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Grazie per le risposte, ma non mi è chiaro.
Di fatto è stata una riduzione iniziale di canone per facilitare il conduttore, tra l'altro propostami dall'Agenti Immobiliari, e che viene recuperata negli anni successivi.
Inoltre all'atto della registrazione del contratto l'ADE ha recepito le variazioni suddette, senza nulla obiettare.
Mi domando, vi domando se l'imp. di registro è funzione del canone pagato nell'annualità cui l'imp. medesima si riferisce
Mi confermate invece che il conduttore potrebbe opporsi agli aumenti ?
Se il contratto dice che il canone, di X euro/anno, è nei primi due oppure tre anni ridotto a Y (minore di X) euro/anno, motivandolo opportunamente, il conduttore non ha titolo per contestare alcunché.
In sintesi non si deve scrivere: "il canone di locazione è fissato in € 1.000 mensili che passeranno a € 1.500 dal 3° anno in poi..." - bensì - "il canone di locazione è fissato in € 1.500 mensili abbassato a € 1.000 per i primi due anni al fine di ecc..."
Al funzionario delll'AdE non gliene può fregar di meno. Quelli contano i righi e basta . E' il conduttore che potrebbe impugnare il contratto e decidere di non pagare il canone aumentato.
Come può il conduttore contestare un libero contratto consapevolmente sottoscritto, tra l'altro per venire incontro alle sue esigenze e non certo alle mie?
Nessuna delle due formule mi piace. Per nulla.
Lo sai, vero, che qualsiasi patto contrario alla legge è nullo?
Se la legge impedisce che il canone di locazione venga "aumentato" durante la locazione stessa, questo vuol dire che il conduttore può impugnare il contratto e chiedere (con ottime possibilità di successo) di pagare il canone "base" relativo al primo anno.
La legge, però, non impedisce che il canone venga "diminuito" per cui è preferibile impostare la cosa come ti ho detto.
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