Se lei accetta di vendere la sua quota(già espressamente consigliato), vende anche il diritto di superfice che non viene conteggiato ora in piu rispetto al prezzo del valore dell' immobile stabilito dal comune ma che rimane in essere a suo fratello che dovrà pagarlo interamente dopo i cinque anni se lo vorrà svincolare, e si: dopo tale termine suo fratello sarebbe libero di vendere al prezzo del valore del comune lasciando al nuovo acquirente il vincolo (come succede ora),o riscattandolo lui stesso per piazzarlo a prezzo di libero mercato.
Non ho parole , una casa che vale.280.000 euro sta consigliando a me di accettare 50.000 e che l'altro si becchi 230.000 .
Ma un po do grinta!
Piuttosto consigli altre strade :
1 Vendere le mie proprietà
2 prendere la residenza
4 non lavorare per un anno( magari lavorare in nero)
5 intanto vivere la .
6 Minacciare la divisione.
almeno mi metto alla pari poi minaccio la divisione .con un po di fuoco nel c a quello posso ottenere di più.
La quota vale solo se si riesce a vendere, se ci sono tutti questi problemi è difficile pensare mai di incassare quella somma perché difficilmente si riuscirà a vendere a 280k se non riuscite a mettervi d’accordo.
Questo vale solo nel caso in cui riusciate anche a riscattare prima, sennò siamo di nuovo a capo.
L’immobile ha una valutazione di mercato di 280k oggi, ma se parliamo di andare in causa, citare in giudizio, chiedere frazionamento, ecc ecc, il tempo passa, e non si sa quale sarà la sua valutazione futura. Se superiore o inferiore a quella attuale. Dipende anche da come andrà mantenuto l’immobile, dipende da una serie di cose oggettive, a parte le complessità di cui si è discusso fin’ora.
Da aggiungere costo del legale, se si intende procedere per quelle vie.
P.s. La valutazione è una cosa, il prezzo di vendita un’altra cosa! Non è detto che se la valutazione sia 280k si trovi un acquirente disposto a pagare quella cifra. Magari trova l’acquirente che
Mi spiace deluderla ma le rigide leggi dell' edilizia convenzionata non sono suscettibili di interpretazioni e pseudosoluzioni volte a recuperare reintegrazioni economiche da vendite immobiliari future maggiorate rispetto alle presenti vincolate. La legge e le convenzioni sono esplicite proprio per evitare speculazioni nel mentre e nel futuro.
Se un fratello ha deciso di mantenersi protetto dalla convenzione non ha colpa rispetto all' altro che invece vorrebbe guadagnare di più ma trattasi solamente dell esercitazione di diritti ed obblighi stabiliti anni addietro in sede di compravendita del suddetto appartamento alle condizioni vincolate... L'acquisto della quota dell altro a un prezzo calmierato, e' tutelata e assicurata dal giudice che effettuandone la constatazione dei requisiti, protegge questa linea di azione in generale, ed in particolare se l altra parte non li compie come nel nostro caso, quindi speculare su future eventuali a poco serve.
Io temo che lei non abbia chiaro , che non sono io che speculo ,ma il coerede , che ha venduto le sue proprietá ereditate 7 anni fa per fare cassa , visto che pur essendo abile al lavoro non ha un reddito da 30 anni , e decide di far conto sulle ereditá , cioé case che eredita per venderle e campare cosí . Io invece quelle proprietá le ho ristrutturare e le ho fatte fruttare , non sono certo uno speculatore . Costui invece sarebbe un soggetto da tutelare e proteggere ,un piccolo piccolo fiammiferaio, é solo una finzione ,il soggetto in questione per entrare nella categoria da proteggere , ha venduto una casa pochi mesi fa . Con l'intenzione appuinto di poter usufruire in caso di controversia della opzione di comprare lui da me a prezzo ribassato di convenzione (per poter poi rivendere tra 5 anni sul mercato visto che fino ad ora non ha fatto altro che vendere case) ,io invece avendo delle proprietá non potró acquistare da lui . il soggetto in questione pur avendo un cospicuo conto in banca si é stabilito in casa senza riconoscermi un euro , e rifiutando ogni soluzione che facesse guadagnare anche il sottoscritto. SI riveda il post iniziale,