Io non consumo poco, ma finora ho sempre constatato, confrontandomi con dei vicini, che il mercato libero alla fine è più oneroso del servizio a maggior tutela. Sto parlando di consumo annuo di 4000kWh
Quando lo ho dimostrato alla vicina, è ritornata al servizio a tariffa tutelata.
Certamente la tariffa inferiore è una decisione politica: può essere giudicata giusta o scorretta, come si può discutere in eterno se siano più giuste la tassazione diretta sui redditi, o indiretta sui consumi; non parliamo poi delle patrimoniali (leggi IMU .. per ora).
Quale logica?
Io risponderei che il produttore/fornitore di energia ha un costo ed essendo una azienda privata si attende un margine di guadagno.
In teoria fatto 100 il prezzo medio che compensa il costo+margine del fornitore, se la politica impone una tariffa inferiore alla media per le utenze residenziali residenti , in cui si presume non se ne possa fare a meno, almeno sulla prima fascia, è scontato che il fornitore maggiorerà in quota corrispondente le altre forniture. E così a cascata.
Per la medesima ragione, l'IVA sugli alimentari è inferiore all'IVA sui beni di consumo generici: è giusto? E' una scelta politica: dove politica è da intendersi in senso positivo = fare delle scelte .
Non si può parlare di scelte giuste o ingiuste: ci sono scelte condivise e scelte non condivisibili se non addirittura errate (contrarie allo scopo prefissato).
Quale logica nell'accrescere o agevolare certe utenze? (uffici, industrie ecc.): sono tutti utenti non finali. I loro costi sono tutti scaricati sui loro utenti finali: che siamo sempre noi. Ancora una valutazione politica: come la regolazione del flusso delle acque.
Se fatta-pilotata bene può essere condivisibile.
Diffido di chiunque abbia un unico pensiero e modello economico, sia a destra che a sinistra. Contano i risultati ottenuti , in quel preciso momento e contesto.