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andrea b

Membro Assiduo
Privato Cittadino
Innanzitutto crepi il lupo...ancora non abbiamo parlato con l'agenzia Giuseppe anche perché stiamo valutando alcune cose tra di noi e vogliamo prendere decisioni delicate con calma! Dovremmo fare la richiesta in questi giorni e tutto resta sospeso...naturalmente se non la faccio voglio essere sicuro di non perdere nulla visto che non dipende da noi se sono emersi altri problemi rispetto a quando abbiamo fatto la proposta di acquisto. Io continuo a non capire come qualcuno possa parlare di malafede!
Ma se seguissi il consiglio di ab.qualcosa? Vai in banca, spieghi la situazione, spieghi che vi state separando e che vorresti chiudere quanto prima con la proposta. Non ti interessa non poter fare altre richieste nel breve periodo, quindi non ti cambia nulla. Con queste premesse probabilmente il mutuo te lo negano in diretta e lo porti in visione agli altri, liberandoli. Caso chiuso e tutti amici come prima.
Quanto alle accuse di malafede e altro, non starei a prenderle nemmeno in considerazione: la tua situazione e la verità le conosci solo tu. Mi spieghi quale peso può avere un'accusa o un insulto ricevuto da un perfetto sconosciuto di cui non hai alcuna stima e che se muore oggi pomeriggio non provoca il minimo sussulto nella tua esistenza? Diverso sarebbe se arrivassero da qualcuno di cui stimi il giudizio...
 

Bagudi

Fondatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Diverso sarebbe se arrivassero da qualcuno di cui stimi il giudizio...

Grazie, Andrea b, della considerazione.:shock:
E' proprio per questo che ci occupiamo del forum

un insulto ricevuto da un perfetto sconosciuto di cui non hai alcuna stima e che se muore oggi pomeriggio non provoca il minimo sussulto nella tua esistenza

e non abbiamo intenzione di morire a breve:sorrisone:
 

CheCasa!

Moderatore
Membro dello Staff
Agente Immobiliare
Diamo la colpa di tutte le complicazioni che sono emerse a chi effettivamente se le meriterebbe: la banca.

A voglia a dire che il cliente dovrebbe andare presso l'istituto di credito prima di cercare casa.
Utilissimo se incontrasse allo sportello la persona giusta ma:
a) se il consulente non sapesse gestire i mutui ti farebbe solo una grande confusione, senza dare particolari rassicurazioni.
b) se, come cliente, non fossi in grado di spiegarmi perfettamente, il parere puramente verbale varrebbe come il 2 di picche (i 2.000 euro di stipendio risultano retribuzione o 800 euro vengono conteggiati per le trasferte?)
c) se la banca fosse sotto budget direbbero al cliente di non preoccuparsi e che il mutuo verrebbe accordato in tutti i casi possibili ed immaginabili... a parole
d) se la banca non volesse fare mutui, direbbero al cliente che portare via i 50.000,00 depositati sul conto corrente per acquistare una casa di questi tempi potrebbe essere una follia e che sarebbe meglio aspettare qualche anno ancora....

Qual' è il problema?
Semplice. Le nostre banche non fanno più l'istruttoria sulla base dei soli redditi ed esigono che il cliente interessato ad un parere di fattibilità si presenti con una lettera di intenti firmata, o con un bel preliminare di acquisto, magari subordinato al mutuo ma già bello che sottoscritto.
Per evitare di perdere tempo (e denari) su istruttorie che non andrebbero a buon fine (comodo, no?).

In tutto questo marasma sarebbe l'agente immobiliare a giocarsi la sua credibilità perchè quando il venditore con occhi sognanti già proiettati verso il "cambio casa" ci domandasse: "c'è da fidarsi? cosa ne pensi?" l'agente potrebbe contare solo sulla sua capacità di indagine preventiva e sul proprio intuito...
Inoltre dovrà predisporre una clausola che non assomigli ad un contratto capestro ma che non si limiti a dichiarare: "la presente è subordinata al mutuo!".

Insomma, per quanto l'agente possa e debba spiegare al venditore che la sottoscrizione della proposta non concluderà proprio un bel niente se la banca non sganciasse gli sghei, di fronte al proprietario l'agente si porrà comunque come una sorta di garante della serietà della proposta medesima.

Il ripensamento del cliente perché il battiscopa in pietra serena proprio non si sposa col divano color cognac, dovrebbe essere in tutti i modi evitato e sarebbe nei fatti evitabile.

L'agente immobiliare dovrà evitare di ritirare assegni a garanzia della proposta di importo irrisorio (ad esempio 2.000 euro) e dovrà spiegare all'acquirente che non si tratterà di acquistare la casa country di Barbie, che la proposta dovrà essere seria e che il cliente medesimo dovrà permettere all'agente di verificare con la banca che tutto sia stato gestito correttamente.

