Questa semplificazione tecnologica è una semplificazione anche per noi.
Quando ho iniziato a fare questo lavoro per predisporre il "terrificante giornaletto" dovevo fotografare l'immobile con una reflex, sviluppare il rullino, chiedere copia delle foto migliori, preparare un plico da spedire via posta...
Oggi però la semplificazione comporta facilitazioni ma anche nuovi problemi. Ad esempio, nei clienti, noto in realtà un problema di mancanza di focalizzazione.
Ho come la sensazione che si ha guardando un bambino che entra in un negozio di dolciumi...
A volte mi capita di chiamare un cliente vedendo la telefonata persa dopo pochi minuti per sentirmi rispondere: "Lei chi è? Un'agenzia immobiliare? Mi dispiace ma ne ho già chiamate 20 e non saprei neanche dirle per quale immobile l'avessi cercata..."
Non mi sembra che trovare l'appartamento giusto sia diventato tanto più facile.
Sulla questione della mediazione. Intanto sfatiamo un altro luogo comune. La provvigione media in Italia non è il 6% ma il 3,8% (ricerca FIAIP di qualche anno fa). Nella mia provincia il 6% lo chiedono solo i marchi in Franchising (meno del 10% degli operatori), io mi attesto sul 5% ma spesso chiudo al 4% e ci sono tanti colleghi che lavorano al 3% complessivo.
Naturalmente non è possibile scompattare una singola mediazione nelle sue componenti. Posso dire che direzione prendano i miei ricavi, complessivamente, a fine anno.
50% circa costi di personale
15% circa costi pubblicitari/informatici
15% circa costi legati alla logistica
20% circa utile lordo
Personalmente è da qualche anno che non faccio più fatica a motivare i miei costi con i clienti. Difficilmente mi dicono che sono caro. Nell'ultimo affare concluso il venditore era un notaio, l'acquirente un imprenditore olandese (in Olanda gli acquirenti non pagano la mediazione!).
Il notaio non mi ha richiesto nessuno sconto, la vendita è avvenuta dopo una gestione durata più di un anno e c'è stato, ritengo, un netto apprezzamento del lavoro svolto.
L'acquirente si è presentato in ufficio con una bottiglia di Champagne ed un regalo per ogni collaboratore dell'agenzia.
Spesso mi capita di ricevere, a conclusione di un affare, inviti a cena, piccoli regali, messaggi di stima... tutti questi problemi a farmi pagare veramente non li riscontro.
Ma naturalmente ho grande rispetto anche per coloro che decidono di non rivolgersi all'agenzia. Non disprezzo il fai da te perchè amo la libertà di scelta. Amo il mio lavoro proprio per questo: chi entra dalla porta della mia agenzia non è obbligato a farlo. Se lo fa già questo è per me motivo di orgoglio.
E che lo facciano il 60% di tutti i venditori e gli acquirenti, se ragioniamo sull'evoluzione storica della professione nel nostro paese, è per me un buon risultato e non un risultato negativo.
ecco, secondo me (ribadisco ad nauseam: da esterno) hai centrato il punto, o perlomeno ci sei andato vicinissimo.
il caso del notaio è esemplicativo: ci stai dietro da una un anno, hai fatto, brigato, disfato... il tuo valore aggiunto non è costituito da aver trovato casa e compratore, ma dal disbrigo del corollario burocratico.
considera però il caso tipo: privato su privato, la transazione "semplice" (si lo so che di semplici non ce ne sono, diciamo standard allora).
in questo caso la trafila burocratica è abbastanza semplice e routinaria e, come tale, viene vista anche dalla parti.
cosa fa la differenza? il fatto che quella casa in portafoglio "ce l'hai tu e solo tu"; da te devono passare.
e ci sta, eh... secondo me acquisire immobili, suonare, scampanellare, farsi amici i portinai (o i becchini...) è un lavoraccio.
il fatto è che questa attività è stata azzerata dai siti di annunci; adesso per le controparti è molto più semplice "farsi vedere" e "trovarsi".
se mi concedi il paragone è un po' la stessa cosa che si è avuta con il telaio a vapore.
l'aggravante è che, semplice per semplice, a voi professionisti immobiliare l'annuncio lo fa pagare; al privato no (per ora perlomeno).
se la cosa prende piede e domanda e offerta si incrociano tra loro in autonomia....beh che fai? le spinning jenny all'epoca le bruciarono e le buttarono nel tamigi.
però oggi nessuno tesse più la lana a mano.