In linea di principio cio' che affermi e' corretto.
Tuttavia alcune questioni capitano e capiteranno sempre.
Proprio in questi giorni mi e' successa la stessa cosa.
Il cliente, dopo alcune settimane di esame del bene, non solo a lasciato la caparra a sostegno della proposta, ma ha pure conferito al broker, l'incarico per ottenere il mutuo.
Salvo poi due giorni dopo, comunicare con una telefonata, che non intende piu' proseguire.
Come vedi il conportamento bizzarro e' lo stesso.
Corrergli dietro, cercando di bastonarlo senza pieta', perche' rispetti i suoi impegni, non eleva in alcun modo la credibilita' e la rispettabilita' della categoria.
Bensi' resta quello che e':
Una condotta ritorsiva e una perdita di tempo.
Ti ripeto, meglio avrebbe fatto, a restituire gli assegni.
Fidelizzando il cliente, atteso che questi ha poi effettivamente, comperato un altro alloggio presso un'altra agenzia.
Segno, che i soldi per procedere e la volonta' di acquistare, non erano svaniti.
Un mediatore, dovrebbe agire, per concludere vendite, non per dare la caccia alle streghe.
Premesso che il senso di quanto ho scritto credo sia chiaro a tutti gli agenti immobiliari (e pertanto sono certo l'abbia compreso anche tu), direi che nello specifico, volendo tralasciare il mio messaggio, non possiamo affermare che il collega abbia agito male.
Lui ha vissuto la situazione, lui ci ha messo la faccia, lui ha gestito le cose, a sua discrezione ed avendo pienamente ragione.
Perciò chi siamo noi per sostenere il cliente nella sua assurda ed indifendibile posizione?
Tanto più che mi pare di capire, il cliente in questione non è un "ignorante" sprovveduto.
Tanto più che il cliente sapeva benissimo che la'gente aveva già dato comunicazione al proprietario dell'immobile dell'esistenza di una proposta.
Prova ne è il fatto che il cliente dice d'aver aspettato nell'ufficio dell'agente l'arrivo del proprietario, salvo poi pensare bene di scappare!
Poteva l'agente una volta comunicata l'esistenza di una proposta, far finta che non ci fosse? Direi proprio di no, sarebbe stato come minimo scorretto.
E se poi il cliente ci avesse ripensato e avesse chiesto il perchè del mancato proseguimento delle trattative, cosa avrebbe potuto dire l'agente? Che l'aveva fatto nel suo interesse? E sulla base di cosa? Sulle sue dichiarazioni verbali? Per via della sua fuga?
Ma stiamo scherzando?
Ripeto, le situazioni per poterle giudicare sino in fondo bisogna conoscerle bene, meglio ancora viverle di persona; cosa che anche in questo caso non possiamo affermare sia.
Ogni situazione è diversa dall'altra pur essendo simile.
In alcuni casi può essere opportuno prendere le cose di petto, altre può essere meglio asciar perdere.
Per decidere e giudicare bisogna vivere le specifiche situazioni ed avere il polso della situazione.
Tornando al nostro caso specifico, visto che ci è stato posto un quesito, quali agenti immobiliari e "arbitri" imparziali tra le parti, possiamo e dobbiamo attenerci ai fatti che ci raccontano.
E il racconto del cliente in questione direi che parla da sè, non merita molti commenti, per la verità ne meriterebbe uno solo a parer mio, ma non posso scriverlo pubblicamente.
Per il bene della nostra categoria, limitiamoci ad esprimere pareri costruttivi, nell'interesse degli utenti/clienti e anche della nostra categoria.
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