Nel caso in cui sopraggiunga poi un ripensamento che determinasse a tutti gli effetti l'impossibilità di acquistare, sarà meglio che l'agente (ed il medesimo proponente) si pongano nei confronti del venditore con la massima trasparenza e sincerità.

Anche nelle pratiche prive di subordinazione eventuali ripensamenti conducono prevalentemente alla restituzione della caparra, benchè l'acquirente risulti vincolato. Viviamo in un Paese strano dove spesso però la comprensione della gente è ancora in grado, qualche volta, di stupirci.

Certo, anche in questo caso, l'agente immobiliare potrà avere una parte attiva per sistemare le cose ma non potrà certamente offrire false rassicurazioni al cliente dettate da una casistica nettamente indirizzata a favorire le risoluzioni consensuali senza perdite economiche: non sempre si realizzano e tanto basta a dover mettere il mediatore sul chi vive....
 

ludovica83

Membro Vintage
Privato Cittadino
Diamo la colpa di tutte le complicazioni che sono emerse a chi effettivamente se le meriterebbe: la banca.

A voglia a dire che il cliente dovrebbe andare presso l'istituto di credito prima di cercare casa.
Utilissimo se incontrasse allo sportello la persona giusta ma:
a) se il consulente non sapesse gestire i mutui ti farebbe solo una grande confusione, senza dare particolari rassicurazioni.
b) se, come cliente, non fossi in grado di spiegarmi perfettamente, il parere puramente verbale varrebbe come il 2 di picche (i 2.000 euro di stipendio risultano retribuzione o 800 euro vengono conteggiati per le trasferte?)
c) se la banca fosse sotto budget direbbero al cliente di non preoccuparsi e che il mutuo verrebbe accordato in tutti i casi possibili ed immaginabili... a parole
d) se la banca non volesse fare mutui, direbbero al cliente che portare via i 50.000,00 depositati sul conto corrente per acquistare una casa di questi tempi potrebbe essere una follia e che sarebbe meglio aspettare qualche anno ancora....

Qual' è il problema?
Semplice. Le nostre banche non fanno più l'istruttoria sulla base dei soli redditi ed esigono che il cliente interessato ad un parere di fattibilità si presenti con una lettera di intenti firmata, o con un bel preliminare di acquisto, magari subordinato al mutuo ma già bello che sottoscritto.
Per evitare di perdere tempo (e denari) su istruttorie che non andrebbero a buon fine (comodo, no?).

In tutto questo marasma sarebbe l'agente immobiliare a giocarsi la sua credibilità perchè quando il venditore con occhi sognanti già proiettati verso il "cambio casa" ci domandasse: "c'è da fidarsi? cosa ne pensi?" l'agente potrebbe contare solo sulla sua capacità di indagine preventiva e sul proprio intuito...
Inoltre dovrà predisporre una clausola che non assomigli ad un contratto capestro ma che non si limiti a dichiarare: "la presente è subordinata al mutuo!".

Insomma, per quanto l'agente possa e debba spiegare al venditore che la sottoscrizione della proposta non concluderà proprio un bel niente se la banca non sganciasse gli sghei, di fronte al proprietario l'agente si porrà comunque come una sorta di garante della serietà della proposta medesima.

Il ripensamento del cliente perché il battiscopa in pietra serena proprio non si sposa col divano color cognac, dovrebbe essere in tutti i modi evitato e sarebbe nei fatti evitabile.

L'agente immobiliare dovrà evitare di ritirare assegni a garanzia della proposta di importo irrisorio (ad esempio 2.000 euro) e dovrà spiegare all'acquirente che non si tratterà di acquistare la casa country di Barbie, che la proposta dovrà essere seria e che il cliente medesimo dovrà permettere all'agente di verificare con la banca che tutto sia stato gestito correttamente.

Nel caso in cui sopraggiunga poi un ripensamento che determinasse a tutti gli effetti l'impossibilità di acquistare, sarà meglio che l'agente (ed il medesimo proponente) si pongano nei confronti del venditore con la massima trasparenza e sincerità.

Anche nelle pratiche prive di subordinazione eventuali ripensamenti conducono prevalentemente alla restituzione della caparra, benchè l'acquirente risulti vincolato. Viviamo in un Paese strano dove spesso però la comprensione della gente è ancora in grado, qualche volta, di stupirci.

Certo, anche in questo caso, l'agente immobiliare potrà avere una parte attiva per sistemare le cose ma non potrà certamente offrire false rassicurazioni al cliente dettate da una casistica nettamente indirizzata a favorire le risoluzioni consensuali senza perdite economiche: non sempre si realizzano e tanto basta a dover mettere il mediatore sul chi vive....
:amore::amore::stretta_di_mano:
 
P

PROGETTO_CASA

Ospite
Diamo la colpa di tutte le complicazioni che sono emerse a chi effettivamente se le meriterebbe: la banca.

