Gagarin,
per me hai ragione.
occorre distinguere tra azione di RIDUZIONE ed azione di RESTITUZIONE
mentre la RINUNZIA alla prima è inammissibile finchè i donanti (genitori) sono in vita, ciò non vale per l'azione di restituzione, che riguarderebbe un'azione diversa, sempre tra fratelli
sarà sufficiente che i fratelli siano d'accordo, abbiano già ricevuto anch'essi i loro beni in donazione e intervengano nella compravendita a firmare - come ben hai scritto tu - la loro rinuncia alla RESTITUZIONE
ovviamente un buon notaio della zona, sveglio e capace, può fare la differenza per le preventive ricerche, accertamenti, etc.
quale briscola, si può imporre anche la polizza assicurativa
lascerei stare la risoluzione consensuale della donazione e la vendita diretta dai genitori perchè complicherebbe ulteriormente solo la vita, necessiterebbe di ulteriori atti (che costano),la gestione della moneta e ...creerebbe l'assurda situazione che il figlio "venditore" sarebbe quello - formalmente - più svantaggiato di tutti perchè non avrebbe ricevuto nulla dai genitori e ,invece, ha ricevuto la moneta (salvo configurare questa come donazione: altri soldini)
Sull’ammissibilità della rinuncia all'azione di restituzione (eclegal.it)
allego un atto del Notaio Riccardo Ricciardi relativo ad una situazione concreta
Grazie Matusalemme, ma il tuo post mi fa riflettere molto.
Non amo tantissimo l'Italia, ed uno dei motivi per i quali me la fa digerire male è proprio l'atteggiamento tipico italico che spesso riscontro in tantissimi altri scenari.
Faccio un esempio personale:
quando ho deciso di vendere casa ho agito così:
--> fatto redigere APE da tecnico abilitato, e successiva registrazione al "registro APE regionale" (questo per evitare che l'acquirente potesse immaginarsi di avere tra le mani il classico APE da 50 euro rinvenibile sotto la stazione Termini fatta da ammiocuggino,
--> incarico un tecnico per la redazione della Relazione tecnica per asseverare conformità catastale e edilizio urbanistica,
--> recupero le carte del rogito come atto di provenienza da mostrare al mio futuro acquirente,
-->tirato giù dal sito ADE pianta catastale rasterizzata
--> Ispezione ipotecaria e catastale "ventennale" (ma guarda-un-bò)
--> pronto a rilasciare dichiarazioni di non conformità degli impianti (appartamento del 72) e/o conformità rispetto alle normative all'epoca vigenti
--> con fatica ed atto eroico del geometra comunale recupero l'agibilità.
Tralasciando fatica e denaro spesi, è stata la mia volontà di rendere l'acquisto da parte dell'acquirente il più agevole e consapevole possibile, ma soprattutto, di liberarmi dell'appartamento poichè dovevo liquidare. Non avevo necessità del denaro, semplicemente era mia intenzione vendere.
Ora mi ritrovo dall'altro lato della barricata in qualità di acquirente, s'è fatta una donazione, ahimè, e tutto l'enorme lavoro da fare quale sarebbe?
--> Trovarmi un notaio sveglio che sappia trovare la giusta formula per rendere un atto notarile inattaccabile, ma sappiamo che non lo sarà al 100%
--> indurre i proprietari a stipulare la polizza per garantirmi) poi su questa cosa apriamo un discorso a parte). Ci sarebbe da ragionare sulla durata della stessa.
--> coinvolgere gli eredi in fase di rogito, riempirmi di pareri discordanti di "N" avvocati per non venire a capo di nulla di concreto
--> Trovare una banca che mi conceda il mutuo
Ora al di là della situazione specifica, capitato a me ma potrebbe capitare a tanti altri, l'argomento è uno, e uno solo. La donazione va sciolta punto. Altrimenti, in perfetto stile italico, iniziano le riprese di un film complicato e senza neanche una trama precisa, nel quale ognuno, parte acquirente e venditrice dice la sua, perchè ha sentito il suo avvocato che ha espresso il suo parere e non arriviamo da nessuna parte. La pezza sarà peggiore del buco, in perfetto, stile italico per l'appunto.
Come sempre in questo Paese le cose semplici diventano impraticabili e si gioca a fare gli esperti in materia, a mio avviso, per trovare una soluzione ad un problema di soluzione semplice.
Sciolta la donazione (ma cosa vuoi che importi ad uno come me che si debbano scomodare parenti amici fratelli e sorelle per sciogliere la donazione e spendere ulteriori soldi per un altro atto e spenderne ancora per la successiva donazione del denaro proveniente dalla vendita) l'acquisto si fa dal proprietario originario.
Io non vedo altre soluzioni papabili, benchè mi faccia enormmente piacere discuterne con voi ed attingo volentieri utili suggerimenti, ma ci tenevo ad esprimerti il mio modo di vedere, se vuoi un pò tedesco, ma la regola secondo la quale per fare le cose fatte bene la strada è una sola, vale sempre. Sempre.
P.s. scusate la lungaggine, mi piaceva approfondire questo aspetto e fornirvi il mio pensiero, semplicemente questo.