Beh, io la sfera di cristallo non ce l'ho.
Però osservando i fenomeni della comunicazione digitale che seguo da quando esiste, secondo me si. Vi faccio notare che il social network di maggior successo su internet si chiama "Facebook" e su FB (teoricamente) l'anonimato non esiste, anzi il fatto di esserci "davvero" è il suo punto di forza.
A mio parere sarà la nuova frontiera del web 2.0, e non è escluso che un giorno immobilio venga riconvertito in "persone" reali proprio per dar spazio al vero confronto.
Del resto si sa: Dietro a un monitor non si è davvero se stessi e le aberrazioni create da questo modo di comunicare sono ben documentate (sfoghi, troll e quant'altro).
Io credo che dopo aver provato gusto a insultare il prossimo senza conseguenze, la gente sia stufa di non sapere chi c'è dall'altra parte e l'intelletto si sopisca pian piano, fino a scomparire.
Si, io credo che in futuro, superate le paure di essere cittadini digitali, la gente sarà assetata di "personalizzazione" più che di trollismo gratuito.
My 2 cents
Guarda, ti dico il mio modesto parere che è ancora più modesto dei proverbiali 2 cents.
Si parta da un presupposto: il successo di facebook c'è stato ed è assolutamente inutile negarlo. Si tratta di un social network vincente.
Ma occorre capire cosa abbia davvero innovato nel ramo del web, dunque quali innovazioni sono davvero genuine e rispondenti al presupposto di un vero social network e quali invece solo innovazioni di facciata.
A mio avviso, anche a fronte dell'enorme successo di facebook, l'innovazione non è stata significativa.
Anzitutto perchè la rottura del concetto di anonimato è stata più estorta che davvero proposta.
Facebook ha peraltro avuto un successo che neanche i fondatori si aspettavano sino in fondo, proprio perchè più o meno inconsapevolmente ha sfruttato gli aspetti più deteriori del voyeurismo, ossia l'idea da parte di un qualsiasi utente di andare sui motori di ricerca e vedere cosa ha fatto Pinco Pallino di cui non sentiva la voce e non vedeva un'immagine dal 1993, anno della maturità.
Di solito quando si metteva nome e cognome su google, usciva fuori il nulla: con facebook invece per molto tempo si è potuto sapere vita, morte e miracoli di una persona.
Se l'utente avesse, davvero, avuto coscienza di cosa fosse facebook, a quest'ora si sarebbe ben guardato dall'iscriversi per vedersi magari identificato su tutti i motori di ricerca. Anche perchè facebook, più o meno onestamente, ha cavalcato la niubbaggine di molti utenti, occupandosi solo in un secondo momento (a problema creato e dopo aver conquistato qualche decina di milioni di iscritti) di tutelare la loro privacy.
Esempio. Lo sapete che oggi se mettete l'indirizzo e-mail di una persona sul motore di facebook, se questa persona è iscritta, potete saperlo e sapere il suo nome e cognome reale? Questa è una cosa piuttosto grave, di cui peraltro l'utente che si iscrive non è a conoscenza.
Dunque non è che gli utenti hanno voluto rompere il loro anonimato e si sono voluti iscrivere su facebook in una sorta di gigantesco reality show, facebook se lo sono semplicemente trovati sotto casa, spesso costretti.
In più, a mio avviso, facebook non ha compiuto quella vera rivoluzione che possa far sì che gli utenti capiscano
davvero cosa sia il web e i vantaggi che possono derivarvi. Non si è discostato da quel principio che è comune a Twitter, Badoo e compagnia: ossia la salvaguardia del proprio spazio vitale.
In sostanza, per farla breve, il vero social network deve ancora arrivare: fino ad oggi assistiamo a degli Asocial Network, con qualche brandello di socialità mai davvero sviluppata (ed è quello che, invece, ad esempio vogliamo fare noi con quel progetto di cui ti ho fatto cenno in privato) ma in fin dei conti nulla che si discosti davvero dal principio di voler crearsi una nicchia (più o meno sviluppata) di persone che si conoscono già dal vivo. E del resto lo vediamo dai numerosi limiti che facebook pone nel conoscere nuovi amici, accampando scuse (perchè tali sono) di tutela della privacy della persona invitata nel proprio spazio.
Allora la domanda è: a cosa mi serve Internet se devo ****eggiare con persone con cui posso farlo anche nella vita di tutti i giorni.
In sostanza, gli Asocial Network vanno incontro (assecondandolo) a quell'individualismo che è proprio dell'utente che è su Internet, laddove invece anche per poter promuovere una vera e propria rivoluzione culturale (di cui soprattutto questo Paese ha bisogno) c'è bisogno di un qualcosa che
inciti all'apertura sociale, alle nuove conoscenze.
Internet, con tutti i suoi pregi e difetti, questo è: networking, rete, nuove amicizie. E sotto questo aspetto un vero e proprio social network (sia pure con tutte le sacrosante tutele del caso) deve ancora arrivare.
Anche qui sono i miei personalissimi 2 cents (anzi anche meno)