A voglia a dire che il cliente dovrebbe andare presso l'istituto di credito prima di cercare casa.
Utilissimo se incontrasse allo sportello la persona giusta ma:
a) se il consulente non sapesse gestire i mutui ti farebbe solo una grande confusione, senza dare particolari rassicurazioni.
b) se, come cliente, non fossi in grado di spiegarmi perfettamente, il parere puramente verbale varrebbe come il 2 di picche (i 2.000 euro di stipendio risultano retribuzione o 800 euro vengono conteggiati per le trasferte?)
c) se la banca fosse sotto budget direbbero al cliente di non preoccuparsi e che il mutuo verrebbe accordato in tutti i casi possibili ed immaginabili... a parole
d) se la banca non volesse fare mutui, direbbero al cliente che portare via i 50.000,00 depositati sul conto corrente per acquistare una casa di questi tempi potrebbe essere una follia e che sarebbe meglio aspettare qualche anno ancora....

Qual' è il problema?
Semplice. Le nostre banche non fanno più l'istruttoria sulla base dei soli redditi ed esigono che il cliente interessato ad un parere di fattibilità si presenti con una lettera di intenti firmata, o con un bel preliminare di acquisto, magari subordinato al mutuo ma già bello che sottoscritto.
Per evitare di perdere tempo (e denari) su istruttorie che non andrebbero a buon fine (comodo, no?).

In tutto questo marasma sarebbe l'agente immobiliare a giocarsi la sua credibilità perchè quando il venditore con occhi sognanti già proiettati verso il "cambio casa" ci domandasse: "c'è da fidarsi? cosa ne pensi?" l'agente potrebbe contare solo sulla sua capacità di indagine preventiva e sul proprio intuito...
Inoltre dovrà predisporre una clausola che non assomigli ad un contratto capestro ma che non si limiti a dichiarare: "la presente è subordinata al mutuo!".

Insomma, per quanto l'agente possa e debba spiegare al venditore che la sottoscrizione della proposta non concluderà proprio un bel niente se la banca non sganciasse gli sghei, di fronte al proprietario l'agente si porrà comunque come una sorta di garante della serietà della proposta medesima.

Il ripensamento del cliente perché il battiscopa in pietra serena proprio non si sposa col divano color cognac, dovrebbe essere in tutti i modi evitato e sarebbe nei fatti evitabile.

L'agente immobiliare dovrà evitare di ritirare assegni a garanzia della proposta di importo irrisorio (ad esempio 2.000 euro) e dovrà spiegare all'acquirente che non si tratterà di acquistare la casa country di Barbie, che la proposta dovrà essere seria e che il cliente medesimo dovrà permettere all'agente di verificare con la banca che tutto sia stato gestito correttamente.

Nel caso in cui sopraggiunga poi un ripensamento che determinasse a tutti gli effetti l'impossibilità di acquistare, sarà meglio che l'agente (ed il medesimo proponente) si pongano nei confronti del venditore con la massima trasparenza e sincerità.

Anche nelle pratiche prive di subordinazione eventuali ripensamenti conducono prevalentemente alla restituzione della caparra, benchè l'acquirente risulti vincolato. Viviamo in un Paese strano dove spesso però la comprensione della gente è ancora in grado, qualche volta, di stupirci.

Certo, anche in questo caso, l'agente immobiliare potrà avere una parte attiva per sistemare le cose ma non potrà certamente offrire false rassicurazioni al cliente dettate da una casistica nettamente indirizzata a favorire le risoluzioni consensuali senza perdite economiche: non sempre si realizzano e tanto basta a dover mettere il mediatore sul chi vive....

Hai scritto un capolavoro ma forse domenticando un particolare non di poco conto.
In una situazione in cui le banche cercano di tutelare il correntista consigliando di apporre paletti alle trattative (es:sospensiva) chi puo' raccogliere una proposta ? Risposta: solo un agente immobiliare poiché (super partes) è in grado di custodire un assegno fino allo scioglimento della sospensiva.
Tra privati un accordo "serio" con clausola sospensiva non lo vedo possibile quindi essendo essa frequentissima.......
Personalmente non concordo coi colleghi che negano tale possibilità anzi lo vedo come uno strumento di lavoro che, se ben utilizzato e valutato, puo' dare dei vantaggi competitivi rispetto alla trattativa tra privati.
Poi è ovvio che le ns. valutazioni sono legate al personale trascorso con gli eventuali incidenti di percorso che ne possono derivare.
 
Ultima modifica di un moderatore:

Rosa1968

Membro Storico
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