Buona domenica a tutti! Vi ringrazio tantissimo per la consulenza e per il supporto morale che mi state fornendo e complimenti per questo utilissimo forum che consiglierò anche ai miei amici. Il notaio l'ho scelto io ed è un notaio molto conosciuto a Venezia centro storico. Al notaio ed avvocato P.D. avevo conferito incarico per la stipula del preliminare e dell'atto definitivo di compravendita. Io ho posto nel notaio la massima fiducia, pensando di essere pienamente tutelata, sia per la sua professionalità che per gli elevati costi preventivati della sua parcella. In fase di preliminare quando ho chiesto la registrazione del contratto, il notaio mi ha informata che, anche se sarebbe d'obbligo la registrazione, un contratto non registrato ha lo stesso valore legale di quello registrato. Riteneva che la differenza fosse solo fiscale (mentre ora so per certo che purtroppo non è così) per cui sia io che la venditrice abbiamo optato per la non registrazione e il notaio, a sua tutela, ha inserito nel contratto stesso che la volontà delle parti è di non registrare, nè trascrivere il preliminare. Sono venuta successivamente a conoscenza che la trascrizione è fortemente consigliata, anche se non è obbligatoria ed è costosa, in quanto permette al contratto registrato di essere trascritto nei registri notarili e di essere quindi visibile e per questo motivo tutela l'acquirente da eventuale alienazione del bene a terzi da parte del venditore, da pignoramenti ecc. Io non ho assolutamente subito passivamente gli eventi, ho avuto fiducia di un notaio che purtroppo non ha lavorato con serietà professionale. I tempi ovviamente si sono allungati in quanto ho dovuto eseguire tutte le verifiche sulla provenienza donativa, e non è stato facile, perchè il diritto successorio tedesco è completamente diverso da quello italiano. Poi la banca a sua volta ha dovuto eseguire le proprie verifiche chiedendomi ulteriore documentazione, che non è stata di facile reperibilità. Avendo avuto parere negativo per la concessione del mutuo, ho contattato altri istituti di credito i quali a loro volta hanno studiato il caso, fornendomi anche questi parere negativo, e così si sono allungati i tempi e sono stata costretta, come vi avevo già riferito, a chiedere un prestito finanziario ai miei familiari per saldare il prezzo e rogitare, in quanto il notaio non aveva inserito, a mia tutela, la clausola nel preliminare "a condizione che sia erogato il mutuo" . Quindi io ho rispettato il contratto dimostrando costantemente la volontà di acquistare il bene, nonostante le mille difficoltà incontrate nel percorso. Il notaio inoltre, a mia tutela, doveva indicare nel contratto E. 10, 20 mila come caparra e la rimanenza come acconto, per non farmi incorrere nel rischio di perdere un'ingente somma di denaro nel caso in cui la compravendita non andasse a buon fine. Quindi l'inadempiente è chiaramente la venditrice in quanto ha alienato il bene a terzi, senza nemmeno informarmi e trattenendosi la caparra di E. 100.000, quando il preliminare è a tutt'oggi giuridicamente vincolante, in quanto privo sia della clausola risolutiva espressa, ai sensi dell'art. 1456 c.c., che del termine "essenziale", quindi non si risolve di diritto. Infatti per risolverlo sono stata costretta ad inviare alla venditrice una diffida ad adempiere. Se la venditrice non mi restituisce la caparra per intero e non mi risarcisce i danni economici e morali subiti, dovrò intraprendere le vie giudiziarie a tutela dei miei diritti. Spero di aver chiarito tutti i vostri dubbi, e che la mia esperienza sia utile ad altri per non trovarsi nelle mie stesse condizioni, un saluto cordiale, Cristina