendolo nel palmo di una mano. L’I-Pad: un simpatico giocattolino proiettato nel futuro ma dalle viscere molto profonde e arcaiche….
Se ci possiamo parlare a distanza e scambiarci opinioni e critiche, in gran parte, lo dobbiamo a lui.
Jobs ha voluto dire febbre visionaria.
Jobs ha voluto dire fantasia in gioco.
Jobs ha voluto dire fantasia al lavoro e al potere.
Jobs ha voluto dire una straordinaria scuola di sapere che ha attratto e mobilitato centinaia di brillanti ricercatori e studiosi.
Jobs ha voluto dire imprenditoria pioneristica di successo.
Jobs ha voluto dire ricerca e dialogo col mercato.
Jobs ha voluto dire successo planetario.
Ma che si vuole di più? Un Lucano?