Premesso che il senso di quanto ho scritto credo sia chiaro a tutti gli agenti immobiliari (e pertanto sono certo l'abbia compreso anche tu), direi che nello specifico, volendo tralasciare il mio messaggio, non possiamo affermare che il collega abbia agito male.
Lui ha vissuto la situazione, lui ci ha messo la faccia, lui ha gestito le cose, a sua discrezione ed avendo pienamente ragione.
Perciò chi siamo noi per sostenere il cliente nella sua assurda ed indifendibile posizione?
Tanto più che mi pare di capire, il cliente in questione non è un "ignorante" sprovveduto.
Tanto più che il cliente sapeva benissimo che la'gente aveva già dato comunicazione al proprietario dell'immobile dell'esistenza di una proposta.
Prova ne è il fatto che il cliente dice d'aver aspettato nell'ufficio dell'agente l'arrivo del proprietario, salvo poi pensare bene di scappare!
Poteva l'agente una volta comunicata l'esistenza di una proposta, far finta che non ci fosse? Direi proprio di no, sarebbe stato come minimo scorretto.
E se poi il cliente ci avesse ripensato e avesse chiesto il perchè del mancato proseguimento delle trattative, cosa avrebbe potuto dire l'agente? Che l'aveva fatto nel suo interesse? E sulla base di cosa? Sulle sue dichiarazioni verbali? Per via della sua fuga?
Ma stiamo scherzando?
Ripeto, le situazioni per poterle giudicare sino in fondo bisogna conoscerle bene, meglio ancora viverle di persona; cosa che anche in questo caso non possiamo affermare sia.
Ogni situazione è diversa dall'altra pur essendo simile.
In alcuni casi può essere opportuno prendere le cose di petto, altre può essere meglio asciar perdere.
Per decidere e giudicare bisogna vivere le specifiche situazioni ed avere il polso della situazione.
Tornando al nostro caso specifico, visto che ci è stato posto un quesito, quali agenti immobiliari e "arbitri" imparziali tra le parti, possiamo e dobbiamo attenerci ai fatti che ci raccontano.
E il racconto del cliente in questione direi che parla da sè, non merita molti commenti, per la verità ne meriterebbe uno solo a parer mio, ma non posso scriverlo pubblicamente.
Per il bene della nostra categoria, limitiamoci ad esprimere pareri costruttivi, nell'interesse degli utenti/clienti e anche della nostra categoria.
Ogni altra considerazione, benchè possa essere legittima, teniamocela per noi o al massimo condividiamola in privato, perchè altrimenti creeremmo solo confusione e divisione a danno principalmente per la nostra categoria.
Ripeto, in linea di principio ciò che affermi resta in aderenza, a quanto dettano le regole.
Tuttavia, in questo caso specifico, il venditore manca di signorilità.
Il cliente acquirente, nemmeno ventiquattro ore dopo, si accorge che quell'oggetto non va bene.
Una persona seria, valutata la situazione, e cioè che quell'oggetto non trova il gradimento necessario, riconsegnerebbe i titoli e continuerebbe serenamente nella sua azione di vendita, piuttosto che agire con azioni ritorsive e ricattatorie, che lo identificano per quello che è.
Non mi meraviglierei affatto, se questa sua azione di rincorrere e bastonare il cliente, sia stata indotta dagli intermediari.
Una sorta di spedizione punitiva congiunta.
Detto questo ciascuno lavora con la politica che crede.
Nella mia carriera, ne ho fatto di cotte e di crude, tuttavia in tutta la mia vita non ho mai incassato somme a titolo di penale o risarcitorie. MAI.
Restituire le caparre e annullare gli incarichi senza nulla pretendere, quando i clienti ci ripensano, è sempre la cosa giusta da fare, qualsiasi sia il motivo del ripensamento.
Specie se ci si vuole riempire la bocca, con terminologie quali la professionalità e la tutela ed il bene della categoria.
Non importa quale sia la specifica situazione.
La vita è lunga.
Quando quel mediatore, si recherà a prendere un incarico in un edificio e sotto o sopra a quell'alloggio, ci abita il nostro amico
@Tullietto , perchè è lì che ha comperato;
Quando i due vicini si confronteranno tra di loro, parlando di quel mediatore, qualsiasi sia stata la motivazione perchè le cose a suo tempo non sono andate come dovevano, quel mediatore sarà quello che se ne è scappato via con la caparra, un secondo dopo la firma.
Ma vuoi mettere il modello di referenza, nella sede del conferimento dell'incarico, quando un vicino dice all'altro:
"Poteva trattenersi la caparra e aveva tutto il diritto di farlo.
Invece me l'ha restituita".
Altro che non dirlo pubblicamente.
Se volete tutelare la categoria meglio fareste a non scappare con le caparre.