Ma nulla vieta al cliente di provare a rivalersi su B adducendo le sentenze della cassazione che non vedono di buon occhio la doppia provvigione
Il che si risolverà in un buco nell'acqua. Trovo perverso pure consigliare tali pratiche. B nel caso non avrebbe alcun addebito, parlate con avvocati che si intendono di mediazione e la seguono da tempo. B ha fatto il suo lavoro ed è stato pagato. Non esiste doppia mediazione in quanto non c'è solidità nel diritto.
Quindi anche se ci fosse il caso in cui un cliente è condannato a ripagare un compenso ad un altro mediatore, non sarebbe una DOPPIA provvigione, ma una SINGOLA provvigione ad un altro mediatore. Si capisce la differenza?
Quindi nel caso "a" dimostrasse il nesso e si vedesse riconosciuto un diritto, b ne sarebbe immune a meno che non si comprovasse che questi conosceva l'intervento del primo mediatore e che abbia contribuito, in qualche modo, ad inficiarlo, ecco nel caso b dovrà rifondare direttamente qualcosa. Negli altri casi è completamente immune da qualsiasi pretesa, e ci mancherebbe, aggiungerei.
Mica si può punire le persone per azioni fatte da altri quando questi ottengono solo ciò che la legge stessa gli permette e mica si può pretendere che un mediatore si accerti se il cliente sia andato da altro mediatore che poi non ha concluso per chiedere ciò che è il suo guadagno...
Se si aggiunge che le sentenze oramai vanno nella direzione indicata (ultimo che arriva meglio alloggia) direi che l'intera discussione è priva di senso.